Decreto Sblocca Italia, un ritorno al passato verso la privatizzazione dell’acqua e dei beni comuni

Solo venerdì è stato pubblicato il testo del cosiddetto decreto “Sblocca
Italia”. Ci sono voluti quasi 15 giorni prima che venisse alla luce essendo
stato licenziato nel Consiglio dei Ministri del 29 Agosto scorso. Un lungo
travaglio che, però, non è servito per migliorarne il contenuto.
Anzi si tratta di un provvedimento che segnala un deciso cambio di fase
nelle politiche governative costruendo un piano complessivo di aggressione
ai beni comuni tramite il rilancio delle grandi opere, misure per favorire
la dismissione del patrimonio pubblico, l’incenerimento dei rifiuti, nuove
perforazioni per la ricerca di idrocarburi e la costruzione di gasdotti,
oltre a semplificare e deregolamentare le bonifiche.

Ma ciò che, come Forum dei Movimenti per l’Acqua, c’interessa maggiormente
evidenziare è la gravità di quelle norme che, celandosi dietro la foglia di
fico della mitigazione del dissesto idrogeologico (Capo III, art. 7),
mirano di fatto alla privatizzazione del servizio idrico.
Infatti, con questo decreto si modifica profondamente la disciplina
riguardante la gestione del bene acqua arrivando ad imporre un unico
gestore in ciascun ambito territoriale e individuando, sostanzialmente,
nelle grandi aziende e multiutilities, di cui diverse già quotate in borsa,
i poli aggregativi.

Ciò si configura come un primo passaggio propedeutico alla piena
realizzazione del piano di privatizzazione e finanziarizzazione dell’acqua
e dei beni comuni che il Governo sembra voler definire compiutamente con la
Legge di Stabilità.
In questo provvedimento, probabilmente, verranno inserite quelle norme, in
parte già presenti nelle prime versioni del decreto circolate all’indomani
del Consiglio dei Minsitri di fine agosto, volte a imporre agli Enti Locali
la collocazione in borsa delle azioni delle aziende che gestiscono servizi
pubblici, oltre a quelle che costringono alla loro fusione e accorpamento
secondo le prescrizioni previste dal piano sulla “spending review”. Si
arriverebbe, addirittura, a costruire un vero e proprio ricatto nei
confronti degli Enti Locali i quali, oramai strangolati dai tagli,
sarebbero spinti alla cessione delle loro quote al mercato azionario per
poter usufruire delle somme derivanti dalla vendita, che il Governo pensa
bene di sottrarre alle tenaglie del patto di stabilità.

Con il decreto “Sblocca Italia” si svelano, dunque, le reali intenzioni del
Governo, ovvero la diretta consegna dell’acqua e degli altri servizi
pubblici locali agli interessi dei grandi capitali finanziari. Infatti, la
strategia governativa, pur ammantandosi della propaganda di riduzione degli
sprechi e dei costi della politica mediante lo slogan “riduzione delle
aziende da 8.000 a 1.000”, non garantirà certamente l’interesse collettivo
ma solo quello economico e di massimizzazione dei profitti delle grandi
aziende multiutilities che già gestiscono acqua, rifiuti e trasporto
pubblico locale.

Come Forum dei Movimenti per l’Acqua intendiamo denunciare con forza la
gravità di questo provvedimento che si pone esplicitamente in contrasto con
la volontà popolare espressa con il referendum del 2011 e dichiariamo sin
da subito che ci mobiliteremo per contrastare il tentativo di
privatizzazione dell’acqua e dei beni comuni, anche rilanciando un nuovo
modello di pubblico che guardi alla partecipazione diretta della
cittadinanza alla gestione come elemento qualificante e realmente
innovativo.

Roma, 16 Settembre 2014.

*Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua*

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