I Cambiamenti climatici colpiranno l’agricoltura

A rilevarlo è Riccardo Valentini in occasione del convegno “Gestione sostenibile del Mediterraneo”
“Nell’area mediterranea sarà l’agricoltura uno dei settori più colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici. Le cause? Precipitazioni estive sempre più scarse, inverni più caldi e ‘mezze stagioni’ tropicalizzate”.

A rilevarlo è Riccardo Valentini, professore ordinario all’università degli Studi della Tuscia e capogruppo di Per il Lazio al Consiglio regionale, in occasione del convegno “Gestione Sostenibile del Mediterraneo” svoltosi all’Accademia dei Lincei di Roma. Incontro durante il quale e’ stato affrontato il tema “Impatto delle variazioni climatiche nel Mediterraneo”.

“L’agricoltura – ha detto Valentini – sarà uno dei settori più colpiti dai cambiamenti climatici, sia per quanto riguarda le risorse idriche sia per le modificazioni stagionali. Gli attuali scenari prevedono infatti sul Mediterraneo una riduzione delle precipitazioni nella stagione estiva e un riscaldamento nella stagione invernale, con la tropicalizzazione delle stagioni intermedie, cioè autunno e primavera. Un contesto sempre piu’ evidente, visibile dalla formazione di pseudo cicloni sul Mediterraneo che causano le inondazioni.

A fronte dei mutamenti climatici – prosegue Valentini – bisogna pensare a un grande piano di innovazione tecnologica per l’agricoltura. Possiamo fare molto per dare una risposta ai nostri agricoltori, sia sul fronte della riduzione dei consumi idrici, con tecnologie nuove come l’irrigazione a goccia o a bassa dispersione, sia della stagionalità, con calendari modificati su epoche di semina e lavorazioni del terreno”.

Consumi idrici in primo piano. “L’Italia – sottolinea Valentini – ha un triste primato sul tema del consumo di acqua con una impronta idrica media per persona superiore a 2000 litri. Un grande consumo d’acqua dovuto ad un’agricoltura che richiede molte risorse idriche, situazione legata in parte al clima mediterraneo che ha bisogno di molta acqua. Situazione dovuta soprattutto ai nostri sistemi idrici, poco efficienti, e a una cultura dell’acqua ancora non votata all’efficienza e al risparmio”.

Anche secondo il quinto rapporto di valutazione su impatti climatici, vulnerabilità e adattamento dell’Ipcc – il gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici di cui Riccardo Valentini fa parte – che sarà pubblicato il 31 marzo, entro la fine del secolo i cambiamenti climatici causeranno cali della produttività media globale dei raccolti agricoli del 2% a fronte di una domanda di cibo che invece crescerà del 14% ogni decennio.

“Il tutto – conclude Riccardo Valentini – con conseguenze sui prezzi alimentari. Oxfam stima che il prezzo mondiale dei cereali potrebbe raddoppiare entro il 2030. Una crescita dovuta in gran parte ai cambiamenti climatici. L’aumento di temperatura di 1,5 gradi avrà invece gravi ripercussioni sul nostro sistema alimentare. Superata infatti la soglia dei 3-4 gradi, rischiamo di avere crisi alimentari globali totalmente fuori controllo”.

29 marzo, 2014 – 1.45

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