Sentenza storica. Diritto di non irrorazione (pesticida)

Viticultore condannato in Toscana per aver contaminato con pesticidi l’abitazione e la coltivazione biologica del vicino

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articolo di Daniela Rosellini

(12.12.14) Grazie all’azione legale condotta in Toscana dal signor Michelacci e dagli Avvocati Pini e Peri, con la Consulenza Tecnica di Parte del Prof. Giuseppe Altieri, al Tribunale di Pistoia è stata vinta un’altra importante causa relativa alla tutela dei cittadini e degli agricoltori biologici, dalle contaminazioni di pesticidi derivanti da aziende agricole limitrofe, che usano prodotti chimici, pericolosi per la salute e l’ambiente.
Il Prof. Giuseppe Altieri ha redatto le perizie tecniche di parte, nella prima fase del procedimento, atto a verificare le derive di pesticidi, chiedendo al giudice di applicare la tolleranza zero per il diritto di chi non vuole essere contaminato dai fitofarmaci, siano essi agricoltori biologici o semplici cittadini.
Sulla vegetazione e nella proprietà del signor Michelacci, sono stati trovati residui di Cimoxanil (fungicida chimico) e Rame (anche se il rame non presenta problemi, in quanto autorizzato in Agricoltura Biologica) nel momento in cui venivano fatti i trattamenti convenzionali con tali prodotti. Si rammenta che i residui di pesticidi, in genere, si concentrano nelle polveri, e che i danni dei fitofarmaci si esplicano anche a livelli infinitesimi e, soprattutto, indesiderati dai consumatori biologici (tolleranza corrispondente a 0,01 mg/kg, un livello molto superiore ai limiti di rilevazione della presenza di pesticidi).
Questa recente sentenza ha stabilito che chi usa la chimica, non può contaminare il vicino biologico o le case e i giardini dei privati, e la causa si è conclusa con una bella e congrua multa per il viticultore chimico e con l’imposizione di trattamenti verso l’interno sui terreni di confine, al fine di annullare la deriva di prodotti chimici, con tolleranza zero pesticidi, nella proprietà dei vicini.
E’ quindi passato il principio del diritto all’assenza di contaminazione ed è stato così affrontato legalmente un problema molto diffuso, tanto che, all’eventuale prossima contaminazione, il ricorrente potrebbe denunciare di nuovo il viticultore chimico.

La sentenza in forma integrale (pdf) si può trovare al seguente indirizzo:https://gruppodistudioambientesalute.files.wordpress.com/2014/11/sentenza-cantine-bonacchi.pdf

Oggi i Sindaci possono tranquillamente dichiarare i propri territori “biologici”, essendo la produzione biologica ampiamente compensata dai Pagamenti Agroambientali dei PSR regionali, obbligatori e prioritari, che riconoscono inoltre il 20% per i costi burocratici di transazione e un 30% per le azioni collettive di più agricoltori che si riconvertono al biologico, con immensi benefici territoriali.
Vengono inoltre pagate dai PSR Regionali, la consulenza tecnica (con 1.500 € annui per consulenza) e le spese di Certificazione biologica.
Vi sono anche altri contributi disponibili, prioritari per le aziende agricole biologiche e per i giovani imprenditori agricoli.” – afferma l’agronomo Prof. Giuseppe Altieri, docente di Fitopatologia, Entomologia e Agroecologia.

Noi di Agernova (Servizi avanzati per l’Agroecologia e la Ricerca)siamo a disposizione di tutti i cittadini Italiani per le vertenze atte ad evitare le contaminazioni da pesticidi e punire i responsabili, sia per le Ordinanze comunali sul divieto dell’uso di Agrofarmaci che per ogni forma di Assistenza Tecnica Agroecologica avanzata, alle Istituzioni, Regionali e Nazionali, nella definizione delle Norme e Sostegni Agroambientali.
Data la nostra esperienza trentennale nel settore dell’Agricoltura Biologica e nella formazione professionale nel settore, siamo inoltre disponibili per l’assistenza alle produzioni biologiche locali.

Per ulteriori informazioni: http://www.agernova.it/

dicembre 16, 2014 //

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