ActionAid, Cittadinanzattiva e Slow Food danno vita all’alleanza Italia Sveglia!

mangiogiusto

Un’alleanza per “aumentare l’offerta di cittadinanza”. Per colmare un vuoto, che a un certo punto è forse diventato abissale, fra istituzioni e cittadini – ormai non sono più i partiti a rappresentare un collante – e per stimolare un’azione collettiva che parta da iniziative concrete. E cosa c’è di più concreto dell’alimentazione nell’anno dell’Expo? ActionAid, Cittadinanzattiva e Slow Food si sono unite e hanno dato vita a Italia Sveglia! – punto esclamativo compreso. Si tratta di un’alleanza che intende contribuire a trasformare l’Italia a partire dal ruolo attivo dei cittadini e dalla tutela dei loro diritti.

Non è un sindacato e non è una campagna di comunicazione. La sigla rappresenta un’alleanza fra le tre organizzazioni e nasce con l’obiettivo di “moltiplicare le occasioni di impegno e attività per i cittadini attraverso una collaborazione sempre più stretta” fra le tre sigle e aperta a ulteriori adesioni. “È l’idea che, superando il principio della delega, le organizzazioni della cittadinanza attiva decidono di mettere insieme le proprie energie perché uno più uno più uno fa più di tre”, dice il segretario generale di Cittadinanzattiva Antonio Gaudioso, che rivendica la scelta del tema della “buona alimentazione” all’interno delle scuole e la volontà di fare su questa una “azione di lobby trasparente”.

Si parte dunque dalla ristorazione collettiva nelle scuole, con una petizione inviata al presidente del Consiglio Matteo Renzi, a tutti i ministri competenti e al Governo con la richiesta di rivedere le Linee di indirizzo per la ristorazione scolastica entro la fine di ottobre 2015, data di chiusura dell’Expo di Milano. “Dall’alimentazione dei bambini parte la consapevolezza di un consumo sostenibile”, commenta Francesca Rocchi, vicepresidente di Slow Food Italia.

L’azione parte dall’alimentazione, e in particolare dalla ristorazione nelle mense scolastiche, perché i numeri di questo settore sono impressionanti e perché, nell’anno dedicato al tema dell’Expo “Nutrire il Pianeta, energia per la vita”, l’alimentazione deve diventare “buona alimentazione”. La ristorazione scolastica conta 380 milioni di pasti l’anno nelle scuole elementari e medie inferiori, un fatturato di circa 1,3 miliardi di euro e 2,5 milioni di utenti: è un servizio essenziale che coinvolge non solo gli studenti e i loro insegnanti, ma anche le famiglie, le autorità locali e nazionali, le aziende fornitrici, i produttori. Sforna due milioni di pasti ogni giorno. Non esistono di fatto dati nazionali sullo spreco alimentare prodotto dalle mense scolastiche ma, secondo alcune rilevazioni, circa il 10% dei pasti serviti – pari a 87 mila tonnellate di cibo – rappresenta eccedenze e di queste l’85% viene totalmente sprecato.

“In questo scenario – spiegano i tre promotori di Italia Sveglia! – ActionAid, Cittadinanzattiva e Slow Food ritengono fondamentale coinvolgere cittadini e famiglie affinché siano consapevoli dei propri diritti, promotori e partecipi di consumi alimentari sostenibili, attraverso l’adozione di comportamenti individuali e collettivi virtuosi”. La petizione #iomangiogiusto, prima iniziativa lanciata da Italia Sveglia!, chiede dunque di orientare la ristorazione scolastica “verso scelte sostenibili e responsabili”, promuovendo la partecipazione di tutti i cittadini coinvolti e un sistema agroalimentare sostenibile. La “chiamata all’azione” chiede l’uso di prodotti locali e sani per i cittadini e l’ambiente, il rispetto di lavoratori, ambiente e consumatori, la partecipazione di genitori e alunni alla definizione del servizio e alle scelte relative alla loro alimentazione, latrasparenza delle gare d’appalto, la riduzione degli sprechi e dei rifiuti.

Si stima che il bacino di mobilitazione delle tre sigle, fra soci, attivisti e sostenitori, sia di 600 mila persone. Da qui dunque anche l’impatto dell’alleanza che ha come “meta-obiettivo” la partecipazione dei cittadini. Spiega Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid Italia: “In un paese che tende, nella sua auto-narrazione, a ripiegarsi su se stesso e che ha vissuto la crisi, queste tre organizzazioni raccontano un’altra storia. L’idea di un’Italia ripiegata su se stessa l’abbiamo solo noi, perché all’estero c’è rispetto e fiducia nel fatto che qui ci siano risorse di innovazione. Abbiamo cominciato a parlarci perché la nostra crisi non è stata solo economica, è stata una crisi di valori, una crisi in cui almeno apparentemente sembra ridursi lo spazio in cui i cittadini riescono a collaborare alla nation building”. L’obiettivo, e il quadro di riferimento, è dunque quello di “aumentare l’offerta di cittadinanza”, di stimolare cittadini e istituzioni su proposte concrete. Si parte allora con l’alimentazione scolastica. “Vogliamo essere – conclude Gaudioso – un’alleanza aperta che punti a mobilitare tutte le risorse civiche, dove ci sono”.

di Sabrina Bergamini

@sabrybergamini

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