Dopo l’ arsenico nell’ acqua potabile, nuova direttiva UE: ” GUERRA APERTA AL RADON ! ”

da latuavoce.it
Lettera aperta del senatore Michele Bonatesta, alle
Istituzioni locali, ai sindaci, ai politici, ai parlamentari, a tutti

 

Sen. Michele Bonatesta

VITERBO, Illustrissima dr.ssa Antonella Scolamiero prefetta di Viterbo,
illustrissimi rappresentanti delle Istituzioni nella Tuscia,
gentilissimi Sindaci dei Comuni della Tuscia,
carissimi politici del territorio,
pregiatissimi parlamentari ‘ nominati ‘ sul territorio,
carissimi tutti.

Vogliateci scusare se ancora una volta torniamo a tediare qualcuno di voi con le nostre lettere aperte.
Il fatto è che da un po’ di tempo a questa parte abbiamo la netta impressione che l’informazione locale ( quantomeno quella cosiddetta… cartacea ma anche ‘ parte ‘di quella ondine ) abbia perso molto di quello ‘ smalto ‘,molta di quella verve giornalistica che faceva la differenza tra una testata ed un’altra, molta della capacità di una volta di fare vera, disinteressata e ‘ completa ‘informazione.
Da qui la necessità – a nostro avviso – di sopperire noi, attraverso i nostri messaggi politici, a questa ‘ informazione ‘incompleta ed insoddisfacente, il più delle volte politicamente‘ pilotata ‘ e manipolata, specie quanto di tratta di notizie di fondamentale importanza per la collettività.

Come quella contenuta in questa nostra lettera aperta di oggi, per l’appunto.

La ‘ notizia ‘della nuova, recentissima direttiva dell’Unione Europea in tema di ‘ radioprotezione ‘.
Una direttiva che inserisce tra le radiazioni che possono diventare causa di morte… IL RADON. 

Essì !
Eggià !!
Epproprio !!! 

IL RADON: un gas che si sprigiona naturalmente dalle rocce e riconosciuto dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione come un… cancerogeno certo. 


Da qui, carissimi tutti… come dicevamo… la decisione di includere nella direttiva europea sulla radioprotezione limiti precisi alla presenza del RADON negli ambienti chiusi.

Intendiamoci.

Che il Lazio, nella mappatura della presenza di radon in Italia, sia la regione con il tasso più alto lo abbiamo sempre saputo così come abbiamo sempre saputo che Viterbo e la Tuscia – nel Lazio – rappresentano probabilmente la parte più esposta ai pericoli di queste radiazioni.
Eggià: anche questo abbiamo sempre saputo ma poi i nostri politici, i nostri amministratori, i rappresentanti delle varie istituzioni, i sindaci, le associazioni e chi più ne ha più ne metta, tutti – insomma – alla fine hanno sempre deciso di chiudere un occhio ( o… tutti e due ) o di infilare la testa nella sabbia quasi che ( con questi atteggiamenti) ci si voglia affidare mani e piedi al solito, pilatesco ragionamento del…io speriamo che me la cavo. 
Epproprio: noi viterbesi… noi viterbesi abbiamo sempre ‘ sperato ‘di cavarcela preferendo non guardare la realtà, preferendo non pensare alle soluzioni che pure ci sono e che non sono nemmeno di impossibile attuazione.
Fatto sta che ora ci ha pensato l’Unione Europea, carissimi tutti, come già detto, a richiamare ognuno di voi, ognuno di noi, alle proprie responsabilità.
Come fatto a suo tempo con l’arsenico nell’acqua potabile, tanto per intenderci, per cui… per cui ora nessuno potrà più fare finta di non sapere, tutti dovranno fare la loro parte per tutelare la salute della collettività, dei nostri figli, dei nostri nipoti.
Salute messa in serio pericolo dal RADON – carissimi tutti – ritenuto responsabile di circa il 50 per cento di tutte le radiazioni che assorbiamo nell’arco della nostra vita; IL RADON, ritenuto responsabile di circa il 10 per cento dei casi di tumore ai polmoni nell’intero continente mentre in Italia ne sono stati calcolati quasi 3.300 all’anno. 
Ovviamente – carissimi tutti, eccellentissima prefetta di Viterbo dr.ssa Antonella Scolamiero – ovviamente non abbiamo i dati relativi a Viterbo ed alla sua provincia, dati che sino ad oggi ( probabilmente) tutti i destinatari di questa nostra lettera aperta hanno preferito non raccogliere e quindi… ignorare. 

