Acqua avvelenata nel tuo bicchiere grazie alla “santa” prescrizione. 100 morti per tumori, nessun colpevole.

Il Parlamento legiferi perché questi reati non vengano mai prescritti. (RC)

 Bussi, discarica abusiva
Bussi, discarica abusiva
Assolti perché il fatto non sussiste dalla Corte d’Assise di Chieti i 19 imputati nel processo sullediscariche dei veleni di Bussi sul Tirino (PS) dall’accusa di avvelenamento delle acque, mentre – dopo la derubricazione del reato da disastro ambientale a disastro colposo – per le restanti accuse è stata dichiarata la santa prescrizione.

 

100 morti alla “Marlane“, stabilimento tessile calabrese attivo fino al 1990 del Gruppo Marzottodove parecchi operai si sono ammalati e sono morti per tumori.  Tutti assolti gli imputati del processo penale appena conclusosi, nonostante l’Azienda abbia liquidato  numerosi risarcimenti a malati e familiari.

Quasi quasi diventa superfluo il decreto legislativo renziano sul proscioglimento o l’assoluzione per latenuità dell’offesa e la non abitualità del comportamento.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

 

corso d'acqua inquinato da scarichi

da Il Fatto Quotidiano, 19 dicembre 2014

Discarica di Bussi, assolti i 19 imputati: “Non ci fu avvelenamento delle acque”.

Dopo 5 ore di camera di consiglio, la Corte d’Assise di Chieti ha stabilito che “il fatto non sussiste”, si legge nel dispositivo. Riguardo il disastro ambientale, i giudici hanno derubricato il reato in disastro colposo e gli imputati sono stati giudicati non colpevoli per sopraggiunta prescrizione.

Avvelenamento delle acque, “il fatto non sussiste”. Sono stati tutti assolti i 19 imputati a processo in Corte d’assise di Chieti, per le cosiddette discariche dei veleni della Montedison scoperte a Bussi sul Tirino (Pescara) nel 2007. I 19 imputati sono stati assolti dal reato di avvelenamento delle acque e, per quanto riguarda l’altro capo di imputazione, il disastro ambientale, la Corte ha derubricato il reato in disastro colposo e gli imputati sono stati giudicati non colpevoli per sopraggiunta prescrizione.

La Camera di Consiglio della Corte d’Assise è durata cinque ore e ha emesso un dispositivo di sei righe. Nel dispositivo siglato dal presidente Camillo Romandini si legge: “Visti gli articoli 442 e 530 CPP (Codice di Procedura Penale, ndr) assolve gli imputati dal reato loro ascritto A ‘avvelenamento acque’ perché il fatto non sussiste. Visti gli articoli 521 e 531 CPP previa derubricazione del reato contestato B (disastro ambientale doloso) in quello di disastro colposo exart.449 CP (Codice Penale, ndr) dichiara di non doversi procedere nei confronti degli imputati per intervenuta prescrizione”. Le motivazioni verranno depositate entro 45 giorni. I pm avevano chiesto condanne che andavano dai 12 anni e 8 mesi ai 4 anni. I 19 imputati erano fra ex dirigenti e tecnici dell’allora Montedison.

“Il disastro ce l’abbiamo, esiste, e ce lo teniamo”., commenta di Augusto De Sanctis, referente del Forum Acque Abruzzo, e storico protagonista delle associazioni ambientaliste per il processo sulla megadiscarica di Bussi.
“Sull’avvelenamento siamo di fronte a una falda che ha un disastro ma che come avvelenamento non sussiste: non ci sono colpevoli pur di fronte all’acqua avvelenata e a un disastro accertato”, continua De Sanctis che chiede la “riapertura dei pozzi Sant’Angelo, quindi a valle della megadiscarica, che furono chiusi nel 2007 dopo le nostre battaglie, quelli che ancora oggi inquinano, perché evidentemente non sono un reato”.

“Mi auguro ora che come per la vicenda dell’amianto cresca lo sdegno della pubblica opinione”, auspica Salvatore La Gatta, sindaco di Bussi sul Tirino, che si è detto preoccupato anche per il ricorso che pende davanti al Consiglio di Stato a opera della Montedison contro il ministero dell’Ambiente che grazie alla sentenza del Tar aveva obbligato l’azienda a bonificare il sito entro 30 giorni dalla sentenza. “Non vorrei che questa sentenza in Assise possa pesare sul Consiglio di Stato, aspettiamo fiduciosi, sapendo che ora la strada è quella dell’iniziativa civile. Ma è certo che in questo processo a Chieti – ha sottolineato La Gatta – è mancato il convitato di pietra, cioè quella stessa Montedison che è bene non dimenticare nominava i ministri per quanto era potente: non si può immaginare come questo potere sia finito all’improvviso”. L’udienza presso il Consiglio di Stato per il ricorso della Montedison contro il ministero è prevista il prossimo 4 gennaio.

 

cartello divieto di discaricaA.N.S.A., 19 dicembre 2014

Processo Bussi: Avv. Stato,pronta citazione civile per danni.

Gerardis, in Assise solo sentenza penale, Stato non si ferma.

CHIETI, 19 DIC – L’avvocato Cristina Gerardis, che rappresenta gli interessi dell’Avvocatura dello Stato, subito dopo l’apertura della Camera di Consiglio della Corte d’Assise sul processo della megadiscarica di Bussi sul Tirino (Pescara) ha spiegato che “dall’esito di questa sentenza non dipende per lo Stato alcuna decisione per ottenere il ripristino ambientale dell’area”.
“A parte il procedimento del ministero dell’Ambiente nei confronti della Montedison che pende al Consiglio di Stato – ha detto la Gerardis – dove si impone all’azienda lavori urgenti onerosi per la tutela ambientale, è bene chiarire che la Corte d’Assise emette esclusivamente il giudizio penale. Per questo è già pronta da parte dello Stato la citazione civile nei confronti dell’azienda per il ripristino ambientale e per gli eventuali danni economici laddove non fosse possibile fermare l’inquinamento”, ha concluso Cristina Gerardis.

 

Bombo (gen. Bombus) su un fiore

da Il Corriere della Sera, 19 dicembre 2014

Processo ai veleni della “Marlane”. Cento morti sospette: tutti assolti.

Tra i 12 imputati anche l’ex presidente del gruppo, Pietro Marzotto. Erano accusati di omicidio colposo e disastro ambientale.

 

(foto A.N.S.A., da mailing list ambientalista, S.D., archivio GrIG)

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *