Il sogno di un sindaco di una grande città

da grandangoloonline.net

Friday 07 December 2007

Questa notte non riesco a dormire, forse per i caffé la mia mente si ribella, non intende riposare.

Questa notte non riesco a dormire, forse per i caffé la mia mente si ribella, non intende riposare. 

Debbo forzatamente alzarmi. Avvolto in una coperta corta, mi metto davanti al televisore cercando d’interessarmi alle elucubrazioni del telegiornale, ma il pensiero girovaga. Eppure ho avuto una giornata così intensa e stressante. Provo con la camomilla e finalmente mi assopisco. Gli occhi si chiudono e le membra si rilasciano, ma non è così per la mia mente che incomincia a sognare cose che mi turbano e mi fanno risvegliare con più inquietudine di prima. Difficilmente riesco a ricordare i sogni, ma questa volta è così nitido che mi sembra reale.

Ho sognato di essere il Sindaco di una grande città, ho esaminato progetti, ho ricevuto industriali e costruttori. C’era anche una delegazione di lavavetri alla porta, ma li ho fatti scacciare tutti.

Sono ossequiato e mi sembra ben voluto dai cittadini, anche se il mio comportamento non è sempre corretto; anche quello dei cittadini però mi sembra interessato e poco sincero. Anche io Sindaco non riesco a dormire e allora esco dalla mia abitazione che imponente sovrasta la città, a piedi nella notte fredda in pigiama, con una coperta corta sopra le spalle. Il silenzio della notte è assordante, non si incontra un passante. Ma, dove sto andando? Chi sta tirando la fune del mio pensiero? Sono vicino ad un burrone profondo apparso come d’incanto, dove prima c’era la città. Non mi spaventa. Cammino sull’orlo del precipizio, posso anche correrci, non ho paura di cadere giù ed infatti corro a piedi nudi verso una direzione ignota.

Ad un certo punto vengo attratto da un piccolissimo scoglio e cerco di evitarlo. Sono così convinto di riuscire a superare l’ostacolo che vi salto sopra baldanzoso. Lo scoglio però improvvisamente si muove e si solleva, gira su se stesso come se si animasse, ed eccomi cadere e rotolare inarrestabilmente nel burrone. Mi vedo volare in una interminabile caduta, mentre tutta la vita mi scorre davanti. Sfioro alberi e arbusti ai quali vorrei aggrapparmi senza riuscirvi. Sono in caduta libera e vedo laggiù il fondo spaventoso del burrone rischiarato dalla flebile luce della luna. Tocco il fondo, sono disteso immobile, ma stranamente vivo, almeno mi sembra, perché non ne sono sicuro. Faccio fatica a rimettermi in piedi e mi guardo intorno. Guardo in basso: il burrone continua, non riesco a vederne la fine. Guardo in alto, c’è lo scoglio animato che ride. Cerco di risalire, ma con piedi e mani nude è difficile: le rocce sono acuminate e taglienti e mi si conficcano nella carne.

Insisto nonostante la tempesta che si sta abbattendo su di me. Cerco un passaggio nella roccia. Finalmente pian piano si apre un varco e riesco a risalire la china, ma lassù c’è lo scoglio che vedendomi si rianima e cerca di riacciuffarmi: Scappo veloce, incurante delle ferite sanguinanti ai piedi. Riesco a rientrare in casa e sbarro la porta. Ho sbagliato abitazione? Non è casa mia.! Non ci sono più i tappeti, i cristalli e i quadri costosi. E le lenzuola finemente ricamate? Mi butto sul pagliericcio stanchissimo. “E’ ora di alzarsi” mi dice mia moglie, “ è ora di andare a lavorare”.“Non posso non ho dormito”, le rispondo. “Avanti, alzati, se non lavoriamo, cosa diamo da mangiare ai nostri figli? “

“ Mi alzo in fretta, mia moglie è già fuori e mi aspetta. Prendo il mio secchio e la spazzola e cammino veloce, perché è l’ora di punta ed il momento migliore perché qualche automobilista pietoso si lasci lavare i vetri.

Che sogno incredibile: Un Sindaco lavavetri ai semafori della città.

Raido

Ultimo aggiornamento ( Friday 17 February 2012 )

 

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *