La Grecia e la morte della democrazia

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Con l’approvazione del finanziamento di centotrentamiliardi di euro  alla Grecia alle condizioni richieste si può senza dubbio parlare di una effettiva abolizione della sovranità nazionale di questa nazione. Che ci crediate o no, l’Unione europea ha posto in essere una pacifica occupazione della Grecia, mettendo in buona sostanza  l’economia del paese sotto tutela diretta dei paesi del nord europee in difesa dei loro potenti interessi finanziari.

Terrorizzati dalla prospettiva di un default della Grecia – il che significherebbe una perdita  del 50-70 per cento per alcune grandi banche tedesche e francesi, che sono esposte nei confronti del debito greco per la somma di $ 119 miliardi – I leader dell’UE hanno spinto per una soluzione della vicenda a  condizioni così gravi da abolire in modo reale e concreto la sovranità greca.

Possiamo senza dubbio affermare che l’intervento dell’Europa ha portato, ad un intervento esterno senza precedenti nell’economia greca, compreso il coinvolgimento internazionale nella riscossione e nella privatizzazione dei beni statali. Il “Financial Times” aveva previsto quanto è successo oggi da mesi. Il problema adesso è di sapere fino a che punto il popolo greco accetterà tali misure e se le elezioni, ovemai non fossero rinviate, riusciranno a ribaltare la situazione. 

Ma esistono  opzioni o quello che è successo o era una via obbligata? Per capire come uscire da questa crisi, dobbiamo capire in primo luogo come ci siamo entrati. Troppe bugie e falsità sono state diffuse dai media e continuano a cadere sulle nostre teste senza una efficace controinformazione. 
Da quando è stato introdotto l’euro, la Germania ha tratto enormi benefici da una moneta sottovalutata sistematicamente, rendendo i suoi prodotti molto più economici per i consumatori stranieri e quindi ha notevolmente aumentato le sue esportazioni. Questo ha permesso ai tedeschi di accumulare eccedenze finanziarie di grandi dimensioni. E’ sotto gli occhi di tutti che la Germania è la nazione più ricca dell’eurozona. Mentre tutti allegramente compravamo le belle Golf della Volkswagen le Banche Tedesche si incaricavano di investire in maniera redditizia le eccedenze patrimoniali accumulate, la Grecia,  aveva il problema opposto. Con la sua moneta in modo permanente sopravvalutata e l’appartenenza ad un mercato unico europeo, la Grecia non è riuscita a competere con l’alta tecnologia della Germania né  con la bassa tecnologia della Cina.

il risultato è stato che i tassi di crescita sono stati troppo lenti e il deficit ha cominciato a correre a dismisura. Sembra la fotografia dell’Italia. La Germania e la Francia hanno fatto man bassa dei lavori per le Olimpiadi di Atene e si sono continuate ad arricchire vendendo forniture militari di cui non c’era bisogno. Una macchina burocratica lenta, inefficace e corrotta ha fatto il resto.  Il popolo greco ha vissuto al di sopra delle sue possibilità. Ignominiosa bugia!

 

In entrambi i casi, al fine di finanziare il proprio  deficit, la Grecia ha dovuto vendere le obbligazioni agli investitori stranieri. Inizialmente, qualcuno lo ricorderà,  Standard & Poor ha dato alle obbligazioni greche una tripla A di rating. A nessuno faceva comodo in quella fase suonare campanelli di allarme e alla festa partecipavano tutti e le banche europee aumentavano il loro potere facendo profitti acquistando il  debito sovrano greco. La Grecia era ormai assuefatta e le banche operavano come veri e propri spacciatori di droga.
Ora, col senno di poi, è sotto gli occhi di tutti quanto siano state  criminali queste scelte sia da parte del governo greco che da parte delle banche del Nord Europa. Ora, però, gli unici a pagare sono i Greci.
Leader europei, fra cui i nostri Draghi e Monti attraverso media fin troppo compiacenti  hanno attaccato la Grecia per avere un welfare eccessivo  dichiarando che quello era la radice della crisi. Non è vero come non è vero che i greci sono troppo pigri: è un’accusa che rasenta il razzismo. 

Il cancelliere tedesco Angela Merkel invita i popoli mediterranei a “Lavorare di più”. La verità e che queste dichiarazioni servono alla Merkel per placare il suo elettorato e che questa propaganda che coinvolge anche l’Italia serve a nascondere il fatto che le Banche europee sono insolventi  cioè che malgrado le iniezioni di liquidità che stanno avendo, sono senza soldi. Al posto dei soldi hanno una montagna di titoli tossici dei quali non si sono ancora sbarazzati.
Il salvataggio della Grecia servirà soltanto a tentare di salvare le banche vere e proprie spacciatori di droga. I greci continueranno ad essere inadempienti  e questo salvataggio servirà soltanto a farli diventare più schiavi dei loro nuovi padroni europei, che stanno comprando tutto ciò che in Grecia ha un valore commerciale a prezzi di realizzo.
Qualcuno dice che oggi la Merkel stia facendo economicamente ciò che la Germania non riuscì a raggiungere militarmente 70 anni fa: annettere  la periferia europea, tra cui l’Italia, malgrado Monti, nel tentativo di servire gli interessi nazionali della Germania. Distruggendo la sovranità greca, Merkel rischia di incendiare l’Europa e far morire la democrazia.

Nel frattempo, le due uniche opzioni reali di liberarsi dal debito della Grecia vengono sistematicamente ignorate. Forse il default della Grecia che è nei fatti dovrebbe essere consentito in maniera formale e non mi sento di condannare quei cittadini greci che vogliono uscire dalla zona euro per affrontare elezioni democratiche  elegger un governo che affronti una drastica politica di redistribuzione permanente dei redditi.

Se questo avverrà ce lo diranno solo le elezioni prossime venture perché in Grecia come in Europa deve essere ripristinata la democrazia sia attraverso misure  nazionali che tramite istituzioni transnazionali. La situazione attuale, in cui gli interessi finanziari del Nord hanno precedenza rispetto alle crisi dei paesi dell’Unione europea, è profondamente antidemocratica e irresponsabile e non tiene conto delle esigenze reali dei cittadini europei.

Purtroppo quello che è successo al popolo greco potrebbe essere  solo l’inizio di una crisi che coinvolgerà sempre più paesi: Portogallo, Italia, Spagna.

In questa folle danza sull’orlo di un precipizio nessuno si preoccupa di fermare una emorragia inarrestabile che solo i popoli così come è successo alla fine della seconda guerra mondiale sapranno fare. Ancora una volta c’è bisogno di una  nuova resistenza.

Beppe Sarno

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