Lacrimogeni: arma di repressione di massa

E’ ormai documentato che la polizia usa gas lacrimogeni, sostanze urticanti ed altre sostanze tossiche e nocive contro manifestanti pacifici, di qualsiasi sesso ed età. Lo scopo è quello di reprimere, scoraggiare e impedire l’esercizio del manifestare


E’ accaduto l’ 11 giugno u.s. a Istambul in piazza Taksim e al Gezi Park: la polizia ha usato gas lacrimogeni e getti d’acqua con sostanze urticanti, oltre che proiettili di gomma. I bossoli trovati (sigla CS), dopo una violenta carica della polizia, denotano la presenza di 2-Chlorobenzalmalononitrile.

A causa delle sue caratteristiche fisiche, la decontaminazione delle costruzioni, delle strade, ed altri materiali (vestiti) è molto difficile. La disseminazione del prodotto su civili può avvenire tramite l’esplosione da polveri ,spruzzando la soluzione con lacrimogeni. Sugli occhi produce bruciore e infiammazione dolorosa, accompagnata da lacrimazione e congiuntiviti, irritazione delle mucose della bocca, dolore intorno alle narici. Se inalato, causa una sensazione di bruciore e compressione della cassa toracica.

Sulla pelle non protetta, possono svilupparsi eritemi nei siti più esposti.Se il soggetto rimane nel teatro della repressione possono sopraggiungere gravi irritazioni, quali tosse, soffocamento, nausea e vomito. Ecco la testimonianza di un coraggioso giornalista di inchiesta, Fulvio Grimaldi, che ha provato gli effetti del CS sulla sua pelle: ”… dopo essere stati fumigati a Genova (19 – 22 luglio 2001) e poi ripetutamente in Palestina, dopo aver lacrimato, tossito, scatarrato, abbiamo anche vomitato e ci siamo contorti dai crampi allo stomaco. Poi ci è venuta una bronchite asmatica, tipo mortaretti nelle vie respiratorie. Che tornava dopo ogni gasata, e ora compare al minimo colpo d’aria. E’ diventata cronica e non c’è terapia, mi conferma lo pneumologo”.

Il CS, da qualche anno in dotazione alla cosiddetta ‘comunità internazionale’, è proibita dalla Convenzione di Ginevra, ma viene sparato addosso a civili inermi. Il gas CS è stato dichiarato nel 1993 non utilizzabile in “Teatro di Guerra” dalla Convenzione di Parigi sulle armi chimiche. A maggior ragione dovrebbe esserne proibito l’uso durante manifestazioni in un… “Teatro di Pace”; invece, tanti governi consentono che il CS venga usato, in modo criminale, dalla polizia contro popolazioni civili. Dunque, il CS deve essere considerato un’arma di repressione di massa!

L ‘Italia fa parte della “comunità internazionale”, quindi anche la nostra polizia è autorizzata ad usare questo gas per aggredire i manifestanti, come è accaduto in più occasioni: ad es. negli scontri di Napoli, nel marzo 2001.
I magistrati hanno accertato che giovani , prelevati in strada o negli ospedali dove erano andati a medicarsi per i danni subiti,sono stati poi portati alla caserma Raniero Virgilio.
Qui subirono abusi illegali : schiaffi, pugni, violenze verbali, ed umiliazioni. Solo nel gennaio 2010 il tribunale di Napoli infliggeva 10 condanne a poliziotti e funzionari, per i reati di sequestro di persona aggravato, violenza privata e abuso d’ufficio, con pene varianti da 2-8 mesi e fino a due anni.
Durante il G8 di Genova,nel luglio 2001, la repressione, gli abusi , i falsi ed i reati accertati, con la uccisione di Carlo Giuliani, sono stati ancora più violenti ed efferati.Anche qui hanno agito provocatori infiltrati – blackblock – che hanno scatenato la repressione poliziesca. Su questi atti criminali molto è stato scritto e documentato, compresa la barbara e illegale aggressione alla scuola Diaz dove i NO-global avevano istituito il loro centro informativo via WEB.In poco tempo avevano registrato milioni di contatti a scala mondiale : un fatto e un successo informativo che dava molto fastidio ai governanti. Eppure i nostri eroi della “libertà di stampa” glissarono ampiamente su questa gravissima sortita poliziesca.

 

Nei sei anni successivi, lo Stato italiano subì alcune condanne in sede civile per gli abusi commessi dalle forze dell’ordine. Nei confronti di funzionari pubblici furono inoltre aperti procedimenti in sede penale per i medesimi reati contestati. Altri procedimenti furono aperti contro manifestanti per gli incidenti avvenuti durante le manifestazioni. A Napoli era responsabile il governo di centro-sinistra, a Genova quello di centro-destra.
Nel giugno – luglio del 2011 e nei primi mesi del 2012 lacrimogeni di tipo CS sono stati utilizzati dalle forze dell’ordine a Chiomonte in Val di Susa, durante gli scontri con attivisti No TAV che manifestavano contro la costruzione della ferrovia Torino-Lione. Sui lacrimogeni come arma chimica di repressione di massa, Jérôme Duval, ha prodotto un interessantissimo documento (http://www.tlaxcala-int.org).

