Lago di Vico o lago delle polveri?

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Ambiente – Una cittadina di Ronciglione risponde al presidente dell’associazione Vico vivo

  

 

La nuvola di polvere nei pressi della riserva naturale del lago di Vico

La nuvola di polvere nei pressi della riserva naturale del lago di Vico

La nuvola di polvere nei pressi della riserva naturale del lago di Vico

La nuvola di polvere nei pressi della riserva naturale del lago di Vico

La nuvola di polvere nei pressi della riserva naturale del lago di Vico

La nuvola di polvere nei pressi della riserva naturale del lago di Vico

 

Le polveri al lago di Vico

 























































Riceviamo e pubblichiamo – In risposta alla missiva del presidente dell’associazione Vico vivo, Piero Chiossi, e alla bellissima foto di cui è corredato l’articolo, riproducente un ameno e solare lago di Vico, vorrei porre all’attenzione dei lettori alcune foto eseguite dalla mia abitazione e nei dintorni della stessa, che si badi, lambisce la riserva naturale del lago di Vico (fotocronaca).

Vivo a Ronciglione da più di cinquanta primavere, e posso dire che ho sempre amato questa zona, scelta dai miei genitori per la sua salubrità oltre che per le bellezze naturali che l’hanno da sempre contraddistinta.

A parte l’arsenico nelle acque e ai motivi che lo causano, se fosse vero quanto affermato dal signor Chiossi, ovvero che “gli agricoltori del comprensorio Ronciglione Caprarola fanno la loro parte, ad esempio promuovendo tecniche di lavorazione che riducono i fenomeni di erosione dei terreni (
lavorazione a pratino)” come spiega il presidente dell’associazione, perché la mia casa, come tutte quelle situate nel nostro comprensorio, in questo periodo, prima della raccolta delle nocciole, è avvolta da polveri sottili prodotte dai trattori che lavorano i terreni?

Polveri sottili che, nei periodi di siccità come quello attuale, costituiscono delle vere nubi contenenti particelle di diserbanti, di concimi e pesticidi fitosanitari utilizzati dalle aziende agricole presenti nel territorio.

E se fosse vero quanto sostenuto dal signor Chiossi, perché i terreni oggetto di tali lavorazioni non riescono più ad assorbire l’acqua piovana provocando inondazioni anche nei nostri territori?

Se così fosse la caldera del lago di Vico sarebbe una verde prateria, e invece…

Dov’è il pratino nelle foto allegate?

Se i prodotti usati fossero sicuri per la salute della comunità, perché gli operai che li distribuiscono sul terreno sono muniti di caschi con impianto di areazione che li fanno assomigliare agli astronauti?

La libertà di ciascuno di noi finisce dove inizia la libertà dell’altro.

Quanti amici che vivevano nel nostro comprensorio, abbiamo perso per tumori di vario genere? Anche per questo penso sia legittimo il sorgere di dubbi sulla correlazione dell’arsenico – l’alga rossa e le polveri sottili a tali patologie. Oppure il presidente dell’associazione Vico vivo mi può rassicurare escludendo totalmente tale correlazione?

I coltivatori piemontesi di nocciole hanno eliminato tali polveri, con “reali” coltivazioni a pratino incrementando i loro redditi del 30%. Perché non uniformarsi a loro?

Dato che credo ancora nell’essere umano, lascio il commento delle foto allegate, che ricordo riguardano terreni che insistono o lambiscono la riserva naturale del lago di Vico a ciascun lettore, ricordando che la terra non è nostra ma è solo in prestito e come tale va salvaguardata per coloro che verranno dopo di noi.

Un vecchio proverbio cinese recita: “semina pensieri e mieterai azioni, semina azioni mieterai abitudini, semina abitudini, mieterai il tuo destino”.

Vorrei che il mio destino e quello dei miei familiari fosse il frutto della nostra semina e non di quella di pochi uomini senza scrupoli che hanno dedicato la loro vita al dio denaro.

