Le tossine non distinguono il ceto economico, anche i ricchi le accumulano

Ma è proprio così. Nel caso dell’acqua potabile non di certo. Il benestante compera la minerale anche per lavarsi mentre gli altri vanno a prenderla alle casette, dove sperano che i filtri siano statiu cambiati regolarmente e quindi abbiano riempito la bottiglia di acqua potabile. RC

L’organismo dei benestanti non contiene meno sostanze dannose, ma diverse

Lo stile di vita influenza significativamente l’accumulo di sostanze tossiche nell’organismo, ma contrariamente a quando si è pensato fino ad oggi non è vero che uno status economico inferiore porta all’accumulo di una quantità maggiore di tossine. Piuttosto, c’è una netta differenza fra le molecole tossiche che si accumulano nell’organismo di chi guadagna di più e quelle che si possono ritrovare nel corpo di chi, invece, sopravvive con uno stipendio decisamente inferiore. A svelarlo è una ricerca dell’Università di Exeter (Regno Unito) pubblicata sulla rivista Environment International, secondo cui le tossine si accumulano nell’organismo di persone appartenenti a tutti i ceti socioeconomici, ma mentre chi guadagna di meno tende a immagazzinare quantità più elevate delle molecole dannose presenti nel fumo di tabacco, chi è più benestante si trova ad avere a che fare con l’accumulo delle tossine presenti nel pesce e nei frutti di mare e di quelle derivanti dall’uso delle creme abbronzanti.

 

Fra le sostanze tossiche accumulate da chi è più benestante sono inclusi il mercurio, l’arsenico, il cesio e il tallio. “Di sicuro è molto probabile che il consumo di pesce e di frutti di mare sia parzialmente responsabile dell’accumulo di mercurio, arsenico e tallio”, ha spiegato Jessica Tyrrell, primo autore della ricerca. L’uso di prodotti contenenti protezioni solari potrebbe invece giustificare le grandi quantità di benzofenone-3 nelle fasce di popolazione a reddito più elevato. Sigarette e un’alimentazione non salutare potrebbero invece giustificare l’accumulo di piombo ecadmio nelle fasce più povere della popolazione, che corrono un rischio maggiore di accumulare antimonio ebisfenolo A.

 

“L’esposizione a lungo termine a composti chimici, anche in quantità molto piccole, può portare a diversi effetti negativi sulla salute, come diabete e malattie cardiovascolari – ha commentato Tyrrell – Abbiamo scoperto che quando le persone diventano più benestanti i cambiamenti nel loro stile di vita modificano il tipo di sostanze chimiche nei loro corpi, piuttosto che ridurne la quantità totale. Questa scoperta ha un profondo impatto sulle modalità con le quali trattiamo l’accumulo di sostanze chimiche, suggerendo che dovremmo iniziare a pensare a gruppi basati sullo stile di vita, piuttosto che sui guadagni economici”.

di Silvia Soligon (14/02/2014)

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