Pd rilancia ipotesi Regione Etruria

da viterbonews24

Ricci: ”Ragioniamo su un asse nord dall’Umbria a Viterbo a Civitavecchia”

31/07/2012 – 04:00

 

VITERBO – Definire un’area ampia, un asse del nord, da Civitavecchia a Viterbo a tutta l’Umbria, dal quale potrebbe nascere una nuova regione: l’Etruria. Questa, in sintesi, la proposta lanciata dal Pd viterbese per dare un nuovo assetto di governo della Tuscia a seguito del piano di riordino delle province varato dal governo e dell’istituzione dell’area metropolitana di Roma.

”Ciò che propone il Pd – spiega il segretario comunale Ricci – è la creazione di un asse Terni-Orte-Viterbo-Civitavecchia, che abbia come spina dorsale la Trasversale Nord, il cui completamento è un elemento prioritario non più rinviabile. Lungo la quale costruire una nuova regione: l’Etruria”.

Secondo il segretario del Pd ”è il momento di dare una lettura oggettiva del fallimento dell’istituto regionale laziale, al di là dell’alternanza dei governi. Con l’istituzione di Roma Capitale – aggiunge – il Lazio è di fatto destinato a scoppiare, a non esistere più. Quindi, è ora di aprire un dibattito serio e approfondito sul futuro territoriale della Tuscia e dei territori confinanti, anch’essi destinati a subire profonde modificazioni con la riduzione delle province prevista dal governo Monti”.

Ad avviso di Ricci ”’per la prima volta si sta manifestando nelle realtà vicine un interesse convergente. Quindi, anziché attardarsi in una difesa piagnucolosa e velleitaria dell’esistente, sarebbe opportuno aprirsi al confronto, senza arroganza e pregiudizi, finalizzato ad individuare un futuro comune per i territori a nord del Lazio e dell’intera Umbria”.

L’asse nord prospettato dal Pd Viterbese avrebbe una popolazione che sfiorerebbe un milione e mezzo di abitanti (908mila l’Umbria, 321mila l’attuale provincia di Viterbo, 160mila quella di Rieti; oltre 120 tra Civitavecchia e il suo hinterland). Circa un terzo in più del milione di abitanti fissato dalla Costituzione per l’istituzione delle regioni.

”Quello che ci stanno proponendo – conclude – è un matrimonio combinato. E come tutti i matrimoni combinati, destinato a naufragare. CIò che ipotiziamo noi, invece, non è un percorso compiuto e dettagliato, ma l’indicazione di una meta, una direzione comune. Intanto iniziamo a fare qualche passo aprendo un dibattito serio e costruttivo”.

L’idea della costituzione della Regione Etruria, con gli stessi confini proposti dal Pd viterbese, era stata già formulata agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso. Il più convinto sostenitore era il consigliere regionale Luigi Daga. Il suo ragionamento era analogo a quello di Ricci: con l’istituzione dell’area metropolitana di Roma (prevista nella legge di riforma delle autonomie locali e mai realizzata), il Lazio non ha più alcun senso. Da qui l’opportunità di lavorare a un’altra entità regionale. L’Etruria, appunto. Alle ragioni prospettate da Daga, oggi si aggiunge il fatto tre province (Terni in Umbria, Viterbo e Rieti nel Lazio) sono destinate a scomparire. E Civitavecchia deve risolvere un enigma complicatissimo: aderire all’area metropolitana della Capitale, con tutti i rischi che ciò comporterebbe dal punto di vista dell’autonomia e del “peso” politico-amministrativo, oppure tentare una nuova avventura, diventando uno dei capisaldi di un nuovo assemblamento territoriale?

 

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