Conosco personalmente il pm Franco Pacifici che, sicuramente, data la sua indiscussa preparazione e forza di carattere andrà a fondo sulle indagini relative alla problematica del lago di Vico, per dare una salda tutela all’habitat del bacino lacustre e alla salute della popolazione e lo invito ad allargare le sue indagini anche alle polveri sottili di cui oggi il nostro territorio è prigioniero.

Maria Rita Sermoneta

   

14 agosto, 2012 – 1.18

4 commenti »

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  1. 14 agosto 2012 alle 06:56 | – >callisto commenta:

    segnalazione del 30 marzo 2010, il lago continua ad essere affetto da un gravissimo processo di eutrofizzazione con marcata riduzione del quantitativo di ossigeno nelle sue acque; sempre più frequenti e massicce fioriture del cianobatterio Plankthotrix rubescens, detto anche alga rossa, capace di produrre una microcistina cancerogena, non termolabile e tossica per gli esseri umani, per la flora e la fauna lacustre; persistenti ed elevati valori di arsenico nelle sue acque – altro elemento toxico

     
  2. 14 agosto 2012 alle 06:55 | – >callisto commenta:

    L’Associazione italiana medici per l’ambiente-Isde (International Society of Doctors for the Environment – Italia) ha presentato al ministro della Salute e dell’Ambiente una nuova segnalazione – esposto in merito al gravissimo degrado ed inquinamento del lago di Vico e ai possibili rischi sanitari per le popolazioni di Caprarola e Ronciglione.segnalazione del 30 marzo 2010, il lago continua ad essere affetto da un gravissimo processo di eutrofizzazione con marcata riduzione del quantitativo diO2

     
  3. 14 agosto 2012 alle 06:32 | – >Kayser commenta:

    Purtroppo il periodo di siccita’ eccezionale che ha colpito la nostra zona fa la sua parte.é troppo facile scattare foto in un periodo dove sono caduti neanche 3mm di pioggia in 80 giorni.Il termine “pratino” è un gergo tecnico che individua un tipo di lavorazione che non va’ a scalfire la cuticola superficiale del terreno cosi’ da evitare il fenomeno dell’erosione e conseguente smottamento del terreno in caso di alluvioni,non certo il “pratino” del campo di golf…

     
  4. 14 agosto 2012 alle 05:20 | – >Angelo Bini commenta:

    Prima la conclusione: solo la istituzione del Parco Naturale dei monti Cimini potrà salvare natura, agricoltura, uomo. Ora l’argomentazione. Negli anni sessanta i nocciolicoltori, forti del fatto che lavorano per sostenere le proprie famiglie, impedirono agli Enti Pubblici di istituire il Parco. Gli Enti Pubblici sbagliarono non a cedere a quelle pressioni e a non fare un programma di attuazione graduale del Parco che avrebbe dovuto dare una agricoltura ecocompatibile e quindi più sana e più ricca anche per i produttori. Quali sono i risultati? Non solo l’inquinamento del lago e delle falde acquifere ma anche la desertificazione del territorio mediante la utilizzazione di mezzi micidiali non solo chimici ma anche meccanici in primo luogo il trinciaerba. Oggi non solo i noccioleti sono sulla strada della desertificazione e della distruzione dell’agricoltura ma anche i castagneti i cui mali, a parte il Cinipide, vengono essenzialmente dall’uso scriteriato, istintivo, animalesco, senza voler offendere gli animali, del trinciaerba medesimo. Ripeto: solo la istituzione del Parco Naturale dei Monti Cimini si puà perseguire lentamente la risoluzione di tanti problemi interconnessi primo fra tutti la rinascita della nostra agricoltura in termini razionali, moderni, biologici e benefici per l’uomo in termini di salute e di economia. Debbo dire però che i cittadini che protestano per l’attuale degrado non sanno organizzarsi, di fatto no si organizzano per dare vita ad un forte movimento ed a una forte organizzazione per l’istituzione del Parco. I nostri politici, i nostri Sindaci non hanno dignità intellettuale e puntano non al bene comune ma ai voti elettorali e, putroppo, la vulgata è contraria al Parco.

     

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