Sorgenti, laghi e fiumi europei: stato di salute a rischio secondo UE

La maggior parte di sorgentilaghi e fiumi europei non gode di una buona salute ecologica, non avendo passato la prova ambientale condotta dall’Agenzia europea per l’Ambiente. Questo quanto è possibile apprendere nel nuovo rapporto appena pubblicato dall’AEA e intitolato “Acque europee – Valutazione della situazione e delle pressioni 2018″.

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Nello specifico la più alta percentuale di acque che non raggiungono gli standard minimi di qualità sono soprattutto quelle dell’Europa centrale, dove vi è una popolazione maggiore e un’agricoltura maggiormente intensiva. In Italia, degli oltre 6100 corpi idrici superficiali monitorati, più del 10% ha fallito il test.

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In totale solo il 38% di fiumi e laghi europei risulta essere in buono stato chimico, mentre il 62% restante presenta un cocktail di contaminantitra cui in primis il mercurio e il cadmio. Al di là delle acque di superficie, le sorgenti sotterraneepresentano uno stato migliore, ma non in Italia, dove si è riscontato uno stato di salute a livello chimico inferiore alla media UE.

Pesticidi: fiumi e laghi italiani contaminati, i dati ISPRA

Il nuovo annuario dei dati ambientali dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) rivela che la salute delle acque italiane continua a destare preoccupazione e ad essere incerta. In un fiume su 4 e in più della metà dei laghi italiani vi sono troppi pesticidi e sostanze chimiche, non raggiungendo dunque l’obiettivo di qualità per lo stato chimico.
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