Talete, una beffa il sì al piano di rilancio

Posted By Redattore On 19 dicembre 2014 @ 13:33 In 01_Primo_Piano,Politica,Viterbo | Comments Disabled

E’ stato deliberato, infatti un aumento del 40% circa per le sostituzioni e per le verifiche dei contatori, un aumento di 5 euro annui medi sulle bollette a partire dal 2015, senza contare l’aumento retroattivo dal 1/1/2014 del 9% delle tariffe dell’acqua i cui arretrati saranno conteggiati sulle prossime bollette e quello del 27% dal 2015 già annunciato ma scaricato alla responsabilità dell’Autority AEEG.Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – Ennesima beffa ai danni dei cittadini il piano di rilancio [3]della Talete approvato ieri dall’assemblea dei sindaci che si prefigge di risanare il bilancio della società con un nuovo aumento dei costi per l’utenza.

Si legge sul comunicato stampa “Voto positivo che premia il lavoro di presidente e consiglieri…” beh riteniamo sia troppo semplice ricevere voti positivi con i soldi degli altri.

Neanche un cenno o una riflessione sul “come si è arrivati ad accumulare quasi 20 milioni di euro in 7 anni di attività”… tanto paga Pantalone!

Assunzioni clientelari, affitti da centinaia di mila euro per le molteplici sedi della città, compensi per il consiglio d’amministrazione, parchi macchine da fare invidia alle multinazionali, appalti per procedure informatiche non indispensabili, tutto ciò attraverso finanziamenti bancari i cui interessi si accumulano di mese in mese di anno in anno, ma che problema c’è tanto paga Pantalone!

Fino a che le banche concedono finanziamenti avanti si vada!

Ringraziamo tutti i sindaci di destra e di manca che tutti insieme appassionatamente hanno votato per sostenere questo carrozzone, per il gradito regalo che hanno fatto ai cittadini.

E ricordiamo che quando l’acqua era pubblica c’erano tre o quattro dipendenti comunali che provvedevano al servizio, dalla pratica amministrativa alla risoluzione del guasto, non c’erano compensi al presidente del consiglio di amministrazione, non c’erano compensi ai consiglieri, non c’erano spese per gli affitti dei locali, non c’erano appalti per procedure informatiche, e tutto andava molto meglio.

Comitato “Noi non ce la beviamo”

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