Proiettili a gas lacrimogeno della società Condor (in aggiunta ad armi di “tecnologia di difesa” o di “tecnologia non letale” di provenienza statunitense) sono stati utilizzati , ancora in Turchia , contro i manifestanti , all’inizio di maggio 2013. Queste armi hanno fatto perdere la vista a numerosi manifestanti e causato il decesso di diverse persone in seguito alla loro esposizione ai gas o per l’impatto del proiettile.

Il 3 giugno 2013, Abdullah Cömert, 22 anni, è stato ucciso a Hatay per l’impatto di una granata lacrimogena alla testa; Irfan Tuna è deceduto ad Ankara, il 6 giugno, per un attacco cardiaco provocato da una eccessiva esposizione ai gas. ”I gas lacrimogeni sono stati utilizzati in spazi chiusi e la polizia avrebbe anche fatto uso illegale di proiettili di gomma”, ha dichiarato Navi Pillay, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo, il 18 giugno 2013. Secondo gli ultimi rapporti, dopo circa tre settimane di mobilitazione, la repressione poliziesca in Turchia ha causato la morte di almeno sei persone e quasi 7.500 feriti, di cui 59 feriti gravi. Secondo la Fondazione per i Diritti Umani di Turchia, al 19 giugno 2013 le forze di polizia hanno effettuato 3.224 arresti. Dopo aver utilizzato quasi 130.000 granate lacrimogene in 20 giorni di protesta, la Turchia ha ora una carenza di questi proiettili e cerca di procurarsi 100.000 granate lacrimogene e di 60 mezzi corazzati dotati di granate a gas CS, di fabbricazione USA.

La campagna internazionale “Facing Tear Gas”, contro i gas lacrimogeni, lanciata all’inizio del 2012 dall’organizzazione “War Resisters League” – Lega degli oppositori alla guerra negli USA – denuncia i gas lacrimogeni come arma di guerra, uno strumento di repressione e di tortura contro i popoli che lottano per una effettiva democrazia. Repressione violenta contro i popoli, che aspirano ad una più giusta ripartizione delle ricchezze, a tutto vantaggio dei grandi profitti dei venditori di armi. Nel bel mezzo delle rivoluzioni arabe, le società di armamenti statunitensi hanno esportato qualcosa come 21 tonnellate di munizioni, pari a quasi 40.000 unità di gas lacrimogeno. Nel 2013, il ministro degli Interni egiziano ha ordinato agli Stati Uniti 140.000 cartucce di gas lacrimogeni. Secondo l’Is
tituto di Stoccolma SIPRI, “le importazioni di armi, da parte di Stati nord-africani sono aumentate del 350% tra i periodi 2003-2007 e 2008-2012.”

In Spagna, mentre il governo Rajoy effettua tagli in quasi tutte le voci di bilancio e diminuisce perfino il bilancio del Ministero dell’Interno del 6,3%, le spese per nuovi investimenti e rinnovamento di “attrezzature anti-sommossa e dispositivi specifici di protezione e difesa” passano da 173.670 euro nel 2012 a oltre 3 milioni di euro nel 2013.
Ma da dove proviene la violenza ? Dagli stessi che vessano e reprimono i popoli.

  

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CENNI SULL’AUTORE

Enrico Giardino









Ingegnere ed ex dirigente RAI, è un esperto di telecomunicazioni impegnato da decenni nella democratizzazione dei sistemi informativi e comunicativi di massa. Fondatore e responsabile del Forum per il “Diritto A Comunicare” (DAC), è autore di scritti ed audiovisivi ospitati sul sito www.forumdac.it. Nel 1991 ha pubblicato il suo primo libro “Comunicazione e potere” con le edizioni associate. Nel 2003 il 2^ libro “Diritto a comunicare e sovranità popolare” ed. Frilli, di grande attualità. Inoltre due opuscoli (reperibili su sito a DAC: “Storie dell’altra RAI” (1968-2003) e “Dal clerico-fascismo mussoliniano al clerico-imperialismo berlusconiano (2009)”. Presso la biblioteca Franco Basaglia di Roma, ha tenuto due corsi di educazione critica ai processi comunicativi, con una serie di proposte costituzionali in materia di politica sociale e comunicativa (2008 e 2010). Impegnato nella demistificazione delle menzogne mediatiche e delle ipocrisie della politica nazionale ed internazionale, ricerca soluzioni ed alternative rispetto agli schemi dominanti. Video – autoprodotti e presentati anche all’estero – sintetizzano la sua attività più recente, tra questi: “MEDIAtic redemption”del 1998, “Missioni umanitarie!” del 1999, “Politica, elezioni e mass media” del 2002

 

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