Scoperta un’inedita pittura murale del periodo rinascimentale attribuita ad Antonio del Massaro

da civitanews

Particolare del dipinto murale attribuito a Antonio del Massaro, detto il Pastura

Opera del Pintoricchio. Similitudine nel viso di Giuseppe e nella postura di Gesù e Maria

Museo di Perugia- opera del Perugino. Da notare l’uguale posizione di Giuseppe e di Maria.

Lo studioso Franco Cirioni accanto alla pittura murale scoperta a Civita Castellana

di Raniero Pedica
Scoperta, all’interno di un palazzo di Civita Castellana, un’inedita pittura murale del periodo rinascimentale attribuita ad Antonio del Massaro, detto il Pastura, pittore viterbese nato intorno al 1450. I proprietari del palazzo, ubicato nel centro storico della cittadina falisca, dopo il rinvenimento, hanno commissionato a Franco Cirioni, noto studioso di storia dell’Arte, un’accurata perizia tecnica per l’individuazione dell’autore e del periodo dell’esecuzione della pittura. “L’opera, che rappresenta la Natività – commenta Cirioni, esperto in ceramica dal periodo medioevale al “900” e di antiquariato – è una pittura parietale di circa 1 mq di buona qualità pittorica e corretta impostazione, che, dopo un dettagliato studio, ho attribuito al Pastura”. La formazione artistica di Antonio del Massaro, pittore rapido e preciso nelle esecuzioni (numerose nel viterbese) ma poco incline alla creatività artistica, è documentata tra l’ottavo e il nono decennio del Quattrocento. Molto conosciute le sue collaborazioni artistiche nell’ambiente romano, con il Perugino, il Pintoricchio e altri. L’artigiano e pittore viterbese nel 1492 si trasferì a Roma, al seguito del Pintoricchio, il “maestro umbro” della pittura murale, dove lavorò sino al 1495 nelle decorazioni dell’appartamento di Alessandro VI Borgia in Vaticano. La rappresentazione scenica dell’opera rinvenuta a Civita Castellana è viva e ricca. Intorno alla Natività, il bue e all’asinello nella la mangiatoia e, sullo sfondo, è possibile vedere un paesaggio ricco di personaggi: soldati a cavallo, fanti, dromedari, Re magi, le case di un paese ed anche un castello. Il dipinto era parzialmente celato da un consistente annerimento dovuto ad una postuma copertura con pece. Un’operazione effettuata intorno al 1798 per salvare il dipinto dal saccheggio e dalla distruzione dell’esercito francese, presente, in quel periodo, nel territorio dello Stato Pontificio. “Sono arrivato ad attribuire l’opera al Pastura – spiega lo studioso nel suo laboratorio di restauro di materiale ligneo e ceramico di Civita Castellana – con prove, documentazioni varie e concordanti che ho raccolto in un voluminoso studio”. In effetti, nella perizia (147 pagine corredate da 140 foto) i dettagli di questa Sacra Famiglia è possibile ritrovarli in altre Natività di Antonio del Massaro, del Perugino e del Pintoricchio in quella che comunemente è definita la “bottega allargata”, composta da maestranze che garantiscono al committente un lavoro rapido e consegna dell’opera in tempi brevi a costi contenuti. “Nell’affrontare questa perizia – continua Franco Cirioni – ho utilizzato un metodo di ricerca che non si sofferma solamente all’oggetto singolo ma è allargato al contesto storico, artistico e materiale. In questo caso, ho ricercato e analizzato tutti gli undici dipinti di Natività del Pastura; quindici opere del Perugino e quattro del Pintoricchio. Il risultato? La postura, le dimensioni di Giuseppe, Maria e Gesù Bambino, i volti, le mani e i panneggi, con le pieghe e risvolti del mantello sono analoghi ad altre opere di Antonio del Massaro: questo dimostra certamente che per tutti i lavori del Pastura, compreso quest’ultimo di Civita Castellana è stato utilizzato lo stesso “cartone” per la realizzazione delle figure”. Un esempio lampante – precisa lo studioso – è conservato anche a Civita Castellana: la pala d’altare conservata nella chiesa di S. Francesco (olio su tavola con fondo in oro) ha uguali dimensioni e fattezze dei personaggi della natività in oggetto. Il dipinto scoperto nell’abitazione di Civita, secondo la perizia, è stato realizzato nel 1494, durante il pontificato di Alessandro VI, il Rodrigo Borgia già governatore di Civita Castellana per volere di suo zio, papa Callisto III. Quest’importante scoperta artistica e culturale aggiunge un nuovo tassello alla storia rinascimentale locale ma lascia degli enigmi ancora tutti da scoprire. Chi era il misterioso personaggio che commissionò l’opera del Pastura nella sua abitazione? Un facoltoso locale o un alto prelato rinascimentale legato al potente Papa Borgia? Nella perizia di Cirioni è scritto che “nel volto di Maria, ci troviamo il volto di Giulia Farnese”. “Giulia la Bella” donna, ambigua e discussa, formalmente sposa di Orso Orsini di Bassanello, era legata sentimentalmente allo stesso Papa. Perché il Pastura ha utilizzato quel viso per rappresentare Maria?

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