La risposta del ministero dell’Ambiente alla richiesta d’intervento della ISDE

La  Direzione Generale  per la sicurezza del Suolo e dell’Acqua (SuA) del  Ministero dell’ambiente  ha risposto alla richiesta dell’Associazione medici per l’ambiente – Isde di Viterbo affinché le popolazioni di Caprarola e Ronciglione siano adeguatamente rifornite di acqua potabile, valorizzando sistemi alternativi alla captazione delle acque dal lago di Vico, in ottemperanza alla Deliberazione del 19 maggio 2020  n.276 della Giunta regionale del Lazio

L’Associazione medici per l’ambiente-Isde (International society of doctors for the environment)  di Viterbo, in data 4 agosto 2020, ha scritto al Ministro della salute, al Ministro dell’ambiente e alle competenti Istituzioni ed Enti, affinché in ottemperanza alla Deliberazione del 19 maggio 2020  n.276 della Giunta regionale del Lazio, le popolazioni di Caprarola e Ronciglione siano  adeguatamente rifornite di acqua potabile, valorizzando sistemi alternativi alla captazione delle acque dal lago di Vico (documentazione  in allegato).

La  Direzione Generale  per la sicurezza del Suolo e dell’Acqua (SuA) del  Ministero dell’ambiente in data 11 agosto 2020 ha inviato una nota indirizzata  alla  Direzione ambiente e sistemi naturali della Regione Lazio, all’ ATO1 Lazio Nord Viterbo e alla Talete Spa ( in allegato).

La comunicazione ministeriale conclude chiedendo:”…se siano allo studio provvedimenti per rintracciare fonti alternative di approvvigionamento per superare la denunciata annosa questione.”.

Comunicato stampa a cura dell’Associazione  medici per l’ambiente- Isde di  Viterbo 12 agosto 2020 Per comunicazioni: isde.viterbo@gmail.com

Al Ministro della salute

al Ministro dell’ambiente

al Prefetto di Viterbo

al Sindaco di Caprarola

al Sindaco di Ronciglione

al Presidente della Giunta Regionale del Lazio

al Direttore generale dell’Arpa Lazio

all’Arpa Lazio – sezione di Viterbo

all’Assessore alla Sanità della Regione Lazio

all’Assessore all’Ambiente della Regione Lazio

al Presidente della Provincia di Viterbo

all’Assessore all’Ambiente della Provincia di Viterbo

ai Responsabili dell’Ato 1 – Lazio

al Direttore generale della Asl di Viterbo

al Direttore sanitario della Asl di Viterbo

al Dipartimento di prevenzione – Servizio igiene e sanità pubblica della Asl di Viterbo

alla Garante del Servizio idrico integrato della Regione Lazio

e per opportuna conoscenza

al Commissario europeo all’ambiente

al Direttore generale dell’Istituto superiore di sanità

al Presidente dell’Istituto superiore di sanità

al Presidente dell’Ordine dei Medici – Chirurghi ed Odontoiatri di Viterbo

al Segretario della Federazione italiana medici di medicina generale-Fimmg  sezione di Viterbo

al Presidente della Commissione Ambiente del Senato

al Presidente della Commissione Igiene e sanità del Senato

al Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati

al Presidente della Commissione Affari sociali della  Camera dei Deputati

al Presidente del Tribunale di Viterbo

Oggetto: richiesta di intervento in ottemperanza alla Deliberazione del 19 maggio 2020  n.276 della Giunta regionale del Lazio, affinché le popolazioni di Caprarola e Ronciglione siano  adeguatamente rifornite di acqua potabile, valorizzando sistemi alternativi alla captazione delle acque dal lago di Vico.

Egregi Ministri ed egregi Signori,

l’accesso ad acque pulite e salubri è un diritto garantito dalla nostra Costituzione, da leggi nazionali, direttive comunitarie e sancito dalla Dichiarazione universale dei Diritti umani.

Anche a seguito dei cambiamenti climatici la disponibilità  e la qualità dell’acqua dolce va sempre più riducendosi. Fondamentale risulta quindi la tutela di questa risorsa preziosa ed unica per la vita anche attraverso il contrasto di  tutte quelle azioni e attività che  di fatto ne alterano le caratteristiche di idropotabilità.

Ciò premesso, è  nota ormai  da tempo la compromissione dell’ecosistema e della  qualità delle acque  da destinare ad uso potabile del lago di Vico,  e questo a causa delle attività antropiche che si svolgono nella sua caldera.

Questa grave situazione è da anni oggetto di studi, ricerche e progetti da parte di Enti e Università (Istituto superiore di Sanità, Consiglio nazionale delle Ricerche – CNR, Università della Tuscia, Università di Roma La Sapienza,Università degli Studi Roma Tre e Arpa-Lazio).

Da oltre un decennio l’Associazione medici per l’ambiente – Isde di Viterbo studia e documenta anche

l’inadeguatezza e l’inefficacia dei sistemi di potabilizzazione e il possibile e connesso rischio sanitario per le popolazioni (in allegato le segnalazione del 2010, 2012, 2014, 2015 e 2020).

