Arsenico e solventi, sequestrato il sesto pozzo

per l’articolo originale clicca qui da repubblica.it

ARSENICO, cloruro di metilene, solventi probabilmente cancerogeni. Miscela micidiale, quella emersa dalle analisi dell’ acqua. Sotto accusa è il pozzo numero sei utilizzato per l’ irrigazione dei terreni agricolia Caivano, sequestrato ieri con il terreno irrigato di circa quattro ettari, dal Corpo forestale dello Stato. Un allarme che rischia di ampliarsi, e che richiama l’ attenzione del ministro dell’ Agricoltura. Nunzia De Girolamo sarà oggi a Caivano dove incontrerà probabilmente i cittadini in merito alla piaga dell’ acqua inquinata. Dunque nuovo provvedimento emesso dalla sezione Reati ambientali della Procura – coordinata dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso – subito dopo i risultati dell’ Agenzia regionale per l’ ambiente che hanno rilevato la contaminazione delle acque sotterranee. Ipotesi di reato: avvelenamento delle acque destinate all’ alimentazione. Nell’ acqua c’ erano floruri e solfati in quantità più che doppia, l’ arsenico più del triplo. Il terreno servito dal pozzo era già aratoe pronto per la semina.E non è un caso il fatto che il sesto pozzo si trova della stessa linea della falda acquifera dei cinque pozzi sequestrati lo scorso 5 luglio in località Sanganiello. Pozzi carichi di tetracloroetilene, un micidiale solvente di sintesi industriale non biodegradabile ritenuto particolarmente aggressivo per la salute umana. Se inalato o ingerito può determinare pesanti conseguenze a fegato, reni e sistema nervoso. Mai il tetracloroetilene era stato riscontrato in campi coltivati, l’ unico altro ritrovamento è avvenuto nella discarica ex Resit di Giugliano. La presenza del solvente nella falda acquifera, ipotizzano gli investigatori, potrebbe essere collegata a un’ immissione a monte della sostanza, utilizzata nelle lavorazioni industriali come sgrassante dei macchinari, oppure a rifiuti speciali pericolosi sepolti. Dunque ortaggi e verdure coltivati con acqua altamente inquinata per essere poi venduti all’ ingrosso e finire sulle nostre tavole. Intanto però, il primo sequestro non ha potuto impedire la vendita di quei prodotti perché – e lo ha dimostrato il sequestro di ieri – altri pozzi che irrigano altri terreni sono inquinati nella stessa misura. In alcuni appezzamenti la presenza di fluoruri era superiore del 60 per cento rispetto alla soglia stabilita per legge, dei solfati del 600 per cento, dell’ arsenico del 200 per cento, del manganese dal 600 al duemila per cento. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IRENE DE ARCANGELIS19 luglio 2013 5 sez. NAPOLI

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *