I futurologi della nanotecnologia al servizio della performance sportiva

da aicsonline

I futurologi della nanotecnologia al servizio della performance sportiva
I grandi film fantascientifici del passato rappresentavano il nuovo millennio come l’epoca delle grandi invenzioni.
Viaggi interspaziali al prezzo di un caffè, case sulla luna o robot che eseguivano perfettamente i lavori domestici.
Oggi questi progetti continuano a rimanere ancora nei nostri sogni, ma la scienza ha comunque fatto enormi
passi in avanti. Ci ha semplificato ogni singolo gesto e, in particolare, è riuscita a concederci aspettative di vita molto più lunghe di 50 anni fa. Un settore che ha subito l’ingerenza della tecnologia è proprio quello sportivo. Ogni disciplina sportiva ha il suo accessorio tecnologico: dal nuoto con i costumi Hi-tech, al tennis dove le racchette, costruite con materiali complessi, riescono a esprimere il bel gioco. Lo sport, in questi anni, è stato oggetto di studio per le più importanti scoperte
in ambito scientifico. All’istituto di Nanoscienze dell’università di Bologna sono stati realizzati particolari “tessuti intelligenti” racchiusi in fili di cotone, capacidi monitorare il battito cardiaco o la temperatura corporea di atleti che praticano i così detti “sport estremi”. Questa scoperta ha aperto dunque le porte alla creazione di indumenti capaci di monitorare e registrare
i dati biologici di un individuo, senza le apparecchiature ingombranti preservando così confort, elasticità e libertà di movimento. (continua a pagina 19)
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(segue da pagina 18) Il segreto risiede nel semplice filo di cotone che viene rivestito con un finissimo
strato di nano-particelle d’oro e di polimeri conduttivi e semiconduttivi. L’insieme di questi strati va
a costituire la struttura del “Transistor” che permette di regolare il flusso della corrente tra due elettrodi
attraverso una tensione applicata ad un terzo elettrodo, il tutto all’interno di una semplice
maglietta. Ma la tecnologia non si è fermata qui. Dicevamo che anche il tennis è stato raggiunto dai
segreti che prima erano solo di dominio dei tecnici della NASA. Il campione Nole Djokovic è stato
il primo a sperimentare un tipo particolare di racchetta che azzerava le vibrazioni provocate dall’impatto
della pallina con le corde grazie a nano particelle che rilassandosi producono un effetto cuscino
e di conseguenza un minore affaticamento del braccio. Il Capitano della Juventus Alessandro Del
Piero, invece è stato il pioniere di particolari scarpini che registrano tutti i calci al pallone. Pallone che
gli studiosi stanno cercando di modificare installando un sistema di radiofrequenza, capace di stabilire
se è riuscito a oltrepassare la linea di porta per la convalida dei goal. Il confine tra realtà e fantascienza
è di difficile percezione. La Nasa in fatti ha inventato una particolare pillola da inghiottire. Un
vero e proprio microcomputer che invia segnali sullo stato delle funzioni vitali, dando immediatamente
l’allarme in caso di infarti o malori. Ma questa particolare pillola è solo uno dei rimedi salvavita
messi a disposizione dai colossi scientifici. Di grande successo è stata, per esempio, l’invenzione di un
particolare casco che controlla anch’esso le funzioni vitali del soggetto.Viene usato dagli “esploratori
marini” che immergendosi rischiano di perdere i sensi affogando. I sensori di questo strumento,
capiscono quando l’atleta ha perso conoscenza e automaticamente gonfiano un cuscinetto che fa riemergere
lo sventurato evitando così che affoghi. Anche lo sport, dunque, ha influito a migliorare le
condizioni di vita dell’uomo, prestandosi a esperimenti come questi. Infatti incidenti, che prima potevano
provocare una serie di circostanze che avrebbero potuto far rischiare la vita del malcapitato,
oggi grazie all’invio repentino delle informazioni biologiche ad appositi centri di allarme, possono
essere scongiurati. Andrea Cecinelli
I futurologi della nanotecnologia
al servizio della performance sportiva
