Tolleranza zero pesticidi: prima sentenza storica in Italia.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

Comunicato Stampa – Agernova

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Tolleranza zero pesticidi: prima sentenza storica in Italia.
Viticultore condannato in Toscana per aver contaminato con pesticidi la vegetazione, i terreni e l’abitazione  del vicino biologico.

Colline devastate dai disseccanti vicino Todi

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Grazie all’azione legale condotta in Toscana dal signor Michelacci e dagli Avvocati Pini e Peri, con la Consulenza Tecnica di Parte del Prof. Giuseppe Altieri e la Memoria Magistralis del Prof. Emerito Costituzionalista Domenico Corradini H. Brousshard, abbiamo vinto un’altra causa importante al tribunale di Pistoia, per la tutela dei cittadini e degli agricoltori biologici dalle contaminazioni di pesticidi derivanti da aziende agricole limitrofe che usano prodotti chimici pericolosi per la salute e l’ambiente.

Il Prof. Giuseppe Altieri ha redatto le perizie tecniche di parte nella prima fase del procedimento, atto a verificare le derive di pesticidii, chiedendo al giudice di applicare la tolleranza zero per il diritto di chi non vuo essere contaminato da pesticidi, agricoltori biologici e cittadini in generale. Si rammenta che nelle polveri, in genere, i residui di Pesticidi si concentrano.

Abbiamo trovato residui di Cimoxanil (fungicida chimico) e Rame (anche se il rame non presenta problemi, in quanto autorizzato in Agricoltura Biologica) sulla vegetazione e nella proprietà  del signor Michelacci, nel momento in cui venivano fatti i trattamenti convenzionali con gli stessi prodotti.

La sentenza ha stabilito che chi usa la chimica non può contaminare il vicino biologico o le case e i giardini dei privati.

Con una bella e congrua multa per il viticultore chimico e l’imposizione di trattamenti verso l’interno sui terreni di confine, al fine di annullare la deriva di prodotti chimici, con tolleranza zero pesticidi nella proprietà  dei vicini.

Ma in questa seconda parte della sentenza, a mio parere, sussistono lacune in quanto le precauzioni imposte dal giudice, su indicazioni del Consulente Tecnico d’Ufficio, non credo saranno sufficienti a garantire l’assenza di deriva di pesticidi.

Nella mia relazione avevo indicato gli studi ufficiali condotti sulle derive di Agrofarmaci nell’ambiente, in cui si dimostra che le contaminazioni da pesticidi avvengono anche a distanze superiori a 100-150 metri. Ma non sono state considerate dal Giudice, che si è affidato alle prove tecniche balistiche effettuate da un secondo CTU.

E il Giudice non considera nemmeno l’obbligo di rispettare una fascia di almeno 50 metri lungo i confini di proprietà , nella quale bisogna evitare i trattamenti con prodotti chimici di sintesi, così come stabilito da sentenze dei TAR del Trentino e della Liguria. Link: http://genova.repubblica.it/cronaca/2013/07/14/news/diano_marina_la_guerra_delle_olive_stop_ai_pesticidi_vicino_alle_case-62976175/

In ogni caso, è passato il principio del diritto all’assenza di contaminazione. Ed alla eventuale prossima contaminazione il ricorrente potrebbe denunciare di nuovo il viticultore chimico.

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INDICAZIONI

Ora è necessario agire a livello nazionale per:

– diffondere il modello di azione legale per il diritto alla deriva zero Pesticidi.

– imporre l’assenza di residui chimici nei prodotti biologici, in quanto gli eventuali confinanti che usano prodotti chimici non devono contaminare le coltivazioni biologiche, mentre oggi tale residuo è consentito, a livelli pericolosi per la salute, dal momento che i danni da Pesticidi si esplicano anche a livelli infinitesimi, e soprattutto indesiderati dai consumatori biologici (tolleranza corrispondente a 0,01 mg/kg, un livello molto superiore ai limiti di rilevazione della presenza di pesticidi)

– Imporre in tutta Italia il limite minimo di distanza dai confini per l’uso di prodotti chimici non consentiti nell’agricoltura biologica. Distanza per ora stabilita in 50 metri dalle sentenze dei TAR (Trentino e Liguria), ma che dovrebbe essere di almeno 100-150 metri. Modificando in tal senso il PAN, Piano d’Azione Nazionale sull’uso sostenibile dei pesticidi.

I trattamenti fitosanitari possono essere effettuati nelle zone di confine con mezzi autorizzati in agricoltura biologica, altrettanto efficaci.

– Interrompere la palese ingiustizia verso i produttori biologici, che attualmente devono sopportare danni nelle zone di confine con le aziende chimiche, rinunciando al raccolto biologico, con perdite spesso considerevoli ed impossibilità di coltivazioni biologiche su piccole superfici, quali gli ortofrutticoli e gli orti familiari.

