Viterbo – Lettere – Don Gianni Carparelli, direttore di Migrantes, parla di immigrazione e stigmatizza le parole e il comportamento di Calderoli
da tusciaweb
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Riceviamo e pubblichiamo – Ho vissuto molti anni in un paese che ha dato ospitalità a centinaia di migliaia di italiani, emigrati perché era diventato impossibile vivere nel paese dove erano nati. Spesso emarginati e anche derisi, sono riusciti a salire molto in alto nella scala sociale, culturale e politica.
Spero, prima o poi, di invitarne alcuni qui a Viterbo. In quella nazione, battute come quelle che ho sentito pronunciare da un politico in Italia ed altri suoi colleghi, ironizzando il ministro Kyenge, sarebbero costate loro immediate dimissioni. Questo senza perdere tempo con scuse inutili e mazzi di fiori che non bastano a purificare un atteggiamento che continua a inquinare la dignità delle persone e della politica.
E’ questo atteggiamento che andrebbe sradicato. Se quei politici fossero degli incoscienti chiacchieroni e perditempo di strada, ci farei una risata amara sopra. Ma occupano, e ben pagati, una posizione dove mi dovrebbero rappresentare. Non mi rappresentano. Dovrebbero tornare da dove sono venuti e che trovino un lavoro pulendo le strade così potrebbero imparare a essere ‘’puliti’. Mentre il ministro, nata non in Italia, ha dimostrato una signorilità che tanti, pur nati in questa terra piena di arte e di cultura, non hanno mai conosciuto. Ringrazio il ministro per insegnarci a essere italiani e non cafoni in giacca e cravatta.
Don Gianni Carparelli
Direttore Migrantes, Viterbo
20 luglio, 2013 – 1.33