L’UE multa l’Italia per infrastrutture inadeguate sull’acqua potabile

NUOVA STANGATA SULLE BOLLETTE da economia.diariodelweb

In Italia il 60% delle infrastrutture dedicate al ciclo idrico integrato è stato realizzato oltre 30 anni fa e il 25% di queste supera i 50 anni. Bruxelles ha già aperto due procedure d’infrazione contro il Belpaese

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L’acqua, la prima cosa che beviamo Raul Bove

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Uno dei ruoli elementari acqua inizia proprio nei primi 9 mesi della nostra vita. La prima cosa che beviamo è liquido amniotico.
La sezione seguente contiene alcune informazioni di base sul tema dell’acqua. “L’acqua è vita, l’acqua è salute“.

Il bilancio idrico umano … Continua a leggere

Convegno “Terre Libere da Pesticidi”, 31 gennaio a Roma

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Buone pratiche di sostenibilità in agricoltura, ne parliamo a Roma il 31 gennaio

Un’agricoltura fondata su buone pratiche ambientali e sociali garantisce cibo buono e salute per i cittadini, tutela delle … Continua a leggere

Altra sentenza della Cassazione. Acqua non potabile: L’ente gestore deve risarcire l’utente

NONOSTANTE LE NUMEROSE SENTENZE ALCUNI ENTI GESTORI SOPRATTUTTO COMUNI NON INTENDONO PAGARE E CONTINUANO A PORTARE AVANTI AI MASSIMI LIVELLI DELLA GIUSTIZIA LE CAUSE.
Gli amministratori di questi lo fanno forse perché non pagano di loro tasca ?
Non è riscontrabile il danno erariale che l’ente subisce? Infatti se anche la Cassazione da loro torto perché continuano a sostenere cause insensate col danno che è ormai certo per le casse comunali che oltre ai risarcimenti dovuti dovranno sborsare anche le spese per gli avvocati e le spese processuali? 

Continua la lotta che l’ Aduc-COMITATO ACQUA POTABILE  fa per conto dei cittadini che intendono far rispettare il diritto all’acqua potabile – TEL 0761652027 – 3683065221 

QUELLA RIPORTATA SOTTO E’ LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE ULTIMA N 2182/2016 CHE SEGUE L’ALTRA DELLA CASSAZIONE DEL  12 NOVEMBRE – 14 DICEMBRE N 25112

Risarcimento del danno e riduzione delle bollette dell’acqua se dai rubinetti esce acqua non potabile.

Dopo numerose sentenze di giudici di primo grado, arriva finalmente la riconferma anche da parte della Cassazione [1]: se l’acqua che scende dal rubinetto dell’abitazione non è potabile, l’utente ha diritto dalla riduzione del canone e al risarcimento del danno. Con una sentenza di qualche ora fa la Suprema Corte accorda l’agognato taglio delle bollette a tutti quei comuni ove ormai l’acqua è inquinata. E non sono pochi in Italia, tant’è che la materia si appresta a diventare un vero e proprio filone giurisprudenziale per cause “seriali”.

da laleggepertutti

Già in passato si sono espressi, in tal senso, numerosi giudici di pace tra cui il G.d.P. di Piacenza, di Reggio Calabria, di Viterbo e di Napoli. Anche la Cassazione, l’anno scorso, aveva ricordato che la bolletta dell’acqua non è una tassa, ma un canone per un servizio, per cui, se il servizio non viene adempiuto correttamente, all’utente spetta la restituzione dei soldi versati ed, eventualmente, il risarcimento per essere stato costretto ad approvvigionarsi a fonti alternative e, magari, più costose (si pensi alle bottiglie d’acqua del supermercato).

