RISOLUZIONE TUTELA FAGGETE DEPRESSE

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NEWS DAL PARLAMENTO ITALIANO

L’Italia non può permettersi di depauperare una delle sue maggiori ricchezze: la biodiversità. E’ questo il messaggio lanciato dai componenti delle Commissioni Ambiente e Agricoltura del MoVimento 5 Stelle attraverso una

risoluzione per la tutela delle faggete depresse appena depositata.

In Italia le faggete depresse rappresentano degli habitat residuali, dei relitti dell’ultima era glaciale durante la quale i boschi di faggio popolavano le fasce vegetazionali delle quote più basse e che a seguito del ritiro dei ghiacci “risalirono” alle altitudini attuali. E’ facile intuire che sono popolazioni che stanno soffrendo in maniera particolare le variazioni climatiche degli ultimi decenni e che per poter continuare ad esistere hanno bisogno di essere gestite tenendo conto delle particolari condizioni in cui si trovano. Molto spesso infatti la sopravvivenza degli alberi di faggio in questi casi si fonda su un delicatissimo equilibrio ecologico realizzato tra il microclima umido e la fertilità dei profondi suoli vulcanici. Si instaura un ciclo naturale dove la morte degli alberi non comporta la scomparsa dell’ecosistema, che anzi acquisisce maggior naturalità attraverso la presenza di esemplari di grandi dimensioni seccaginosi o morti che formano gli “alberi habitat”, spesso assenti nei boschi gestiti, che generano a loro volta microhabitat rari in grado di consentire la sopravvivenza di numerose specie animali protette. Per questo motivo ad esempio alcune faggete vetuste come quelle laziali di Soriano nel Cimino e di Oriolo Romano fanno parte dal 2012 della rete avviata dall’International Accademy of nature conservation of Vilm (Germania) e sono valutate dall’Unesco nella sezione patrimonio naturale.
Al fine di preservare questi popolamenti, negli ultimi anni, molte regioni hanno vietato i tagli per consentire la conservazione integrale di questi ecosistemi, fondamentali per la tutela del nostro patrimonio naturale, prevedendo tuttavia degli indennizzi per il mancato abbattimento. Altre regioni invece non hanno ancora recepito i contenuti del Decreto Ministeriale n. 184 del 2007 “Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS)”, nella quale si stabiliscono degli obblighi che dovrebbero guidare gli interventi selvicolturali al fine di garantire il mantenimento di elementi e caratteristiche particolari in grado di non intaccare la biodiversità presente.
Le faggete depresse rappresentano una ricchezza che non è quantificabile con la produzione legnosa ma con i servizi ecosistemici che offrono quali il ruolo nel ciclo dell’acqua, nella conservazione della biodiversità, nel turismo, nel paesaggio e nella attività tradizionali locali.
L’attenzione del MoVimento 5 Stelle su questo argomento è massima anche a causa delle notizie che giungono dai territori. Un esempio del pericolo che stanno correndo le faggete vetuste in Italia arriva dalla Riserva Naturale del Lago di Vico dove il piano di tagli presentato per i boschi di proprietà del Comune di Caprarola potrebbe compromettere definitivamente l’esistenza di questo scrigno della biodiversità.
Ci auguriamo che questa nostra risoluzione sia presa in seria considerazione dal Ministro Galletti che solo pochi mesi fa in occasione dell’incontro tra i Ministri dell’Ambiente europei dichiarò che “Su ecosistemi robusti, tutelati e in buona salute si fondano le nostre speranze di crescita, sviluppo e benessere. L’Europa sia unita nella difesa della biodiversità. In Italia c’è il 30% di tutta la fauna e la flora d’Europa. Un tesoro di biodiversità che dobbiamo valorizzare ». Che alle parole seguano i fatti.

 

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