Ricordo dei bombardamenti: Quando la febbre salva la vita

Il negozio di Rita Cappelli, oggi, in Piazza Verdi

Viterbo STORIA RICORDI TERRIBILI
Signor Galeotti buongiorno, ho letto con molto interesse l’articolo pubblicato oggi su lacitta.eu riguardante il bombardamento del 17 gennaio 1944 su Viterbo.

E’ riaffiorato alla mia memoria un episodio legato a quella giornata raccontatomi da mio padre.

Durante il periodo della guerra per maggior sicurezza, la mia famiglia si era stabilita a Canino, dove vivevano i famigliari di mia madre, io e la mamma vi vivevamo stabilmente, mentre mio padre era rimasto a Viterbo insieme a mia nonna a gestire la loro attività, “la Calzoleria Cappelli” a Piazza del Teatro, e quando poteva veniva a farci visita. La calzoleria, prima della guerra, si trovava nella famosa “Svolta”, demolita per aprire via Marconi.

Il giorno 16 gennaio 1944 io compivo due anni e mio padre aveva deciso di venire a festeggiare il mio compleanno.

Se nonché nella notte una febbre improvvisa mandò a monte i suoi piani e a malincuore decise di rimandare la partenza all’indomani.

Il 17 gennaio si alzò dal letto ancora febbricitante, sperando di migliorare e poter prendere la “corriera” delle 13,15 per Canino, che partiva dal capolinea della ditta Garbini, tra l’attuale Piazzale Gramsci e Via San Bonaventura.

Ma nel corso della mattinata la sua salute peggiorò e fu costretto a mettersi di nuovo al letto, scampando così a quel bombardamento avvenuto proprio alle 15,15 su quell’aera e nelle zone limitrofe.

Ricordava spesso quell’inferno, le grida, il fumo, le corriere andate in fiamme, i morti estratti dalle macerie, la distruzione tutto intorno, a pochi centinaia di metri dalla nostra casa che si trovava a Piazza del Teatro, sopra il negozio, tutt’ora esistente e gestito da mia sorella.

Era salvo, grazie ad una febbre.
Il cielo lo aveva aiutato e pensava che il figlio, il piccolo Evaristo, morto due anni prima all’età di 4 anni, del quale i miei genitori hanno sempre conservato un grande quadro nella loro camera da letto, abbia pregato per risparmiare la sua vita.

Flora Cappelli

Gentile signora Cappelli,

La ringrazio di cuore per la memoria che ha voluto inviarmi, a volte quando si dice il destino…, se esso è segnato nessuno può modificarlo, ma, per fortuna, questa volta un destino positivo.

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