 

Come noto, una delle voci della bolletta dell’acqua è il canone di depurazione; ma è chiaro che se l’acqua non è potabile, non si può chiedere un pagamento per un servizio mai reso. Così l’utente ha diritto, quanto meno, al rimborso di tutti gli importi versati negli ultimi cinque anni, a titolo di tale fantomatica prestazione. Ma, oltre alla restituzione di tali somme, l’utente ha diritto al risarcimento del danno economico se dimostra l’utilizzo di fonti alternative (utili potrebbero essere gli scontrini del supermercato per le cassette di acqua minerale).

 

Con la sentenza odierna, la Cassazione ha imposto alla società che gestisce l’acquedotto il risarcimento agli utenti per il periodo in cui il Comune ha vietato l’uso potabile dell’acqua erogate dal concessionario all’interno delle abitazioni: la società titolare del servizio, infatti, è debitrice della prestazione nel contratto di somministrazione e deve dunque dimostrare di aver impiegato la necessaria diligenza per rimuovere gli ostacoli frapposti all’esatto adempimento; diversamente paga i danni.

 

 

La vicenda

Forse simbolico ma comunque significativo il risarcimento di circa 850 euro ottenuto dall’utente di un Comune siciliano, liquidato secondo equità dal giudice di pace e confermato dal Tribunale in sede di appello. L’acquedotto non riesce a scaricare la responsabilità sulla locale raffineria, alla quale spetterebbe il compito di “captare l’acqua marina e procedere alla sua dissalazione”, mentre alla società concessionario toccherebbe soltanto “miscelare l’acqua, una volta dissalata, in modo da renderla potabile”. E dunque l’acquedotto non può essere esonerato dalla responsabilità per il (presunto) inadempimento della raffineria dopo il provvedimento adottato dal Comune perché i parametri chimici e i caratteri organolettici dell’acqua risultano difformi dagli standard di legge.

 

La società che gestisce l’acqua può evitare la condanna solo dimostrando di non aver potuto adempiere la prestazione dovuto per una causa non imputabile ad essa; non può limitarsi a eccepire la semplice difficoltà della prestazione o il fatto ostativo del terzo.

 

 

Cosa devono fare gli utenti per ottenere i rimborsi

L’utente che voglia agire contro il Comune o l’ente gestore dovrà azionare una causa davanti al giudice di Pace. (L’ADUC- COMITATO ACQUA POTABILE E’ A DISPOSIZIONE ndr )

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1] Cass. sent. n. 2182/16 del 4.02.2016.

 

E’ morto il prof. Roberto Minervini

Ho appreso della scomparsa di Roberto Minervini. Dopo una brutta malattia ha lasciato la vita terrena un valente scienziato, un grande amico che ricorderò sempre con affetto per la sue grandi capacità comunicative nella esposizione di concetti non facili da comprendere. Resta difficile trovare parole per esprimere tutto il mio apprezzamento … Continua a leggere

Migliora la qualità delle acque in UE, ma occorre affrontare nuove sfide

Il Rapporto di EEA sulle politiche idriche europee e la salute umana giudica complessivamente buoni i risultati ottenuti, ma adesso per mantenere le acque pulite e sane l’attenzione deve estendersi ad altri fattori di inquinamento e al contenimento degli sprechi

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AUGURI

 

 

 

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IL COMUNE DI RONCIGLIONE INTIMORISCE I CITTADINI CHE CERCANO GIUSTIZIA

 

I cittadini di Ronciglione che fecero nel 2011 l’autoriduzione del canone acqua potabile, stanno ricevendo lettera con richiesta di pagamento della differenza non pagata a suo tempo.

