Lavori verdi: 4 milioni di occupati in una crescita che non vede ostacoli. Le opportunità del Ministero dell’Ambiente

da miniambiente

Green jobs, ma soprattutto, alta formazione e occupazione verde qualificata in tutti i settori, anche quelli che “green” non sono mai stati. Il primo ad annunciare questo cambio di passo importante nell’evolversi di un’economia e di un mercato del lavoro fortemente attraversati dalla crisi odierna, è Giovanni Brunelli della direzione generale per lo Sviluppo sostenibile del ministero dell’Ambiente, nella presentazione del workshop, organizzato dal ministero nell’ambito del Programma operativo nazionale governance e azioni di sistema, Pon Gas Ambiente 2007/2013, finanziato dal Fondo sociale europeo. Il convegno si è svolto il 17 luglio nella sala convegni del Cnr.

Brunelli ha raccontato di aver visto negli anni, nell’ambito delle azioni di assistenza tecnica finanziate dai fondi comunitari, svilupparsi professionalità tecniche che “oggi stanno dando un contributo notevole all’affermarsi di uno sviluppo che vada verso la sostenibilità”.

Confermano il trend positivo dei green jobs – anche di fronte alla difficile situazione del mercato del lavoro nazionale e internazionale – i dati presentati da un altro rappresentante del ministero dell’Ambiente, Alessandro Carettoni, dati che parlano di una crescita europea tra il 2000 e il 2012 passata da 2,5 a 4 milioni di occupati nei settori verdi ( Ecorys).

Non solo. Anche gli investimenti nell’energia verde vedono, tra il 2004 e il 2011, un incremento fino a 30 miliardi in Europa e un progresso nelle macroaree comprendenti Cina, India e Brasile. Solamente la spesa per la ricerca e lo sviluppo della green energy non decolla anzi, dopo la crescita dal 2008 al 2010, cala vertiginosamente nel 2011.

La caduta è la conseguenza, come spiega Carettoni, delle molte difficoltà che ha attraversato il settore delle energie rinnovabili: incertezza sulle politiche incentivanti ed esaurimento dei pacchetti verdi di stimolo messi in campo per contrastare la crisi, anche di fronte a una stima del potenziale di crescita del settore che dà, con il nuovo quadro normativo (V conto energia e Fer) una proiezione di 120 mila nuovi occupati.

Partendo da questo contesto dinamico ma difficile, il ministero dell’Ambiente ha avviato una serie di azioni che puntano verso i giovani e il lavoro. Promuovere l’occupazione giovanile nei settori di punta dell’economia verde: dalle fonti rinnovabili, ai biocarburanti, alla messa in sicurezza del territorio, delle infrastrutture e degli edifici.

Il Fondo rotativo di Kyoto, contenuto nel Dl sviluppo, fa parte di queste azioni, come pure il credito d’imposta per le aziende che investono su giovani altamente qualificati, e come il finanziamento agevolato per i progetti presentati da imprese che operano nei settori green a condizione che assumano giovani al di sotto dei 35 anni.

Il passo successivo, come sottolinea Leonello Tronti del dipartimento di Funzione pubblica della Presidenza del consiglio, è rendere più verdi tutti i mestieri. E la formazione ambientale è lo strumento che, nel corso degli anni, è stato l’investimento giusto. Ci sono state buone ricadute dal punto di vista occupazionale, come dimostrano dati recenti dell’Isfol relativi ai master e alle lauree triennali, dati che confermano la tesi che l’ambiente produce “buona” occupazione.

Il ruolo delle amministrazioni pubbliche – cui in particolare era rivolto l’incontro – è molto importante nello sviluppo dell’occupazione verde.  La questione ambientale è per la pubblica amministrazione al tempo stesso centrale e trasversale. Dà al sistema pubblico un compito preciso nella crescita dei green jobs sia in forma di domanda diretta sia sotto forma di sollecitazione indiretta della domanda di nuove competenze.

La dimostrazione viene dalla Regione Piemonte, che ha portato all’incontro l’esperienza della formazione forestale. Da anni, infatti, la Regione è impegnata a promuovere attività di formazione professionale e tecnica in ambito forestale e ambientale. Su un territorio coperto da boschi per oltre un terzo della sua superficie, operano oggi oltre 500 aziende forestali per un totale di 2.500 addetti alle quali si aggiungono quasi 67mila imprese agricole.

L’incontro si è sviluppato attraverso interventi che hanno modellato il quadro generale nel quale le due tavole rotonde pomeridiane, con gli amministratori locali e con le parti sociali, hanno portato i contributi dei territori e del mondo delle associazioni e degli operatori.



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