Acqua avvelenata nel tuo bicchiere grazie alla “santa” prescrizione. 100 morti per tumori, nessun colpevole.

Il Parlamento legiferi perché questi reati non vengano mai prescritti. (RC)

dicembre 21, 2014Lascia un commentoGo to comments

 Bussi, discarica abusiva Bussi, discarica abusiva Assolti perché il fatto non sussiste dalla Corte … Continua a leggere

A Capranica l’evento di Natale targato Active Space Dance Academy

A Capranica l’evento di Natale targato Active Space Dance Academy

21 dicembre 2014  da tusciatimes.eu

CAPRANICA- Lunedì 22 dicembre, appuntamento da non perdere anche quest’anno con il grandeactive space natale logospettacolo natalizio firmato Active Space Dance Academy con … Continua a leggere

Il riassetto del territorio per lo sviluppo economico, la salvaguardia della salute e la tutela dell’ambiente, in particolare dei Monti Cimini e del Lago di Vico. Il PSI incontra cittadini e associazioni ambientaliste

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IL RIASSETTO DEL TERRITORIO
PER LO SVILUPPO ECONOMICO, LA SALVAGUARDIA DELLA SALUTE E LA TUTELA DELL’AMBIENTE,
IN PARTICOLARE
DEI MONTI CIMINI E DEL LAGO DI VICO

IL PARTITO SOCIALISTA ITALIANO
INCONTRA CITTADINI E ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE
interviene
l’on.Oreste Pastorelli
Membro Commissione Ambiente Camera dei Deputati e
della Direzione Nazionale PSI

venerdì 9 gennaio 2015
ore 17,30
SALA CONFERENZE ACCADEMIA KRONOS
Via Capranica 14a – RONCIGLIONE

 

Rifare l’Italia – Le proposte del PSI – Conferenza programmatica Città di Castello

http://www.dailymotion.com/P_S_I

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Moni Ovadia a teatro, ‘Registro dei peccati’: ‘Il mondo è tragicamente scemo’

L’autore in scena in chiusura del Festival “La cultura dei legami”: “Il nostro è un piccolo, mediocre Paese che detiene le più importanti ricchezze naturali e artistiche d’Occidente, ma invece di onorarle le umilia, offende e devasta. Suggerirei a Napolitano di smetterla di dichiarare che questo è un grande Paese” Continua a leggere

L’on Massimiliano Bernini effettua una visita al centro NBC del Lago di Vico, Ronciglione – VT

Ringraziamo l’on Pastorelli che ha rivolto la question time al Ministro e l’on Bernini che ha richiesto e ottenuto una visita al Centro nucleare batteriologico e chimico del lago di Vico. Aspettiamo che venga ripresa l’attività di bonifica che è stata annunciata per il 7 gennaio 2015

Per il coordinamento … Continua a leggere

Ambiente. Pastorelli: Voto favorevole del Psi al ddl sulla biodiversità ma molto resta ancora da fare

“Un voto convinto e favorevole quello della componente socialista al disegno di legge 348 che si pone – come ambizioso progetto – quello di coniugare la tutela dell’ambiente con il rilancio dell’agricoltura e del ‘Made in Italy’”.

Così il deputato Psi, … Continua a leggere

Lago di Vico – CNBC Centro nucleare batteriologico e chimico . Il bunker, nato per la produzione di armi chimiche, nel racconto di un soldato di leva

Chemical city, guai a inalare quei fumi…

di Daniele Camilli
clicca qui per sentire l’intervista

La Chemical City del lago di Vico – Intervista ad un militare di leva (1992/1993)

Le armi ritrovate a Chemical city tra il 1996 e il 2000
Le armi ritrovate a Chemical city tra il 1996 e il 2000

Le armi ritrovate a Chemical city tra il 1996 e il 2000
Le armi ritrovate a Chemical city tra il 1996 e il 2000
Le armi ritrovate a Chemical city tra il 1996 e il 2000
Le armi ritrovate a Chemical city tra il 1996 e il 2000
Chemical city – Le bombole ritrovate durante la seconda bonifica
Chemical city - Le bombole ritrovate durante la seconda bonifica
Chemical city - Le bombole ritrovate durante la seconda bonifica

Finita la guerra, della Chemical City non si seppe più niente fino al gennaio del 1996 quando una “nuvoletta” sfuggì al controllo nel corso dell’operazione “Coscienza pulita” investendo in pieno un ciclista che stava passando proprio da quelle parti mandandolo dritto dritto in ospedale.

Lago di Vico – “Passavamo accanto a magazzini aperti, senza porte. Dentro c’erano fusti in orizzontale sopra ad assi di ferro. E’ da quei fusti che usciva un materiale visibile anche di notte, che da terra evaporava. Dovevamo stare attenti a non inalarlo…”.

Andrea, nome di fantasia per garantirgli l’anonimato, ha fatto il militare di leva, tra il ’92 e il ’93, nella Chemical City del lago di Vico. La zona militare voluta dal fascismo nella seconda metà degli anni ’30 per produrre iprite, fosgene e altre armi chimiche per sterminare il nemico.

Durante la prima bonifica della zona militare del lago di Vico – a breve ne seguirà un’altra – vennero trovate “almeno 150 tonnellate di iprite del tipo più micidiale, mescolata con arsenico.

“In più – evidenzia Di Feo nel libro Veleni di Stato – c’erano oltre mille tonnellate di admsite, un gas potentissimo ma non letale usato contro le dimostrazioni di piazza. E oltre 40 mila proiettili di tutti i calibri”.