Purtroppo l’amministrazione comunale di Ronciglione Giovagnoli in continuazione dell’amministrazione Sangiorgi ha scelto di continuare la linea della “durezza” nei confronti dei … Continua a leggere

Oxfam: 750 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile

Oxfam: 750 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile

750 milioni di persone nel mondo vivono senza accesso all’acqua potabile e il quadro è in continuo peggioramento. L’allarme è stato lanciato dalla ong Oxfam - ANSA

750 milioni di persone nel mondo vivono senza accesso all’acqua potabile e il quadro è in continuo peggioramento. L’allarme è stato lanciato dalla ong Oxfam – ANSA da radiovaticana

07/12/2016 16:30

750 milioni di persone nel mondo vivono senza accesso all’acqua potabile e il quadro è in continuo peggioramento, a causa delle guerre ma anche per gli effetti di catastrofi naturali che, a causa dei cambiamenti climatici, si tanno moltiplicando. L’allarme è stato lanciato dalla ong Oxfam. Il servizio di Francesca Sabatinelli:

Una persona su otto nel mondo non ha accesso all’acqua potabile, due miliardi e mezzo sono prive di servizi igienico-sanitari a causa di guerre e catastrofi naturali. Sono dati gravi, già noti e confermati da Oxfam che, a Natale, lancia #Savinglives: donare acqua salva la vita, una campagna che punta ad aumentare la capacità di risposta della Ong nelle più gravi emergenze del momento. E la Siria è tra queste: dall’inizio dell’offensiva, la popolazione ha avuto un accesso intermittente all’acqua pulita attraverso la rete pubblica, potendo contare unicamente su rifornimenti da pozzi e camion, con il rischio di bere e usare acqua sporca e contaminata. Paolo Pezzati, policy advisor su emergenze umanitarie di Oxfam:

R. – Il rischio di bere acqua contaminata è altissimo, anche perché all’interno delle azioni aeree sono stati – più di una volta – danneggiati proprio gli impianti idrici, le infrastrutture idriche e quindi l’accesso è sempre stato intermittente. Noi, come Oxfam, avevamo realizzato a maggio un vero e proprio impianto idrico ad Aleppo Ovest, che è stato distrutto in un attacco aereo. Il nostro ultimo impegno – a metà novembre – è stato quello di riuscire ad istallare un generatore nella principale stazione idrica di Aleppo: e questo, secondo me, è un aiuto strategico, perché permette di garantire acqua pulita ai 2 milioni di abitanti della città.

D. – La Siria è uno dei fronti più drammatici di cui si sta parlando molto, accanto a questo va di pari passo ciò che si sta consumando in Iraq, soprattutto per la battaglia legata alla riconquista di Mosul. E anche in Iraq c’è un allarme fortissimo legato proprio all’accesso all’acqua pulita…

R. – Sì. Adesso la situazione si è particolarmente aggravata, ma in realtà in quel Paese la crisi c’è già da molti anni. Noi consideriamo un numero di circa tre milioni e mezzo di persone che hanno abbandonato le loro case e circa 10 milioni di persone che hanno bisogno di aiuto umanitario. Quindi, la situazione era già grave e ha visto negli ultimi mesi una preoccupante escalation.

D. – Accanto a questo ci sono tutte le vittime dei conflitti che si definiscono dimenticati. Fate tre esempi: lo Yemen, il Sud Sudan e i Paesi dell’Africa Occidentale…

R. – In Yemen ci sono 21 milioni di persone che necessitano di assistenza umanitaria e di questi 14 milioni hanno urgente bisogno di cibo ed acqua. Quindi, è una delle più gravi crisi umanitarie al mondo, in questo momento. Questa situazione di conflitto sta generando anche una difficoltà nel rifornimento di materie prime e anche di carburanti, con una conseguente impennata dei prezzi che va ad inficiare la possibilità per le persone di poter anche alimentare generatori per la corrente e per le pompe di acqua. E’ tutta una spirale negativa che si sta aggravando di giorno in giorno. Inoltre, i bombardamenti hanno anche spesso danneggiato le infrastrutture idriche, minando così l’accesso all’acqua delle persone. Il nostro impegno viene svolto quotidianamente in condizioni veramente molto, molto difficili dai nostri colleghi in Yemen, così come – appunto – in Siria, in Iraq e nei Paesi del bacino del Lago Ciad. La situazione più difficile è nel nord-est della Nigeria, però questa situazione tocca anche gli altri Paesi: il Ciad, il Niger, il Camerun. Il Ciad è una situazione ibrida, nel senso che vede un concorso di cause. Gli effetti del cambiamento climatico, la progressiva riduzione delle dimensioni del Lago Ciad e le stagioni di siccità hanno causato una forte limitazione dell’accesso all’acqua e anche alle colture, una situazione di estrema povertà e di malnutrizione, che è aggravata anche dallo stato di conflitto che in quella zona è presente. Questo ha fatto sì che in quella regione, questi quattro Paesi intorno al Lago Ciad, che conta circa 21 milioni di persone, più di 9 milioni hanno bisogno immediato di assistenza umanitaria e più di 6 milioni soffrono di una acuta insicurezza alimentare.

