E’ importante attendere che arrivino anche loro. Ognuno porta una propria esperienza di vita. Tra noi discutiamo di tutto anche dei dogma, delle massime e dei principi. E’ questo il compito che ci siamo prefissi. Cerchiamo di rappresentare la realtà ponendo in risalto le tante verità di cui è composta. E’ un tentativo di fare di informazione a 360°.
Ma ecco che arriva Carlos, di corsa, trafelato, viene dai palazzi del potere. Il suo viso è rosso acceso, sta ansimando, non riesce a parlare. Nonostante le mie incalzanti insistenze, gli manca il fiato. Gli dico di calmarsi e gli porgo un bicchiere d’acqua. Lo ingurgita. E’ scosso, non riesce proprio a calmarsi.
Finalmente gli escono delle parole. Sono gemiti, come se venissero pronunciate da un profondo cavernoso. Riesco ad afferrarne il senso. Hanno arrestato il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Parlamento è stato sciolto. E’ iniziata la caccia ai Parlamentari che non intendono riconoscere il nuovo “Capo”. Molti si sono assoggettati al dictat : ” O stai con me o sei contro di me” , riuscendo così ad evitare le patrie galere e la confisca dei beni.
E’ un momento particolarmente difficile, per la democrazia.
Hanno smesso di parlare e guidati da colui, che sembra abbia nel suo cassetto documenti ricattatori nei confronti di uomini della maggioranza e dell’opposizione, di magistrati, procuratori e militari, hanno conquistato il potere. Ha preso il potere il tribuno che arringa da sempre la folla, luogotenente è stato nominato immediatamente il suo grande adulatore. Lo hanno appoggiato alcuni magistrati e larga parte dei militari. Si è instaurata, una nuova forma di democrazia: “dittatoriale”. Il popolo osanna il vincitore che diceva di volersi battere per la democrazia e non parlava certo della sua aspirazione alla dittatura. La gente è scesa in strada con manifestazioni spontanee di gioia, contenta di aver eliminato la “casta” dei politici.
In noi del café virtuel c’è amarezza, avevamo parlato della possibilità che qualcosa di simile alla dittatura si sarebbe potuta ripetere. Le premesse di tutto ciò, erano evidenti. Ne avevamo avuto sentore; solo sul comportamente della gente abbiamo preso un abbaglio. Ritenevamo che il popolo si sarebbe spaccato in due fazioni. La realtà è stata profondamente diversa. Solo una minoranza sembra non sia d’accordo.
Intanto, puntuali, i militari hanno portato a compimento il sogno del “giustizialista”.
Chissà se la rivoluzione giustizialista continuerà con le impiccagioni o le fucilazioni nelle pubbliche piazze?
Intanto, quasi tutti i partecipanti, alle nostre riunioni si sono affacciati al café virtuel . Traspare dai loro volti la preoccupazione su ciò che sta avvenendo nel paese, in tutti c’è apprensione e paura. Sono assenti alcuni, che riteniamo stiano manifestando contenti.
Ecco che davanti a noi sta passando una grande manifestazione a favore del nuovo “Deus”, in prima fila ci sono i presentatori televisivi con i loro sondaggisti.
Per paura di ritorsioni sbarriamo subito le porte d’ingresso del café virtuel. Dalle “libere fessure” osserviamo che dal grande gruppo partono delle squadracce che vanno a scovare gli oppositori nelle loro case e li trascinano in strada ammassandoli sopra un carro, forse un carroccio.
Gli stranieri immigrati clandestini o regolari, uomini, donne e bambini, scappano dappertutto piangendo, ma non hanno scampo. Le squadre formate dagli ex rondisti ben dirette ed organizzate, non provano pietà. Ne hanno già presi tanti uccidendoli all’istante. Gli scampati vengono fatti salire su carri bestiame in attesa della partenza per destinazione ignota. Le squadre ci sembrano formate proprio dai nordisti, anche perché imbracciano fucili. Uno di loro ha strappato la bandiera nazionale. Altri hanno incominciato ad accendere falò dove bruciano libri, cd, dischi, spartiti dell’inno nazionale. Anche i nordisti si sono subito agganciati ai vincitori, divenendone il braccio armato.
Ci sono scontri con qualche sparuto gruppo di oppositori, sostenitori della libertà nell’uguaglianza. Tra questi ci sono vecchi democratici e vecchi socialisti che preferiscono soccombere piuttosto che arrendersi alla barbarie di una “nuova dittatura”. Sono rimasti in pochi, ad opporsi allo tzunami provocato dal maremoto giustizialista.
Tutti, politici di vecchia data in testa, si sono allineati. I sostenitori dell’ex premier si sono disciolti, come neve al sole, liquefatti, eppure erano in tanti; in molti hanno gettato la maschera di cui si erano dotati ed hanno ripreso la vera identità. La “cosidetta” opposizione in larga parte si è integrata nella nuova linea che appoggia il Grande Leader. Tutti lo amano e lo acclamano. Anche le televisioni a reti unificate diffondono la notizia e gli invitati ai dibattiti selezionati tra i lacchè del potere incensano il “divino”.
Al “café virtuel” c’è perplessità e disorientamento.
Tentiamo di capire come sia potuto accadere tutto questo in un paese che ritenevamo un faro della democrazia.
Anche se sappiamo bene che non è democratico quel paese che non cerca di dare a tutti le stesse opportunità e una giustizia uguale per tutti. Questo è solo un paese liberista, forse neoliberista, che è la stessa cosa, ma non democratico, perché per lasciare trionfare il liberismo, toglie servizi che sono essenziali per il riequilibrio, e ciò va a danno della maggioranza degli uomini che diventano sempre più poveri. La stessa moltitudine di uomini che ora entusiasticamente applaude chi da tempo ha iniziato a toglierli anche le libertà civili e costituzionali.
Tentiamo di capire come finirà. Le organizzazioni mondiali, l’Europa appoggeranno il “nuovo corso” oppure lo contrasteranno?
Il nostro timore è che anche l’Europa che doveva essere dei popoli e invece è l’Europa delle grandi banche e dei grandi potentati economici, già abbia tacitamente acconsentito. L’importante per questi governanti che il “nuovo” sia sempre uguale al vecchio: Allontani dalla stanza dei bottoni i lavoratori, tenga a bada gli oppositori, criminalizzi il diverso, purchè le leve del potere reale restino ben salde sempre in mano al grande capitale, che arricchisce pochi e immiserisce tanti.
Riusciremo ancora a parlare dal café virtuel e ad esprimere le nostre opinioni?
Forse sì, tanto le nostre parole, ammesso che ci sia qualcuno disposto ad ascoltarle, non potranno mai cambiare il corso delle cose.
Alla prova dei fatti sono risultate gettate al vento.
Continueranno ad essere semplicemente il sostentamento di pochi sognatori utopici? Oppure, come la goccia che cadendo nel solito punto apre uno spiraglio, potranno aiutare a costruire un domani migliore?
Gli scenari descritti sono impossibili e fantasiosi, perchè appunto giochi virtuali. In Italia non crediamo che questi fatti possano di nuovo accadere.
E’ nostra convinzione che il popolo e le istituzioni democratiche sapranno allontanarli per sempre.
Raido