Dal terreno sono poi sbucate “60 cisterne di fosgene assassino, ciascuna lunga quattro metri; tutte in pessime condizioni, con evidenti lesioni e tracce di ruggine”.

Molto si è scritto sulla Chemical City e molto è stato fatto grazie alla collaborazione tra associazioni, Legambiente, istituzioni e militari per disinnescare definitivamente una bomba chimica situata a poche decine di metri dal lago di Vico e al confine con una delle più importanti riserve naturali della regione Lazio. Poco si sa della vita quotidiana all’interno della zona militare prima dell’incidente del ’96. Ora sembra aprirsi uno spiraglio.

Quali erano i vostri incarichi all’interno della zona militare del Lago di Vico?
“Facevamo dei pattugliamenti, giorno e notte. Svolgevamo un servizio di guardia armata con la possibilità di sparare a vista e dovevamo stare molto attenti ai giornalisti. Il pattugliamento consisteva in un percorso, che effettuavamo prevalentemente di notte. Passavamo accanto a dei magazzini privi di porte. Erano completamente aperti. E al loro interno c’erano dei fusti messi in orizzontale sopra delle assi di ferro che li tenevano alzati da terra. E dai fusti usciva del materiale visibile anche di notte. Il materiale che usciva formava poi dei ruscelletti che si infiltravano nel terreno. Inoltre, dai ruscelletti veniva su anche del fumo. Come se quel materiale stesse evaporando. E dovevamo stare molto attenti a non inalare questi fumi”.

Erano previste delle protezioni per i soldati di pattuglia?
“Sì. Avevamo delle maschere antigas. Però non le indossavamo mai. Quando passavamo davanti ai magazzini che contenevano i fusti… trattenevamo il fiato”.

Quale era la distanza tra voi e i magazzini?
“Circa una ventina di metri”.

Perché non indossavate le maschere antigas?
“Perché eravamo giovani e ingenui. Ovviamente il maresciallo ci diceva di indossarle, soprattutto se vedevamo fuoriuscire del fumo”.

Sapeva che i fusti contenevano sostanze chimiche?
“No. Ne eravamo completamente all’oscuro. Tant’è vero che il nome Chemical City l’abbiamo scoperto dopo. Noi la chiamavamo la “Polveriera”. L’unica cosa che ci avevano detto era che dovevamo fare i pattugliamenti”.

Quanti fusti ci saranno stati?
“Non ricordo bene, probabilmente oltre cento a magazzino”.

Come si strutturava la zona militare del Lago di Vico?
“C’era una casa a due piani, dove si trovava il reparto e da dove partivamo per i pattugliamenti. Al pian terreno si mangiava e al primo piano si trovavano i dormitori. Lì sotto c’era una garitta che puntava direttamente verso il cancello. Quando eravamo di pattuglia si passava in mezzo al bosco dove si trovava un sentiero che si avvicinava sempre di più ai magazzini. Saranno stati in tutti 5 capannoni, gli ultimi due pieni di maschere antigas e casse chiuse. Dopodiché c’era una villetta. Lì era vietato arrivare. L’ordine era di passare ad almeno 200 metri di distanza perché – ci dicevano – potevamo entrare a contatto con delle radiazioni. Subito dopo si scendeva a valle e il percorso ‘costeggiava’ il lago fino a ritornare al punto di partenza”.

Quanti eravate all’interno della zona militare?
“Se non sbaglio, eravamo in tutto dalle 12 alle 14 persone. C’erano anche delle guardie giurate”.

Da quante persone era composta la pattuglia?
“Due persone che si alternavano con altre due ogni tre ore”.

Ci sono mai state delle persone che sono svenute?
“Uno di noi si è sentito male. Anche io ho avuto dei giramenti di testa. Ma nessuno di noi ha ricollegato il malore alla fuoriuscita di materiale dai fusti”.

Lei si è mai avvicinato ai fusti?
“Sì, una volta l’ho fatto. Trattenendo il respiro. Il fusto era lacerato e usciva del materiale”.

Daniele Camilli

18 dicembre, 2014 – 0.16 da tusciaweb.eu

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L’animazione della Nasa sull’emergenza acqua potabile

No, l’acqua potabile disponibile sul nostro Pianeta non è infinita. Di tutta l’acqua presente sulla superficie terrestre la stragrande maggioranza è infatti nei mari e negli oceani, una fetta è congelata nei ghiacci perenni, e solo un ridottissimo 1% è quella che possiamo effettivamente consumare e che ritroviamo nei laghi, nei fiumi e nell’atmosfera, in forma di vapore acqueo. Ce lo ricorda la Nasa in questa breve (ma efficace) animazione dove sono presentati i dati sulla distribuzione delle acque sulla Terra, ma anche su come queste vengono spese nelle attività produttive (agricoltura, industria) e nel consumo pubblico. Un lavoro utile ed educativo prodotto grazie anche ai continui aggiornamenti del satellite Global Precipitation Measurement, che traccia costantemente l’andamento delle precipitazioni dentro la nostra atmosfera.

per il video clicca qui

RIUNIONE DEI COMITATI PER I TRASPORTI NELLA PROVINCIA DI VITERBO E IL RIEQUILIBRIO DEL TERRITORIO CON L’ON ALESSANDRO MAZZOLI

delegazione comitati e l'on Mazzoli .ridotta jpg

Una delegazione dei comitati che s’interessano da tempo dei trasporti della provincia di Viterbo ed in particolare del riassetto territoriale del … Continua a leggere