La continua espansione della monocoltura della nocciola richiesta dalla Ferrero, produrrà benefici per i coltivatori e per la collettività? 

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03 dicembre 2016 

Un contributo alla comprensione può venire dalle ultime vicende:

– La Regione Toscana nell’aprile 2015 firma un protocollo d’intesa con l’ ISMEA (Istituto di servizi … Continua a leggere

Bonus acqua”, 50 litri al giorno per i cittadini in stato di disagio

Un “bonus acqua” da 50 litri al giorno per abitante a chi versa in condizioni di documentato stato di disagio economico e sociale e la certezza che in nessun caso a questi utenti in difficoltà potrà essere disalimentato il servizio necessario a soddisfare i bisogni vitali fondamentali”, è quanto si … Continua a leggere

TRASPARENZA, RAPPRESENTATIVITA’, SNELLEZZA: AICS RIFORMA IL SUO STATUTO

TRASPARENZA, RAPPRESENTATIVITA’, SNELLEZZA: AICS RIFORMA IL SUO STATUTO

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“I Presidenti dei Comitati Provinciali AICS di Viterbo con l’approvazione del nuovo statuto entrano a far parte dell’assemblea nazionale”. RC

Più rappresentatività, più trasparenza, organismi e processi decisionali più snelli: Aics … Continua a leggere

Si è svolto giovedì 17 novembre 2016 a Campobasso, presso la sede della Asl della Regione Molise -ASREM, il corso di studio su : “ Scarichi industriali in corpi idrici”

 

Al corso, inserito nell’ambito delle attività didattiche di educazione continua in medicina – ECM,  hanno preso parte medici, tecnici della prevenzione e altre figure sanitarie della Asl molisana.

La dottoressa Antonella Litta, referente nazionale dell’Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment)  per … Continua a leggere

Seconda condanna in un mese per la geotermia in Amiata

AMBIENTE domenica 13 novembre 2016

Seconda condanna in un mese per la geotermia in Amiata

“Nonostante gli sforzi “greenwashing” dell’Enel e dei sindaci “geotermici” con le sponsorizzazioni di ogni sagra, inaugurazioni di centrali in “pompetta magna” ed, ultima, la precettazione delle scolaresche per la “gita scolastica” … Continua a leggere

Dal 1° Rapporto del Registro tumori della Provincia di Viterbo una chiara indicazione: la prevenzione può favorire la riduzione di malattie e morti.

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L’8 novembre 2016 a Viterbo presso la sede dell’amministrazione provinciale è stato presentato a cura dell’ Associazione italiana registro tumori (AIRTUM) – Regione Lazio – ASL Viterbo – … Continua a leggere

Arsenico, ancora 16 comuni fuori norma. Valentini: Miscelare l’acqua con quella del Tevere

di Massimo Chiaravalli da ilmessaggero.it Arsenico, problema senza fine. Sono ancora 16 i comuni nella Tuscia – dati Asl di novembre – con valori sopra il limite di 10 microgrammi per litro imposto dall’Ue. Cosa fare? La Regione Lazio, secondo il consigliere … Continua a leggere