Inquinamento nel Lago di Vico

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4 giugno 2010 | Di: Gianluca Neri

Forti concentrazioni di nutrienti artificiali.

“La Riserva Naturale del Lago di Vico estesa per circa 3.200 ettari, comprende nel suo interno ambienti di grande interesse naturalisticoquali quello palustre limitrofo al lago e un interessante bosco costituito dalla faggeta depressa del Monte Venere. La Riserva Naturale del Lago di Vico fa parte del più ampio sistema dei Parchi e delle Riserve Naturali della Regione Lazio la cui creazione è motivata dalla necessità di proteggere ambienti ed equilibri naturali di grande importanza, per il miglioramento della qualità della vita, e di gestire correttamente, in modo razionale e duraturo, le risorse naturali in essi contenute nell’interesse della collettività regionale. Grazie all’integrità biologica che lo caratterizza, il Lago ospita una fauna d’eccezione: le sue acque sono ricche di numerose specie di pesci tra cui il luccio, che può raggiungere notevoli dimensioni, il coregone, la tinca, il persico reale, l’anguilla.” A leggere ciò che c’è scritto sul sito della Riserva Naturale del Lago di Vico, in provincia di Viterbo, viene quasi voglia di andarci.

Spiace però informarvi del grave inquinamento che attanaglia ancor’oggi il nostro amato lago, dopo parecchi anni. Qualche giorno fa, il primo giugno, l’on. Roberto Rao, dell’Unione di Centro, ha, attraverso interrogazione parlamentare, interpellato il ministro della difesa, Ignazio La Russa, sulla questione che da molto tempo va avanti. L’on. Rao ha chiesto al membro del governo spiegazioni sulla provenienza di parte dell’inquinamento da un deposito sotterrato di materiali ed armamenticlassificati come “nucleari, batteriologici e chimici” su una riva del lago, sul territorio del comune di Ronciglione. Un’indagine è stata fatta qualche anno fa, e ne risulta, riportando le testuali parole del ministro, che: “Gli esiti di tale indagine geofisica hanno evidenziato la presenza dimasse interrate di varia tipologia, tra cui alcune di natura ferro-magnetica, riconducibili anche ad eventuali ordigni inesplosi, un livello appena superiore – in tre dei dieci campioni di terreno prelevati – ai valori di concentrazione consentiti dalla legge n. 152 del 2006.”

Alla richiesta di delucidazioni per gli elevati valori, sopra i limiti stabiliti dalla legge, delle sostanze inquinanti presenti nelle acque del lago, il ministro ha risposto: “Faccio presente inoltre che al comune di Ronciglione il direttore tecnico e logistico di Interforze ha precisato che non esiste correlazione tra l’inquinamento del sito militare e quello del lago, in quanto – continua il ministro – il superamento del valore di soglia per l’arsenico, di poche parti per milione, presso il sito militare non può giustificare l’alta concentrazione rinvenuta nel sedime a centro lago. Inoltre nel lago sono state rinvenute anche altre concentrazioni di nichel e cadmio, che – termina La Russa- sicuramente non hanno alcuna relazione con le attività militari presenti o passate. La fonte di contaminazione dev’essere dunque ricercata altrove.”

L’on. Rao termina il proprio intervento ringraziando: “il signor Ministro, il quale ci dice praticamente che il lago è inquinato di suo. Tutto ciò ci tranquillizza sotto il profilo della difesa, ma, siccome anche il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, interrogato per le problematiche di competenza, ha risposto in maniera articolata, ma non ha fugato alcun dubbio, restano le preoccupazioni di chi beve quell’acqua, che di fatto – anche lei oggi lo conferma – è inquinata di suo.”

Infatti l’acqua è inquinata, e anche parecchio. C’è presenza di arsenico, soprattutto sul fondale del lago, forse dovuta all’origine vulcanica del lago. C’è cadmio e nichel. C’è una massiccia fioritura dell’alga rossa(Plankthotrix rubescens), pericolosissima per la salute umana. Ci sonofitofarmaci e fertilizzanti. Ci potrebbero essere scarichi urbani e industriali abusivi.

Conseguenza evidente dell’inquinamento potrebbe esserel’eutrofizzazione, cioè l’aumento della presenza di alghe in bacini a basso idrodinamismo. L’eutrofizzazione può essere: naturale (con durata millenaria, progressiva ed irreversibile)o artificiale (fenomeno molto rapido e reversibile). Quest’ultima è dovuta all’alta concentrazione di nutrienti in un piccolo, poco profondo e poco ricambiato invaso. Queste alte concentrazioni nutritive eccitano le alghe presenti e ne favoriscono la continua proliferazione e fioritura. Questi nutrienti arrivano al lago dall’attività agricola, dall’industria, dalle cittàe da tutte le attività limitrofe che si affacciano sul bacino. Tutte queste sostanze drogano le alghe, accelerandone la loro normale attività biologica. Ciò provoca la perdita di ossigeno da parte dell’acqua, perché completamente utilizzato nelle attività vegetative delle alghe ed in più la decomposizione delle stesse comporta assorbimento di ossigeno emorte di tutti gli organismi aerobi. Terminato l’ossigeno per decomporre le alghe e i pesci morti, subentra il meccanismo biologico della putrefazione anaerobica.

L’alga rossa produce una tossina la cui azione interessa fegato, polmoni e reni, e che è implicata nell’attivazione di oncogeni che innescanotumori epatici, gastrointestinali ed epiteliali. Le caratteristiche in oggetto configurano un pericolo per la vita di occasionali bagnanti che ingeriscano modiche quantità dell’acqua in caso di forte fioritura, o di sportivi predisposti ad attacchi allergici che nelle stesse condizioni percorrano il lago inalando la tossina volatile. Notevoli implicazioni sulla salute umana ha, inoltre, la scoperta che anche le piante possono accumulare micro cistine: è possibile che colonie di Mycrocistis aeruginosa e micro cistine sono trattenute nella lattuga irrigata con spray di acqua contaminata. I disturbi denunciati in queste occasioni sono ulcere in bocca, febbre, vomito, diarrea (in relazione alle tossine), irritazioni ad occhi, orecchie, e rash cutaneo.

La situazione è grave, e peggiorerà sempre più. Soluzioni possibili sonoil cessare delle attività agricole, delle attività industriali e artigianaliche si affacciano sul bacino del lago, oppure riconvertire tutti gli impianti ad attività senza alcun tipo di rifiuto che poi vada a finire nel lago. Si dovrebbero potenziare tutti gli impianti di depurazione dei centri abitati con maggiori controlli e maggiore manutenzione ordinaria. Tutte questo per diminuire l’apporto umano di sostanze nutrienti all’ecosistema del lago. Ma resta comunque il problema della potabilizzazione, che si potrebbe risolvere con l’istallazione di particolari filtri al carbone attivo e di impianti di dearsenificazione delle acque. In più, non si risolve la causa geofisica dell’attuale situazione: il ristagno e il basso idrodinamismo delle acque.

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