I DEPUTATI GINO BUCCHINO E ANNA MARGHERITA MIOTTO HANNO DEPOSITATO UNA RISOLUZIONE PERCHE’ SIA REVOCATO LO SCHEMA DI DECRETO INTERMINISTERIALE CHE PRETENDEREBBE DI CONSENTIRE DI EROGARE COME POTABILE ACQUA INQUINATA DA SOSTANZE TOSSICHE E CANCEROGENE CO

I deputati  Gino Bucchino e  Anna Margherita Miotto hanno depositato  presso la XII Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati  una risoluzione che impegna il Governo italiano affinché il Decreto legislativo n. 31 del 2001, che ha recepito la direttiva europea 98/83 per quanto riguarda la potabilità delle acque destinate a consumo umano, non venga modificato con l’introduzione di nuovi valori di parametro per sostanze cancerogene evitabili per le quali, come noto, non esistono soglie di sicurezza.

Risoluzione che pertanto richiede che sia  revocato lo schema di decreto interministeriale attualmente all’esame della Commissione Europea,  schema di decreto che pretenderebbe di consentire di erogare come potabile acqua inquinata da sostanze tossiche e cancerogene come cianobatteri e relative microcistine; schema di decreto che si configura in conflitto con la normativa vigente e  in contrasto con l’evidenza scientifica e la deontologia medica, ecologica e bioetica, oltre che con l’ortoprassi amministrativa e gestionale.

 

Comunicato stampa a cura dell’Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment – Italia) di Viterbo

 

 

Viterbo, 30 novembre 2012

 

Per comunicazioni:,

Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde di Viterbo tel. 3383810091,

e-mail:isde.viterbo@gmail.com

 

Di seguito il testo della risoluzione presentata

ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/01041

Dati di presentazione dell’atto

Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 722 del 22/11/2012

Firmatari

Primo firmatario: BUCCHINO GINO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 22/11/2012

 

Elenco dei co-firmatari dell’atto

Nominativo co-firmatario

Gruppo

Data firma

MIOTTO ANNA MARGHERITA

PARTITO DEMOCRATICO

22/11/2012

Commissione assegnataria

Commissione:
lo schema di decreto in questione, costituito da due articoli, stabilisce che nella tabella presente nell’allegato I, parametri e valori di parametro, parte B, parametri chimici, del decreto legislativo n. 31 del 2001 con cui l’Italia ha recepito nel proprio ordinamento la direttiva 98/83/CE, è aggiunta una riga concernente la voce microcistina-LR e, nella tabella note, è aggiunta la nota 12 che fornisce istruzioni relative alla determinazione del contenuto di tale tossina;
lo schema di decreto sembra essere stato indirizzato per verifica alla sola Commissione imprese e industrie dell’Unione europea (nel cui sito internet compare con la relativa scheda), mentre riguarda una classe di sostanze tossiche di diretto impatto e interesse primario sanitario e non industriale, in quanto è riferito alla totalità della popolazione nazionale utente di un servizio;
dal testo dello schema di decreto, presente nel sito della Commissione imprese e industrie dell’Unione europea si evince come l’atto sia presentato in modo che all’interrogante appare a dir poco elusivo; vi si legge che «esso non è una misura sanitaria o fitosanitaria», mentre è di assoluta evidenza che, se approvato, esso avrebbe una rilevanza sanitaria assai negativa; analoga sottolineatura merita l’esplicita ammissione che «l’analisi di impatto non è disponibile al momento della notifica»;
l’approvazione del decreto renderebbe de facto lecita l’erogazione di acque destinate a consumo umano anche in presenza di contaminazione da cianobatteri e loro micro cistine, violando l’articolo 32 della Costituzione della Repubblica italiana che «tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività»; esso si pone peraltro in aperto contrasto con la necessità di combattere ogni forma di inquinamento e degrado delle acque, anche in considerazione degli obiettivi europei in tema di qualità delle acque previsti per l’anno 2015;
le indicazioni delle maggiori agenzie internazionali, europee ed italiane, di protezione dell’ambiente e della salute evidenziano il pericolo per la salute umana determinato dalla presenza di cianobatteri nelle acque, e ciò anche in considerazione:
a) della complessità biologica e, in parte ancora sconosciuta, potenzialità tossica dei cianobatteri;
b) della loro mutevole ed imprevedibile risposta a diverse condizioni climatiche ed ambientali;
c) delle azioni tossiche, epigenetiche, genotossiche ed oncogene di tanti e vari tipi di microcistine da essi prodotte;
d) delle attività tossiche e/o cancerogene di svariati elementi contaminanti ed inquinanti le acque, tra cui le microcistine, che possono esplicarsi con molteplici e ancora sconosciuti meccanismi di interazione ed amplificazione indicati come «effetto cocktail», diversi da quello della sola e semplice sommatoria delle loro singole azioni;
sono da tempo documentate le croniche difficoltà del nostro Paese ad assicurare una potabilizzazione efficace, sicura e costante delle acque che presentano queste criticità e la mancanza di un reale e diffuso sistema di sorveglianza, allarme e gestione di questi fenomeni: valga ad esempio il caso del lago di Vico, affetto da tempo da un gravissimo processo di eutrofizzazione e da sempre più frequenti e massicce fioriture del cianobatterio Plankthotrix rubescens, detto anche alga rossa, capace di produrre una microcistina cancerogena, non termolabile e tossica per gli esseri umani, per la flora e la fauna lacustre, classificata dalla Iarc (Agenzia internazionale di ricerca sul cancro) come cancerogeno di classe 2 b,

impegna il Governo:

ad adottare urgentemente tutte le iniziative necessarie affinché il decreto legislativo n. 31 del 2001, che ha recepito la direttiva europea 98/83 per quanto riguarda la potabilità delle acque destinate a consumo umano, non venga modificato con l’introduzione di nuovi valori di parametro per sostanze cancerogene evitabili per le quali, come noto, non esistono soglie di sicurezza;
a revocare lo schema di decreto interministeriale citato, tenendo conto che esso si configura in conflitto con la normativa italiana e in contrasto con l’evidenza scientifica e la deontologia medica, ecologica e bioetica, oltre che con l’ortoprassi amministrativa e gestionale.
(7-01041) «Bucchino, Miotto».

 

 

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