ARSENICO: I COPPIERI DI NERONE A VITERBO (E NOI CAVIE PER FORZA)

1. La “Talete spa” e’ il soggetto gestore dei servizi idrici in gran parte dei Comuni della provincia di Viterbo. Una gestione catastrofica. Tanta parte dei cittadini riceve al posto dell’acqua potabile acqua avvelenata dall’arsenico, e l’azione della Talete in merito si limita sostanzialmente ad accludere alle bollette dell’acqua ambigui fogli informativi in cui sotto il velame de li versi strani si ammette che l’acqua e’ avvelenata e che il veleno fa male. Congratulazioni vivissime.

La “Talete spa” e’ un carrozzone mangiasoldi. L’unica cosa decente da fare e’ abolirla.

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2. La Regione Lazio ha ottenuto fino alla fine di quest’anno l’ennesima deroga dalle norme europee (che prevedono un limite massimo tollerabile di 10 microgrammi di arsenico per litro di acqua, che e’ gia’ il doppio della soglia massima ammessa dall’Organizzazione Mondiale della Sanita’), una ennesima deroga che in lingua corrente significa una vera e propria “licenza di avvelenare”. Ma questa deroga e’ stata concessa per l’ennesima volta unicamente sulla base dell’impegno a realizzare in tempi rapidi e certi i dearsenificatori: invece il tempo passa e ben poco si e’ fatto, e dove qualcosa si e’ fatto gli esiti fin qui sovente non sono stati brillanti.

Diciamolo con un eufemismo: in alcune aree del Lazio le istituzioni continuano a condurre un esperimento di mitridatizzazione di massa. Con quali conseguenze? Si vedano in merito le drammatiche considerazioni svolte dall'”Associazione italiana medici per l’ambiente”, considerazioni sostenute da corpose e irrefutabili bibliografie scientifiche. E stiamo parlando di patologie letali.

Non si dispiacciano lorsignori governanti, ma ci si consentira’ di dire che non fa piacere essere costretti a fungere da cavie per simili esperimenti.

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3. E detto questo, che pur andava detto per l’ennesima volta, ancora una volta va detto altresi’ che tutti i Comuni in cui l’acqua ha livelli di arsenico al di sopra del gia’ esorbitante limite stabilito dall’Unione Europea devono decidersi ad intervenire come e’ necessario ed urgente. E precisamente devono:

a) prendere atto della drammatica realta’ e dire finalmente la triste verita’ ai cittadini: ovvero che da anni vengono avvelenati, che l’acqua che ricevono nelle case e per la quale pagano salate bollette e’ semplicemente avvelenata;

b) realizzare subito dearsenificatori alla fonte impegnando per questo fondi del proprio bilancio, salvo successivamente rivalersi sulla Regione Lazio e su altri eventuali soggetti gestionali ed istituzionali inadempienti;

c) e qualora fosse necessario, stante l’urgenza a provvedere ed il palese primario pubblico interesse, e sulla base dei presupposti teste’ enunciati, promuovere anche ad integrazione (ripetiamo: ove necessario) dei costi da sostenere per l’immediata realizzazione dei dearsenificatori una sottoscrizione pubblica coinvolgendo la popolazione (e gli operatori economici e finanziari del territorio, e le altre varie istituzioni, associazioni e fondazioni nel territorio presenti) su base volontaria e con garanzia di adeguati controlli democratici sia sull’uso (e sull’eventuale restituzione qualora se ne dessero le condizioni) degli importi, sia sulla realizzazione delle opere (per evitare sperperi, clientelismo, ruberie, carrozzoni).

Di tante cose una popolazione, ed ogni singola persona, puo’ fare a meno: dell’acqua potabile no. E troppo a lungo si e’ protratto questo delitto dell’universal veneficio nel nostro territorio.

 

Il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo

 

Viterbo, 28 maggio 2012

 

Mittente: “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail:nbawac@tin.it , web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

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