La grave situazione di degrado della qualità delle acque del lago di Vico come fornitore di acqua potabile e l’inadeguatezza  e l’inefficacia dei sistemi di potabilizzazione dei due comuni circumlacuali  era già stata attestata  nel “Memorandum” redatto nel 2009 dalla Asl di Viterbo ( sempre in allegato), continua ad essere sottolineata costantemente dall’Istituto Superiore di sanità,  e  trova riscontro nel  mantenimento e dalla reiterazione delle ordinanze di non potabilità delle acque per uso umano nei due Comuni circumlacuali (nel comune di Caprarola, risulta in vigore, come da sito  della Asl di Viterbo del giorno 2 agosto 2020

http://www.asl.vt.it/Cittadino/arsenico/localita.php?ms=caprarola l’ordinanza di non potabilità n. 92 del 28 dicembre 2012 e nel comune di Ronciglione risultano in vigore le ordinanze: rete idrica lago di Vico- Ordinanza n.11 del 19 gennaio 2015 e rete idrica Fogliano ordinanza n.135 del 25 luglio 2017 http://www.asl.vt.it/Cittadino/arsenico/localita.php?ms=ronciglione).

La Deliberazione del  19 maggio 2020 n.276 della Giunta regionale del Lazio (in allegato), avente in oggetto: “ Revoca parziale della deliberazione di Giunta regionale 2 aprile 2004, n.237 e revoca della deliberazione di Giunta regionale 15febbraio 2013, n. 43. Approvazione della designazione e della classificazione delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, ai sensi del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152.” ha riconosciuto  il degrado delle acque del lago di Vico.

Le acque lacustri da destinare a produzione di acqua potabile  vengono infatti classificate di categoria inferiore ad  A3 e si  stabilisce  pertanto che : “… tali acque possono essere utilizzate, in via eccezionale, solo qualora non sia possibile ricorrere ad altre fonti di approvvigionamento e solo dopo opportuno trattamento…”.

Sul sito del Ministero della salute (http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=4249&area=acque_potabili&menu=acque)

 si evidenzia che: “…per essere destinate alla produzione di acque potabili, le acque dolci superficiali sono classificate dalle Regioni nelle categorie A1, A2 e A3,secondo le caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche; di conseguenza sono sottoposte a trattamenti diversi:

Categoria A1: trattamento fisico semplice e disinfezione;

Categoria A2: trattamento fisico e chimico normale e disinfezione;

Categoria A3: trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione.

Le acque dolci superficiali, che presentano caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche qualitativamente inferiori ai valori limite della categoria A3, possono essere utilizzate solo quando non sia possibile ricorrere ad altre fonti di approvvigionamento; in tale circostanza, le acque devono essere sottoposte a opportuno trattamento per rispettare le norme di qualità delle acque destinate al consumo umano”.

Nella Deliberazione  regionale  su citata alla pagina 5 ai punti 5 e 6  si legge :

“…5. che le acque del lago di Vico – Ronciglione – Casilino, sulla base delle risultanze analitiche

ottenute dai monitoraggi effettuati da Arpa Lazio ai sensi dell’Allegato 2 alla parte terza,

sezione A del decreto legislativo 152/2006, sono classificate in categoria inferiore ad A3,

per il parametro temperatura, pertanto tali acque possono essere utilizzate, in via

eccezionale, solo qualora non sia possibile ricorrere ad altre fonti di approvvigionamento e a

condizione che le acque siano sottoposte ad opportuno trattamento che consenta di rispettare

le norme di qualità delle acque destinate al consumo umano, fermo restando il rispetto delle

indicazioni relative alla proliferazione algale riportate al punto 11;

6. che le acque del lago di Vico – Caprarola – S. Lucia, sulla base delle risultanze analitiche

ottenute dai monitoraggi effettuati da Arpa Lazio ai sensi dell’Allegato 2 alla parte terza,

sezione A del decreto legislativo 152/2006, sono classificate in categoria inferiore ad A3,

per il parametro temperatura, pertanto tali acque possono essere utilizzate, in via

eccezionale, solo qualora non sia possibile ricorrere ad altre fonti di approvvigionamento e a

condizione che le acque siano sottoposte ad opportuno trattamento che consenta di rispettare

le norme di qualità delle acque destinate al consumo umano…”.

L’Associazione medici per l’ambiente – Isde di Viterbo, chiede  alle competenti Istituzioni, per quanto sopra esposto e in ossequio alle vigenti normative nazionali e internazionali  in tema di diritto alla salute  ed accesso all’acqua potabile, di intervenire per l’abbandono della captazione delle acque dal lago  di Vico e il rifornimento di acqua potabile per le popolazioni di Caprarola e Ronciglione valorizzando sistemi alternativi.

In  attesa di un cortese riscontro, si inviano distinti saluti,  

                                                                                                                            dottoressa Antonella Litta

 referente per Viterbo dell’Associazione  medici per l’ambiente

Isde- (International Society of Doctors for the Environment – Italia)

Viterbo, 3 agosto 2020

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