Ma da domani – dicevamo – da domani non sarà più così, non potrà più essere così.

Da domani qualcuno potrebbe, infatti, richiamare ognuno di voi – carissimi tutti – alle vostre responsabilità per ciò che avete fatto ma soprattutto per ciò che non avete fatto ma avreste potuto e dovuto fare.
Come… come… dare indicazioni precise, per esempio, nelle costruzioni pubbliche e private per evitare che il RADON si accumuli all’interno delle pareti domestiche, delle scuole, degli ospedali, degli uffici, degli esercizi commerciali eccetera eccetera eccetera.


Eggià:
IL RADON, 
SE VOGLIAMO, è COME L’AIDS. 

Della serie… della serie…se lo conosci, lo eviti. 
Ed a Viterbo, nel Viterbese, sono decenni – carissimi tutti – che lo conosciamo. Sono decenni che lo conosciamo e che non facciamo niente per proteggerci, per proteggere i bambini, per proteggere gli anziani, per proteggere le donne incinte, per proteggere insomma tutti ma innanzi tutto i soggetti più deboli.

Guerra aperta al Radon ha invece deciso l’Unione Europea.

Soprattutto nelle scuole se è vero che in quest’ultime i valori sono risultati superiori alla media in quanto spesso le strutture si trovano al piano terra.
Ma dicevamo della direttiva Ue e dei limiti di concentrazione del Radon da quest’ultima posti.
La concentrazione di radon nell’aria si misura in Becquerel al metro cubo (Bq/m3) e la direttiva fissa il limite di 300 per tutti gli ambienti al chiuso, senza distinzioni tra luoghi di lavoro ed abitazioni. 
Questo valore, infatti, è ritenuto consono a contenere il rischio entro valori accettabili, considerato che azzerarlo del tutto sembrerebbe impossibile, non ultimo per i costi ai quali si andrebbe incontro.
Ci troveremo dunque, a breve, a dover affrontare una nuova emergenza nei nostri territori, illustrissima prefetta di Viterbo dr.ssa Antonella Scolamiero, carissimi tutti – l’emergenza radon nei locali di lavoro e di abitazione così come già avvenuto con l’emergenza arsenico nell’acqua potabile ? 
E’ presto per poterlo dire anche se – conoscendo i nostri ‘ polli ‘ ( come suol dirsi) – saremmo più propensi verso il sì che non verso il no.
Il solo modo di sapere quanto radon ci sia nei luoghi al chiuso, a Viterbo e Provincia, infatti, è… quello di misurarlo. 
Da qui il nostro ‘ richiamo ‘odierno a tutti voi, illustrissima prefetta di Viterbo, illustrissimi rappresentanti delle Istituzioni locali, illustrissimi sindaci, carissimi politici, carissimi parlamentari, carissimi tutti.
Il nostro richiamo ‘ ad ognuno di voi ‘ perché ognuno di voi faccia quanto di sua competenza a tutela della salute dei cittadini e della qualità dell’ambiente.
La direttiva dell’UE obbliga tutti gli Stati membri a dotarsi di un piano nazionale che coordini le attività sul territorio.
Pare che l’Italia – carissimi tutti -… pare che l’Italia ( per non smentirsi mai) sia comunque in forte ritardo per le difficoltà incontrate nel dotarsi di questo… piano nazionale. 
Ma alla gente che muore di cancro ai polmoni… ai familiari di quel dieci per cento che muore di cancro ai polmoni per colpa del Radon, cosa andiamo a raccontare, carissimi tutti: che l’Italia è… in ritardo ? 


Eggià: l’Italia è in ritardo.
La Tuscia è assente.
Rassegnatevi, dunque, a tenervi il radon o…. fate da soli ? 

Essì.
Eggià.
Epproprio. 

Va bene pure il ‘ fai da te ‘…se almeno, però, si conoscessero i dati nel Viterbese, carissimi tutti.

O no ? 

Sen. Michele Bonatesta

Lunedì 10 febbraio 2014

 

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