da tusciaweb.eu
L’opinione di un candido democristiano –
In quaranta giorni una nuova Tuscia
Il nodo provincia è arrivato al pettine ed entro dieci giorni, anzi meno ormai, il governo definirà i parametri (territorio e popolazione) entro i quali le province attuali sopravviveranno e, se fuori, si accorperanno.
Da tempo – seppur in pochi, ma insistentemente – si richiama l’urgenza di una pubblica riflessione sulle scelte di sinergie – e conseguenti “alleanze” istituzionali – con territori contigui, nell’interesse dello sviluppo delle nostre potenzialità identitarie.
Naturalmente, non un fatto da addetti ai lavori, ma studio e dibattito con i cittadini e le loro rappresentanze politiche, culturali, produttive, sindacali.
Il decreto del governo prevede il ruolo attivo degli enti locali – entro quaranta giorni e attraverso l’organismo di consulenza della Regione, il Cal – nella definizione delle future province accorpate.
“Degli enti locali” non vuol certamente dire soltanto di presidente, giunta, consiglio di una provincia che non ci sarà più come è ora. Ma “Enti locali” come rappresentanza viva e diretta di quel che a maggioranza pensano i cittadini, previe, cioè, opportune occasioni di confronto pubblico.
Si poteva aver fatto già molto, e , invece, neanche poco.
La futura provincia sarà meno politicante ma ugualmente rappresentativa,considerata l’elezione dell’amministrazione dagli eletti nei comuni, e deciderà in materia di ambiente, trasporti e viabilità.
Il primo, l’ambiente: la vera ricchezza della Tuscia; i secondi, lo storico handicap, nonostante la posizione geografica di trait d’union tra Tirreno, Umbria, Toscana, fino all’Adriatico delle Marche.
A Civitavecchia sono già stanziati oltre 200 milioni di euro per migliorare un porto dove transitano 1,6 milioni di passeggeri e un milione si imbarcano.
La portualità, ha detto recentemente il presidente dell’autorità, Pasqualino Monti, vive di collegamento col territorio circostante attraverso “infrastrutture, soprattutto su rotaia, e nei retro porti”.
L’Europa crede nel ripristino della Civitavecchia-Orte, noi non parliamo più nemmeno della Trasversale, mentre Civitavecchia è alla ricerca di sbocchi in terraferma per i tre milioni di persone pronte a comprare i benefici del nostro ambiente naturale, storico e culturale.
Le autorità viterbesi sceglieranno con chi andare, dicendolo prima alla gente, o si faranno accompagnare alle uscite?
Renzo Trappolini
10 luglio, 2012 – 1.45