Daspo ambientale per coloro che inquinano, la proposta del Ministro dell’Ambiente

Un Daspo ambientale per coloro che inquinano, nonché la confisca per chi commette illeciti ambientali, utilizzando lo stesso principio applicato per i sequestri alla mafia. È quanto propone il ministro dell’Ambiente Sergio Costa in occasione della presentazione del rapporto Ecomafia 2018 di Legambiente.

Nel 2017 si è verificato un boom di arresti per crimini contro l’ambientee di inchieste sui traffici illegali di rifiuti, e mai nella storia dell’Italia si erano verificate così tante situazioni illecite come queste. Come ha dichiarato il ministro dell’Ambiente:

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Il ministro Costa ha poi precisato che, prima di lasciare il territorio, chi inquina dovrà anche pagare. La corruzione rimane il nemico numero uno dell’ambiente e dei cittadini, che nello sfruttamento illegale delle risorse ambientali riesce a dare il peggio di sé. Per tentare di porre un rimedio alla problematica, Costa propone anche il sequestro ai fini di confisca per chi commette illeciti ambientali:

Chi commette un reato di natura ambientale e non sa giustificare i proventi della sua attività rientra nello stesso principio utilizzato per i sequestri alla mafia.

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La sempre più diffusa applicazione della legge 68 e l’impennata delle inchieste sui traffici illegali di rifiuti sono anche all’origine dell’incremento registrato nel 2017 degli illeciti ambientali, segnala Legambiente, che sono 30.692 (+18,6% per cento rispetto all’anno precedente, per una media di 84 al giorno). Secondo Sergio Costa, una soluzione è utilizzare i proventi della lotta agli ecocrimini:

Bisogna sistemare i passaggi per istituire un fondo unico ambientale, perché i soldi che provengono dall’applicazione della legge 68 del 2015 vengano utilizzati per la tutela dell’ambiente.

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