RUBRICA A CURA DI ANDREA CECINELLI RESPONSABILE COMUNICAZIONE DEL GOLF FORENSE
TORNA INDIEAbbiamo
aperto – con il n. 205 del 21 aprile 2011 – una finestra conoscitiva sui temi dell’immigrazione
curata dall’avv. Luigi Di Maio che, fra i numerosi incarichi, è formatore dell’OIM (Organizzazione Mondiale
Immigrazione) e consulente del CONI per gli immigrati che svolgono attività sportiva.
Osservatorio immigrazione e sport:
interazione dei lettori con il consulente
inviare i quesiti via fax 06/42039421 o via e-mail: dn@aics.info
Accertare l’identità degli stranieri
D. Rimpatriare gli stranieri irregolari risulta essere un’impresa quasi titanica perché in
moltissimi Paesi, specialmente dell’Africa, non esiste l’anagrafe ed è praticamente
impossibile accertare l’identità delle persone. Inoltre molti clandestini sono privi di passaporto
ed è difficile accertare la loro vera nazionalità. Come si procede in tali casi ?
Guido (Venezia)
R. Quando lo straniero non è in possesso di documento di identità e si rifiuta di declinare le proprie generalità
e, quindi, non è possibile procedere alla sua espulsione, viene trattenuto in un centro di identificazione e
di accoglienza in attesa di accertare la sua identità e la sua nazionalità. Il trattenimento disposto dal
Questore e convalidato dal giudice di pace dura trenta giorni e, in caso di mancata identificazione, il trattenimento
viene prorogato per altri trenta giorni,poi sessanta e fino ad un massimo di 180 giorni. Qualora non
sia stato possibile procedere all’espulsione malgrado ogni tentativo per la mancata collaborazione dello straniero
o di ritardo nell’ottenimento della documentazione necessaria il Questore può chiedere al giudice di
pace la proroga del trattenimento per
periodi non superiori a 60 giorni fino ad un
massimo di ulteriori 12 mesi.Alle scadenza
del periodo massimo di trattenimento, se
non è stato possibile l’identificazione e
quindi l’espulsione, il Questore,con provvedimento
scritto, da consegnare allo straniero,
gli ordina di lasciare il territorio nazionale
nel termine di sette giorni. Allo straniero
viene consegnato,anche su sua richiesta,la
documentazione necessaria per raggiungere
la sede consolare del suo Paese in
Italia ed i mezzi per rientrare al suo Paese
o nello Stato di provenienza. A carico dello
straniero che viene rintracciato sul territorio
italiano anche dopo quest’ultima espulsione
è sempre adottato il provvedimento
di trattenimento nel centro al fine di garantire
l’espulsione . Si aggiunge che lo straniero,
una volta fermato dalla Polizia è sempre
facilmente identificabile,anche se fornisce
false generalità ,perché gli sono state rilevate
le impronte la prima volta che è stato
fermato.
Avv. Luigi Di Maio
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Ribellarci alla natura ci condanna la fallimento. Sfidarla è
un’inutile e rischiosa forma di esibizionismo. Subirla non rientra
nella mentalità umana. Contemplarla e avvalersi delle sue
infinite forze, però, può donarci impensabili emozioni.
Questo “venire a patti” con la natura è abbracciato dai sostenitori
del Kite Surf ; cavalcare le onde con la discrezione e
l’impotenza con le quali un bambino cavalcherebbe un leone
e servirsi del vento come unica fonte di energia necessaria
per riuscire in questa impresa, regala agli sportivi sensazioni
uniche. Il Kite Surf ( o Kitesurfing), non a caso, è lo sport
acquatico che più sta emergendo. Si distingue dal Windsurf e
dal Wakeboard, non si tratta del Surf da onda e non parliamo
di Powerkiting; il Kite Surf è la fusione di tutte queste discipline.
Nasce alla fine degli anni 90, nelle acque delle isole
Hawaii, come variante naturale o evoluzione del surf, al quale
è stata applicata un’ala (kite) che, collegata con dei cavi in
fibra sintetica a circa 25 metri d’altezza, sfrutta la forza del
vento creando una trazione tale da spiccare letteralmente
lunghi e intensi voli. Il Kite, (l’ala) viene manovrato tramite
una barra di controllo detta “boma” ed ha dimensioni standard
che vanno

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