Si è svolta a Tarquinia una interessante riunione per mettere a punto le iniziative da prendere al fine di far cambiare la scelta del tracciato per la costruzione della Trasversale stradale che l’Anas pretende costruire nella valle del Mignone. L’ANAS infatti non ascolta nessuno tanto meno i cittadini che non vogliono sia distrutta un’area agricola produttiva. L’ANAS intende continuare l’opera dai costi ambientali ed economici incalcolabili, anche contro il comitato per la Valutazione d’impatto ambientale che vorrebbe la modifica del percorso.
Nel complimentarci con gli organizzatori, per l’organizzazione dell’evento, per la esposizione storica della vicenda trasversale, per gli interventi tutti e per le conclusioni tratte da Marzia Marzoli, che rilevano l’amore che questi hanno per il territorio, vogliamo rimarcare purtroppo l’assenza dei rappresentanti delle istituzioni e dei politici, forse in altre faccende affaccendati.
Abbiamo notato anche in alcuni dei presenti, una rassegnata disperazione per il fatto di non essere ascoltati dalle istituzioni e per la presunzione dell’ANAS di voler fare ciò che vuole del territorio.
A tutti i componenti del comitato vogliamo dire: “Non ci si può rassegnare; la lotta democratica è sempre dura, perché di fronte si ha una controparte che ha il potere di decidere e spesso prova a mettere in atto manovre che non tengono in debito conto le istanze della gente, con questo svuotando la democrazia della sua sostanza vitale.
La vostra è una battaglia importante e va combattuta fino alla fine. Siete dalla parte della ragione e la vincerete, anzi la vinceremo insieme perché vogliamo esservi vicini. Se uniamo le forze che abbiamo, ci riusciremo”.
La programmazione dello sviluppo di un territorio infatti deve essere a 360°, a tutto tondo, deve considerare cosa offre il territorio in senso di viabilità e di ferrovie, deve considerare il valore dell’esistente agricoltura, beni ambientali e culturali ed una nuova opera deve essere il risultato di una analisi precisa. Se così il potere politico facesse si comporterebbe diversamente: la distruzione di ambiente verrebbe scongiurata, la valutazione sul percorso della superstrada sarebbe molto più attenta, le infrastrutture ferroviarie esistenti sarebbero tenute in conto.
Anche la politica allora comprenderebbe che il trasporto merci deve essere fatto attraverso le ferrovie e non sulle strade e quindi si impegnerebbe seriamente per la riapertura della ferrovia Civitavecchia Capranica Orte e si accorgerebbe che non serve stravolgere il territorio con una grande arteria che non rispetta l’ambiente e basterebbe la sistemazione e messa in sicurezza dell’Aurelia bis che può regalare maggiore turismo.
Raimondo Chiricozzi Presidente Comitato Riapertura ferrovia Civitavecchia Capranica Orte
Sotto l’articolo pubblicato da tusciaweb sulla riunione di Tarquinia
Tarquinia – Marzia Marzoli durante l’assemblea pubblica del comitato per il diritto alla mobilità
da tusciaweb.eu
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Tarquinia – Marzia Marzoli del Comitato per il diritto alla mobilità
Tarquinia – Virginia Borgi del Comitato per il diritto alla mobilità
Tarquinia – Renato Bacciardi
Tarquinia – L’assemblea pubblica sulla trasversale
Tarquinia – Raimondo Chiricozzi del Comitato per la riapertura della ferrovia Civitavecchia – Caprinica – Orte
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Tarquinia – (s.s.) – Niente tracciato verde e soprattutto trasparenza.
E’ il grido di protesta del comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia, riunito ieri pomeriggio durante un’assemblea pubblica sul tratto finale della Civitavecchia – Orte.
Nell’arcobaleno di colori che sono stati proposti per l’ultima parte di trasversale quello che solleva più dubbi all’associazione è il tracciato verde, che attraversa quasi integralmente la vallata del Mignone.
Ecco allora il motivo dell’assemblea, svolta all’agriturismo Campo di Marta con l’obiettivo di provare a tracciare un quadro della situazione attuale.
A introdurre il dibattito è stata Virginia Borgi, del comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia.
“Si è parlato di tanti colori – ha spiegato Borgi – ma l’unico tracciato sottoposto a valutazione d’impatto ambientale è quello verde, che passa quasi per intero sulla vallata del Mignone.
Al momento l’iter della procedura relativa al completamento del tratto Monte Romano – Civitavecchia è fermo perché la commissione tecnica di Via ha sollevato tante richieste di integrazioni ad Anas che dal canto suo ha inviato risposte generiche e insufficienti.
Inoltre Anas ha ipotizzato altri tipi di tracciato ma solamente per paragonarli con quello che considera il migliore, e la cosa che balza agli occhi è che il verde è in assoluto il meno costoso, oltre che quello meno difficile da realizzare. Speriamo nel parere contrario della regione Lazio, che ancora non si è espressa”.
Subito dopo ha parlato Raimondo Chiricozzi, del comitato per la riapertura della ferrovia Civitavecchia – Caprinica – Orte.
“La trasversale è un progetto utile – ha ammesso Chiricozzi – pero va progettata nella maniera più giusta possibile. Non possiamo pensarla come un mezzo per il trasporto delle merci perché altrimenti andiamo fuori strada.
Per le merci esiste la ferrovia, che c’è già e va soltanto migliorata. Sarebbe assurdo spendere così tanti soldi per creare nuove strade. Fatto questo si potrebbe pensare a una soluzione diversa, come ad esempio l’allargamento dell’Aurelia bis”.
Di diverso tipo l’intervento dell’ex vicesindaco di Tarquinia Renato Bacciardi.
“Io sto dalla parte dei tarquiniesi – ha detto Bacciardi – e soprattutto dalla parte di chi in questa valle ci abita. I politici devono capire che per intervenire su un territorio devono innanzitutto chiedere il permesso a chi ci abita.
Per quanto riguarda il tracciato, ormai è chiaro che il verde non va bene a nessuno e oltre alla sistemazione della strada attuale bisognerebbe cercare un’alternativa valida e che vada bene a tutti”.
A concludere l’incontro le parole di Marzia Marzoli, anch’essa del comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia.
“E imbarazzante – ha concluso Marzoli – che non si sia presentato nessun politico nessun politico e che nessuno abbia qualcosa da dire. Pensandoci bene con il tracciato verde fermo in ministero e tanti altri argomenti da trattare per questa discussione non c’era tempo.
Noi comunque non ci fermiamo e abbiamo chiesto un incontro a Panunzi perché e troppo facile dire che si è impegnati. Andremo da lui nella commissione ambiente e chiederemo almeno un po’ di trasparenza.
Un’altra cosa fondamentale sarà capire cosa ci vogliamo fare con il nostro territorio, visto che l’idea dei politici, che è quella di distruggerlo, è già chiara a tutti”.
Samuele Sansonetti