Arte sui cammini, in partenza il progetto per valorizzare la Via Francigena nella Tuscia

da Tusciaup di  Paola Maruzzi 

Quattro grandi artisti contemporanei legati dal segno della spiritualità; quattro località della Via Francigena (ex Terme Inps a Viterbo, Fossato Callo a Vetralla, il Parco Archeologico di Sutri e la piattaforma lancio dei deltaplani all’interno della Riserva del
Lago di Vico) da ricongiungere per aprire ai pellegrini d’oggi nuovi orizzonti contemplativi: è l’obiettivo annunciato da Lo spazio del cielo, uno degli otto progetti vincitori del bando regionale “Arte sui cammini” per un finanziamento di circa 150 mila euro. I cantieri partiranno a settembre per arrivare pronti al taglio del nastro al massimo entro aprile del 2019. L’inaugurazione potrebbe cadere in concomitanza con un altro importante traguardo di riqualificazione artistica, promosso dall’Accademia Nazionale di san Luca: si tratta del progetto Viandante, finanziato sempre dalla Regione Lazio, e che prevede due interventi, uno in via Marconi e l’altro alle Piscine Carletti.
Premesso che l’ente promotore de “Lo spazio del cielo” è la Società Cooperativa Culture, la più grande realtà operante nel settore dei beni e delle attività culturali in Italia, è facile ipotizzare quale interessante ricaduta possa avere questa iniziativa per il territorio. L’ideazione e il coordinamento del progetto è dei Cantieri dell’Arte di Arci Viterbo. Numerosi i partner coinvolti: si va dalle amministrazioni locali a importanti gallerie d’arte internazionali, tra queste Clima Gallery di Milano, Albumarte ed Ex Elettrofonica di Roma, dalla Biennale dei giovani artisti d’Europa e del Mediterraneo all’Università della Tuscia, che ha nominato un comitato scientifico ad hoc. Ultimati i sopralluoghi, visionati i bozzetti delle opere e in attesa del via libera
delle Sopraintendenze, andiamo a sbirciare dietro le quinte dei quattro interventi. A farci strada è il curatore Marco Trulli. “Chiave di volta del progetto è la contemplazione, parola che deriva dal latino cum templum e che vuol dire ‘nel mezzo dello spazio del cielo’. Per gli àuguri etruschi questo spazio, riprodotto sul terreno per identificare dei luoghi dove compiere sacrifici per gli dei, rappresentava un luogo sacro. Ecco perché il cielo è il campo di osservazione verso cui tende questo progetto.
Le opere, inserite nel contesto paesaggistico in maniera discreta e armonica,
orientano il passo del pellegrino, illuminano il percorso come lanterne e segnano sempre un confine, l’inizio di una nuova fase del cammino, inteso come interpretazione e contemplazione del paesaggio”. Punto di partenza sono le ex Terme Inps, uno dei primi edifici, oggi in stato di abbandono, che si incontra lungo l’originario tracciato della Francigena. Il luogo è stato scelto per l’intervento dell’artista Alfredo Pirri, “Lanterna Termale”: il piccolo casotto d’ingresso verrà trasformato in una lanterna accesa per farsi segno tangibile per i pellegrini. Questo comporterà la risistemazione dei locali, la sostituzione degli infissi, un lavoro sulle vetrate e l’introduzione di un sistema di
accensione automatizzato dell’illuminazione interna. A Vetralla ci sarà, invece, l’opera
di Elena Mazzi: una lastra in peperino elevata tramite piedistalli ad altezza della mano, un invito a essere toccata dai pellegrini. La striscia in pietra verrà intagliata
in modo da riproporre la stratificazione dei paesaggi della Francigena, mixando informazioni scientifiche, ottenute dai rilievi con l’esperienza che l’artista avrà dei luoghi.
Il progetto prevede il recupero dell’area del Fossato Callo, a cura dell’Orto Botanico dell’Università della Tuscia.
Terzo snodo è la “Torre Tuscia” di Teodosio Magnoni all’interno del Parco Archeologico di Sutri: un elemento verticale trasparente che, attraverso le bucature disegnate dall’artista, si amalgama con il paesaggio. Un segnale piantato sul crocevia di diversi percorsi francigeni, in procinto di lasciarci alle spalle l’area archeologica di Sutri.
La struttura ad anello de “Lo spazio del cielo” ci porta, infine, nell’area del Lago di Vico, proprio al margine tra il territorio di San Martino al Cimino e Caprarola. Qui il progetto di
Matteo Nasini crea un punto d’ascolto nel bosco attraverso una serie di quattro sculture (delle forme ibride che escono dal terreno) che funzionano come risuonatori eolici; uno spazio acustico in cui sostare a contemplare il lago e il paesaggio, soffermandosi sul “concerto” della natura.
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