IL PSI PER L’ACQUA POTABILE E PUBBLICA. Disamina sulla capacità dei gestori del Servizio idrico integrato di assicurare a tutti acqua potabile


PARTITO SOCIALISTA ITALIANO

I direttivi dei comitati regionale PSI Lazio, PSI Roma capitale e PSI federazione Viterbo hanno preso in esame le questioni legate all’acqua potabile e a ciò che viene offerto dagli enti gestori  del servizio idrico integrato nel viterbese.

Come noto  in molti paesi della provincia di Viterbo ancora non viene servita acqua potabile nelle case a causa di strumentazioni incapaci ad eliminare completamente dall’acqua distribuita le sostanze cancerogene quali l’arsenico i fluoruri e le microcistine delle alghe in particolare della planthotrix rubescens,  che la rendono non potabile.

Ben altre scelte si sarebbero dovute fare per assicurare acqua potabile ai cittadini del viterbese. L’allora commissario all’emergenza acqua, nonché presidente della Regione Lazio on Renata Polverini , scelse  di acquistare impianti per il filtraggio dell’acqua, molto costosi in particolare per manutenzione e sostituzione dei filtri. Ora che tutto è a carico dei gestori, per la sostituzione dei filtri e la manutenzione, spesso  vengono spenti  (ci auguriamo non bypassati). Si rende allora necessaria la emissione di ordinanze di non potabilità, che anziché durare il tempo necessario alle incombenze, di frequente vengono protratte nel tempo.     

L’ATO (Ambito territoriale omogeneo)  viterbese è notoriamente un ATO debole e la gestione del servizio idrico integrato è affidata in molti comuni alla soc. Talete,  un ibrido tra il pubblico e il privato. E’ una società privata e del consiglio fanno parte i Sindaci dei Comuni,  che oltretutto non hanno l’obbligo di relazionare i rispettivi consigli comunali. 

La società Talete ha un enorme debito a bilancio, per il quale sono in corso indagini. La Talete, nonostante ciò, propone l’aumento delle tariffe ed inoltre chiede a tutti i Comuni del viterbese l’impegno economico per la sua ricapitalizzazione, sapendo bene che i Comuni non potranno farlo.  Diventa così inevitabile, per la Talete e per coloro che spingono verso questa soluzione, l’ingresso dei privati nella società.

Ci auguriamo che non siano queste le intenzione della Regione Lazio.

La Regione Lazio nel 2014 approvò alla unanimità la legge n 5,  alla cui affermazione avevano contribuito i comitati per l’acqua pubblica. Tale legge prevede la  ripartizione del territorio regionale in più  ATO assicurando direttamente ai Comuni o ai loro Consorzi la gestione del SII (Servizio Idrico Integrato).

In forza della legge Galli però, non avendo attuato la legge n 5 del 2014, approvata all’unanimità,  la Regione Lazio obbliga, con il commissariamento, i Comuni a far parte della Talete. Questi  ultimi  hanno presentato ricorso al Tar,  non volendo mettere in mano alla Talete la gestione dell’acqua del loro Comune,  e proprio in questi giorni hanno vinto le cause.

Il cittadino è inoltre frastornato di fronte a decisioni unilaterali che la Talete ha messo in atto con la emissione di fatture con importi elevati nelle quali viene compreso il deposito cauzionale precedentemente non compreso e con comportamenti  assurdi verso gli utenti, alcuni in stato di indigenza,  che hanno visto addirittura l’asportazione del contatore anche per pochi soldi da pagare.

Tali azioni sono inaccettabili in un contesto civile e democratico.

Il PSI regionale nel solidarizzare con gli utenti colpiti ingiustamente e in maniera sprezzante, chiede al Garante regionale del Servizio idrico di intervenire perché non vengano mai più effettuati tagli  e che venga prontamente ripristinato il servizio agli utenti, in particolare agli indigenti, garantendo loro il minimo indispensabile.

I comitati PSI uniti chiedono alla Regione Lazio, anche a seguito di tutto ciò, di girare pagina e prendere in considerazione l’attuazione della legge 5/2014, che oltretutto rispetta la volontà dei cittadini italiani che hanno respinto con il Referendum sull’acqua la privatizzazione del servizio, evitando così il rientro dalla finestra dei privati nella gestione dell’acqua e garantendo il servizio pubblico al  giusto costo.

L’acqua è un diritto umano e non deve essere mercificata.

PARTITO SOCIALISTA ITALIANO
PSI comitato regionale del Lazio – PSI comitato Roma capitale – PSI Comitato Federazione Viterbo

02 dicembre 2019

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