VELENI SUI CIMINI – L’assessore Ambrosini precipita dalle nuvole

da Viterbonews24

21/06/2013 – 04:00

 

VITERBO – ”Di ciò che non si sa bisogna tacere”, insegna Ludwig Wittgenstein. E l’assessore all’Agricoltura della Provincia di Viterbo Luigi Ambrosini dovrebbe riflettere a lungo sull’aforisma del filosofo. Come far capire a lui, ai suoi colleghi, al presidente Marcello Meroi e a tutte le altre autorità preposte alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini che nel comprensorio dei Cimini non c’è uno solo metro quadrato di castagneto in cui sia lecito spargere velenosissimi fitofarmaci che, nell’ignavia di tutti, scorrono invece a fiumi?

Per capirlo basterebbe fare quattro semplicissimi calcoli. Nel territorio, nel 2012, sono stati eseguiti 42 lanci di torymus sinensis in altrettante località. Contestualmente, e per una volta tanto con lungimiranza, la Regione Lazio ha emesso un provvedimento dirigenziale che vieta l’uso di qualsivoglia fitosanitario ”nel raggio di oltre un chilometro dal punto di rilascio” del principale antagonista naturale del cinipide del castagno. Orbene, un cerchio con un chilometro di raggio copre una superficie di 314 ettari. Moltiplicando 314 per 42, quante sono le località prescelte per i lanci del torymus sinensis, si ottengono 13.188 ettari. Dato che, secondo i dati ufficiali dell’Istat, la coltura castanicola dell’intera provincia di Viterbo è di 5.500 ettari, l’assessore Ambrosini e tutti gli altri dovrebbero spiegare dove lo trovano un metro quadrato di castagneto, uno solo, in cui sia possibile irrorare le piante con le venefiche sostanze.

Appare poi francamente risibile il passaggio in cui l’assessore all’Agricoltura, riferendo di un colloquio telefonico avuto con la dirigente del Servizio fitosanitario regionale, sostiene di aver appreso che ”la distanza di un chilometro ricade direttamente all’interno dei castagneti, in quanto sono stati scelti per la sperimentazione appezzamenti di dimensioni notevoli”. E dove l’ha trovate aziende da 314 ettari la dirigente del Servizio fitosanitario? E’ possibile che l’assessorato regionale all’Agricoltura non sappia che la superficie media delle aziende castanicole nella Tuscia è inferiore a un ettaro e mezzo? Delle due cose una: o l’assessore ha frainteso le parole della dirigente, o saremmo davvero messi male. A questo punto meglio sarebbe sopprimere sia l’assessorato che l’intera Regione.

Se la nebulosa fatta di reticenze, scaricabarili, omissioni che avvolge la faccenda non dovesse essere subito diradata, potrebbe dare il la a congetture di ogni tipo. Ad esempio, c’è già chi comincia a chiedersi a quanto ammonti il business dell’azienda produttrice della venefica sostanza. Come mai, l’anno scorso, i rappresentanti della società hanno girato in lungo e in largo il comprensorio per illustrare ai produttori di castagne la bontà che più bontà non si può del fitofarmaco, usufruendo di locali messi a disposizione dai comuni? Per rendersi  conto delle domande che la gente si pone basterebbe fare un ”giro” su Facebook o su altri social network.

Tuttavia, l’assessore Ambrosini, precipitando dalle nuvole, una notizia la dà: ”La querelle in atto – scrive – potrebbe ostacolare l’operato di chi sta effettuando le indagini, che devono rimanere segrete almeno fino alla loro conclusione”. Toh, ci sono delle indagini in corso. Ma non era tutto regolare?

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