Bolle danza per Mina e Celentano – e la Galleria chiude per una notte

Sabato le riprese di un videoclip Rai. Stretta dell’Anac, protestano i negozianti L’assessorato al Demanio è già alle prese con la stesura dei nuovi bandi

di Paola D’Amico e Rossella Verga

Il grande artista del teatro alla Scala con la coreografia di novanta ballerini in quella notte strana della Galleria girerà un videoclip che dovrà essere inserito nella trasmissione di Rai 1 dedicata a Mina e Celentano (ieri a un certo punto è circolata anche la voce di una possibile comparsata dei due grandi volti del mondo dello spettacolo). Sempre ieri, una riunione inter-assessorile ha dato il via libera alle danze, e negli uffici della Polizia locale è partito l’iter per garantire il blocco dell’area. Inizialmente, l’evento avrebbe dovuto impegnare la Galleria dalle 20. Si è poi deciso di contenerlo in uno spazio più limitato e soprattutto il meno possibile invasivo per i commercianti, già sul piede di guerra per i contratti in scadenza in questi giorni. Proprio ieri, infatti, all’assessorato al Demanio sono cominciati gli incontri per esaminare il parere della associazione nazionale anticorruzione (Anac) sui bandi per il rinnovo delle concessioni. Dopo la richiesta di una valutazione espressa dal sindaco Beppe Sala sulla bozza di gara in costruzione è arrivata la bocciatura della «corsia preferenziale» immaginata per gli esercizi.

Il Comune in questi giorni e in tempi rapidi dovrà riformulare il testo del documento in vista della gara pubblica, tenendo conto delle osservazioni dell’anticorruzione. I commercianti sono preoccupati. La concessione de «Il Salotto» scade oggi. Quella della «Locanda del Gatto rosso» a fine dicembre. Il titolare Andrea Lojacono non perde la speranza: «Noi contiamo sul sindaco. Ci auguriamo che l’amministrazione trovi una soluzione e definisca una linea per il futuro sviluppo dela Galleria che è dei cittadini, non è nostra— aggiunge —. Per questo non abbiamo mai discusso condizioni né aumenti». La situazione del Comune non è facile, ammettono i commercianti. «La nostra concessione — dice Lojacono — risale a 18 anni fa e prevede il rinnovo». È questa la prima concessione introdotta al posto degli affitti. «Quelle stipulate dopo hanno eliminato la clausola del rinnovo, che va fatto con una richiesta da parte di chi occupa i locali 365 giorni prima della scadenza».

Quando è sbarcata in Galleria, la «Locanda» si chiamava «Il Gabbiano». «Mio padre era il titolare, s’è ammalato e noi figli siamo subentrati, abbiamo cambiato nome ma subito, era il 2012, abbiamo anche chiesto il rinnovo della concessione. Così per cinque anni consecutivi. Mai una risposta». A dicembre scade il contratto per il locale. Quello per il dehors scadrà nel 2026. Un paradosso. «Nel 2011 abbiamo investito un milione di euro nel rinnovo dei locali. Leasing e mutuo scadono nel 2020, ben oltre la scadenza della concessione. Il Comune ci autorizzò i lavori. E questo, oltre al contratto con la clausola del rinnovo, ci ha sempre permesso di lavorare con serenità».

Serenità che non hanno più da tempo commercianti i cui contratti scadono nel 2020. Sono poche le insegne storiche ormai, Borsalino, Centanari, Mejana, Noli, Camparino, Savini… «Siamo storici anche noi — dice Angelo Cielo, dell’omonima gioielleria che s’affaccia su piazza Duomo 19 —. Siamo inquilini da 102 anni. Iniziò il nonno, poi il papà, poi noi tre fratelli. Abbiamo investito qui tutti i nostri guadagni. Tra 4 anni potremmo trovarci a competere con un colosso di una multinazionale. Non dormiamo bene la notte. Se chiudiamo non abbiamo un parco immobiliare da vendere per sbarcare il lunario».

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