Solidarietà Cittadina: ”E intanto continuiamo a bere del sano veleno”

12/06/2014 – 12:44

 Riceviamo e pubblichiamo

Giovanni, Antonio, Anna, Piero, Luigi, Assunta, Rosa.

Chissà quanti di questi cittadini, amici, che non abitano più in città ma a “San Lazzaro” sarebbero ancora tra noi se non ci avessero tenuto nascosto per tanti anni che nell’acqua potabile che ci fornivano c’era anche molto arsenico.

Acqua, tra l’altro, pagata molto cara!

Se i nostri governanti ci avessero avvertito, avremmo potuto salvaguardare noi ed anche i nostri figli, come sicuramente avranno fatto loro.

Infatti, dopo dieci anni che l’Unione Europea aveva intimato loro di mettersi in regola per non avvelenare più i cittadini, i potenti di turno sono stati costretti ad avvertirci che con quest’acqua non potevamo farci più niente, o quasi (per lo scarico del WC va bene). Perciò da quel momento ognuno doveva arrangiarsi come meglio poteva, ovviamente ci sono cittadini che possono permettersi di comprarla al supermercato ma anche chi non può permetterselo, perciò a questi ultimi non resta altra scelta che continuare a bere quella erogata e continuare a RISCHIARE GROSSO!

I governanti comunque sostengono: “noi vi abbiamo avvisati perciò siamo a posto con la coscienza”.

Poi c’è dell’altro. Hanno deciso di mettere tre casette dell’acqua, a pagamento. E’ ridicolo. A parte il disagio che incontrano le persone anziane, quelli disabili, quelli sprovvisti di automobile ed i residenti nel centro storico che non hanno casette nelle vicinanze, quanta popolazione potrà servirsene? Forse il 2%.

Il 31.12.2012 il nostro primo cittadino, la persona che dovrebbe tutelarci su tanti fronti, ed in particolare su quello della salute pubblica, si è liberato da ogni responsabilità, decretando la non potabilità dell’acqua.

E’ sicuro di aver fatto tutto il possibile per non avvelenarci?

E il suo successore che cosa sta facendo? Esattamente nulla.

Una osservazione va fatta anche a quei cittadini che credono che le cose brutte capiteranno sempre ad altri, ovvero a tutti coloro i quali si disinteressano della vicenda, non protestano, non si ribellano e li vedi arrabbiati solo quando li incontri presso le casette perché devono fare la fila (peggio magari se piove) e borbottano che l’acqua potrebbe anche non essere potabile, lamentandosi con il sindaco e le istituzioni provinciali e regionali.

Però, se si organizza una manifestazione per informare i cittadini di tutta questa vergognosa vicenda, si presenta solo una piccolissima minoranza della cittadinanza e tanti di questi neanche si preoccupano di dare voce alle loro lamentele. Allora verrebbe da dire “avete quello che meritate!”.

Noi del comitato invece crediamo che sia giusto far sentire forte e chiaro la nostra protesta a chi di dovere, senza nascondersi, per cercare di non far più bere veleno. Si chiamiamolo VELENO, perché, forse, se usiamo la parola arsenico, molti cittadini non hanno la giusta percezione del pericolo che stanno correndo.

Noi protestiamo perché non vorremmo più bere veleno, tanto meno farlo fare ai nostri figli e nipoti, compresi i figli e i nipoti di chi non si espone, e soprattutto lottiamo per poter pagare finalmente la bolletta dell’acqua e non quella dell’arsenico.

“SOLIDARIETÀ CITTADINA”.

Marinelli Franco

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