Dal momento che è il confinante ad inquinare chi coltiva biologico, commettendo reato, e non viceversa.

Il quale confinante, lungo i confini, può in ogni caso utilizzare tecniche biologiche, ampiamente disponibili e “registrate” sul mercato, ovvero sottoposte a prove di efficacia… se proprio si vuol continuare a usare pesticidi chimici nel resto dell’azienda.

Si rammenta che il calo eventuale di resa ed i maggiori costi della produzione biologica sono ampiamente compensati dai Pagamenti Agroambientali europei nell’ambito dei PSR regionali, con enormi risorse disponibili, obbligatorie e prioritarie per i benefici collettivi.

– Gli Agrofarmaci chimici di sintesi non possono essere venduti senza prescrizione e devono essere autorizzati da un tecnico abilitato (Circolare dell’Ordine degli Agronomi sull’Atto Fitoiatrico), solo dopo aver impiegato prioritariamente tutte le tecniche alternative (biologiche) disponibili, così come previsto dal D. lgs. n. 150/2012, che impone l’obbligo di Agricoltura Integrata su tutto il territorio nazionale dal 1 gennaio 2014.

Agricoltura Integrata regolamentata, nelle Tecniche di Difesa Integrata, dalla Decisione CE del 30-12-1996, All. 1 – Norme OILB.

Una Legge europea di ben 18 anni fa… di immediata applicazione …ma mai rispettata in Italia.

I Disciplinari di Agricoltura Integrata in Italia non prevedono l’impiego obbligatorio e prioritario delle tecniche sostitutive dei prodotti chimici di sintesi. Pertanto, miliardi di € di Pagamenti Agroambientali, risorse destinate prioritariamente alla riconversione biologica dell’Agricoltura, sono stati distratti dalle Regioni (in maniera illegittima a partire dal 1996) verso agricoltori che hanno usato sempre più pesticidi e disseccanti chimici di sintesi, con netto peggioramento Ambientale (inquinamento delle acque, erosione, alluvioni e dissesto idrogeologico per la distruzione dell’Humus) e Sanitario (incremento drammatico delle Patologie degenerative e mortali nel nostro paese, con crollo dell’Aspettativa di vita sana negli ultimi 10 anni).

Un “Disastro Agroambientale” sostenuto dai fondi europei che erano stanziati per l’esatto opposto. Ed avrebbero dovuto e potuto risolvere il problemi derivanti dall’enorme abuso di Pesticidi nel nostro paese, che incidono pesantemente sul Bilancio dello Stato, laddove la spesa “sanitaria” (per malattie, ndr) rappresenta oltre l’80% dei Bilanci regionali !!!

E’ necessaria pertanto un’azione decisa della Corte dei Conti, per il recupero delle somme economiche percepite illegittimamente, con individuazione dei responsabili di tale abuso di poteri pubblici.

– Dal 2014 vanno immediatamente interrotti i Pagamenti Agroambientali regionali per l’Agricoltura Integrata, in quanto obbligo di Legge e non più impegno facoltativo agroambientale.

Lentamente, la Giustizia si fa strada…

…se qualcuno la “Coltiva”.

Per fermare l’olocausto da Pesticidi, principali concause aggravanti di Patologie degenerative per gli esseri viventi.

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Sostegno Tecnico alla vertenze giuridiche e alle azioni amministrative pubbliche

Siamo a disposizione di tutti i cittadini Italiani per le vertenze atte ad evitare le contaminazioni da pesticidi e punire i responsabili, per le ordinanze comunali sul divieto dell’uso di Agrofarmaci e per ogni forma di assistenza tecnica Agroecologiica avanzata alle Istituzioni Regionali e Nazionali nella definizione delle Norme e Sostegni Agroambientali.

E per l’assistenza alle produzioni biologiche locali, con esperienza trentennale nel settore dell’Agricoltura Biologica e nella formazione professionale nel settore.

Oggi i sindaci possono tanquillamente dichiarare i propri territori “biologici”, essendo la produzione biologica ampiamente compensata  dai Pagamenti Agroambientali dei PSR regionali, obbligatori e prioritari, che riconoscono inoltre il 20% per i costi burocratici di transazione e un 30% per le azioni collettive di più agricoltori che si riconvertono al biologico, con immensi benefici territoriali.

Viene inoltre pagata dai PSR Regionali la consulenza tecnica (con 1.500 € annui per consulenza) e le spese di Certificazione biologica.

Vi sono inoltre altri contributi disponibili, prioritari  per le aziende agricole biologiche e per i giovani imprenditori agricoli.

– si allega la Sentenza in pdf
http://www.agernova.it Sentenza Cantine Bonacchi

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Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo
Studio AGERNOVA – Servizi Avanzati per l’Agroecologia e la Ricerca
Emailagernova@libero.it

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