Come difendersi dalla cosiddetta “alga tossica”: presentato un vademecum per la salute dei bagnanti

Il procuratore Capristo: «Verificare i metodi di prelievo delle acque»

Contro i fenomeni di inquinamento, sensibilizzazione per i cittadini e gli operatori

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EDOARDO CENTONZE 
Giovedì 19 Luglio 2012 ore 15.07
 

Si è svolta presso il Tribunale di Trani, una conferenza stampa di presentazione di un importanteOpuscolo Informativo concernente “Manifestazioni cutanee e non, provocate presumibilmente da elevate concentrazioni di sostanze tossiche (metalli, agenti biotici, etc.) presenti nelle acque di balneazione”, e che pone particolare attenzione al problema dell'”alga tossica” (Ostreopsis ovata) destinato alla consultazione sia da parte di tutti i cittadini bagnanti, sia degli operatori sanitari dei Pronto Soccorso della provincia. Nell’occasione sono intervenuti il procuratore capo di Trani Carlo Maria Capristo, il sostituto procuratore Antonio Savasta, titolare dell’inchiesta “Dirty Water”, che ha portato nel Maggio scorso al sequestro dei depuratori di Barletta, Andria, Trani e Molfetta, nonché della recente indagine aperta contro ignoti per lesioni colpose, a seguito di varie segnalazioni di bagnanti che hanno lamentato problemi di tipo dermatologico, il quale in riferimento alle recenti analisi delle acque marine svolte dall’Arpa ha affermato che «va rivista la metodica dei prelievi». Sono intervenuti inoltre il dermatologo dott. Giuseppe Carrieri, consulente della procura, che ha redatto questo opuscolo informativo, il direttore generale della Asl Bt Giovanni Gorgoni, e il comandante della Guardia di Finanza di Barletta Giuseppe Cardellicchio.

«Non tutta la costa è inquinata, ma alcuni tratti vanno monitorati con particolare cautela – ha detto il procuratore Capristo, come riporta Antonello Norscia sulla “Gazzetta del mezzogiorno” di oggi – Il nostro invito risponde all’esigenza di informare i cittadini sui pericoli della balneazione e dunque sulle cautele da adottare per evitare gli effetti dell’alga tossica. Ai fini preventivi siamo tenuti anche a questo. Fermo restando che certi casi d’inquinamento è sempre bene denunciarli alle autorità competenti perché siamo dinanzi ad un fenomeno diffuso e fluttuante soprattutto a causa delle correnti». L’invito rivolto ai bagnanti è infatti quello di fare segnalazioni alla Capitaneria di porto nel caso si riscontrino condizioni di opalescenza dell’acqua, di formazione di schiuma in superficie, di presenza di materiale di consistenza gelatinosa in sospensione.

«Un ruolo importante lo devono avere i cosiddetti medici di famiglia. Tranne casi urgenti e gravi è consigliabile rivolgersi a loro piuttosto che intasare i pronti soccorso – ha affermato il direttore generale dell’Asl Bt Giovanni Gorgoni, come riporta sempre Norscia sulla “Gazzetta del mezzogiorno” – Il fenomeno patologico dell’alga tossica sottocosta purtroppo c’è ma non è maggiore rispetto a quanto già non fosse a nostra conoscenza dagli scorsi tre, quattro anni. La conferma viene da uno screening tra tutti gli ospedali dell’azienda sanitaria. Comunque nei limiti del possibile cercheremo di dotare i pronti soccorso di un dermatologo». Il tutto, nell’ottica di un invito a «non generalizzare le situazioni e dunque a far attenzione nel distinguere gli effetti sulla salute prodotti dall’alga tossica da sintomi derivanti da altre patologie, indipendenti: eventuali disturbi da alga tossica si manifestano nelle 24 ore successive alla balneazione»

L’attività della procura di Trani sta proseguendo in maniera intensiva. Oltre all’inchiesta “Dirty Water” sui depuratori, da quasi un anno si stanno monitorando i casi segnalati di inquinamento marino, e in alcuni casi sono stati sollecitati i comuni a emettere ordinanze di demolizione delle strutture abusive con presenze di scarichi abusivi. Ad esempio, a inizio Luglio, lungo la costa sud della Bat (da Trani a Molfetta), sono stati commissionati all’Arpa dei prelievi delle acque marine in prossimità di alcuni depuratori sequestrati. I risultati hanno confermato la presenza di sostanze inquinanti. Una situazione in contrasto con i dati pubblicati mensilmente dall’Arpa, che, nello stesso periodo, registrano una totale assenza di unità formanti colonie (UFC) di Enterococchi intestinali ed Escherichia coli. «Si tratterà – ha sottolineato il procuratore Capristo, come riporta Giovanni Di Benedetto, sull’edizione di Bari de “la Repubblica” – di verificare quali devono essere le metodiche di prelievo dei campioni di acqua, nel massimo spirito di collaborazione». Sempre su “la Repubblica” viene riportato che: “La Capitaneria di porto e la Guardia di finanza hanno individuato la causa (di altri fattori inquinanti, oltre l’alga tossica) negli scarichi a mare abusivi, ce ne sarebbero diversi nella zona di Boccadoro tra Barletta e Trani, e nel cattivo funzionamento dei depuratori lungo la costa“.

Manifestazioni cutanee provocate da sostanze tossiche
A cura del dott. Giuseppe Carrieri

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