Carnevale Storico di Ronciglione 2012

clicca qui per l’articolo originale 12 febbraio ’12 – 21 febbraio ’12 11.00 h – 23.00 h

Dal 12 al 21 febbraio 2012 a Ronciglione ci sarà il tradizionale Carnevale Storico.

La manifestazione più tipica di Ronciglione è il Carnevale, tra i più antichi dell’Italia centrale. Si caratterizza per le sfilate di gruppi mascherati, carri allegorici, corse a vuoto con cavalli senza fantino che attraversano impetuosamente le vie cittadine verso il traguardo, cavalcate degli Ussari, trampolieri e bande musicali.

 

Il Carnevale di Ronciglione si distingue per l’allegria spensierata, per la cura nella realizzazione dei costumi e dei carri, ma soprattutto per la partecipazione e per il coinvolgimento di tutta la popolazione ronciglionese di ogni età.

 

 

 

Un po’ di storia

Carnevale è il massimo appuntamento organizzato nel periodo invernale.

E’ ancora oggi la manifestazione culturale più importante di Ronciglione.

Affonda le sue radici in una forte tradizione popolare.

Il suo modello formale è il Carnevale Romano Rinascimentale Barocco.

Il suono del “Campanone” che annuncia la festa, la consegna delle chiavi del Paese al Re Carnevale, le Corse dei Barberi, il Saltarello, i Carri Allegorici, il rituale della Morte del Carnevale con la “Moccolata” finale sono tutti elementi che ritroviamo gia nelle feste rinascimentali e che, simili, anche a Goethe descriverà nel suo “Viaggio in Italia”.Ronciglione_carnevale_1

Il Carnevale ha origini lontanissime, addirittura si possono far risalire all’antico Egitto, all’epoca romana (famosi erano i Baccanali, i Lupercali, e i Saturnali che continuarono fino al IV secolo dell’era Cristiana).

 

 

Naso Rosso

Chi per la prima volta si trova davanti alla maschera ronciglionese del Naso Rosso rimane colpito dalla sua originalità. Naso Rosso incarna l’anima buontempona, satirica, godereccia che è innata nel ronciglionese, è uno spirito indipendente dalla battuta immediata, ironico quanto basta e, sopratutto, dissacratore.

Lo spettro di una morte per fame, che attanagliava villani e servi, nutriva la fantasia popolare fino a mitizzare una crapula ininterrotta, simbolizzata nel Carnevale ronciglionese, dai maccheroni offerti dai Nasi Rossi, dall’abbondanza di caratteristici dolci come le “fregnacce” (crepés) e gli “strufoli”.

Particolarmente rappresentativa di questa concezione contadina, è la maschera tipica del carnevale ronciglionese: Naso Rosso.

Una maschera insolita ed enigmatica che il lunedì di ogni anno diventa la maschera di tutti ironciglionesi e da vita a quel singolare rituale detto “la pitalata”.

Ronciglione_carnevale_2

Vestiti con un bianco camicione, i Nasi Rossi calano come un esercito sulla piazza, cantano un inno al vino, rincorrono gli spettatori, salgono con scale sui balconi, entrano nelle case per offrire sadicamente i maccheroni che tengono caldi in un vaso da notte.

La maschera ha qualche parente all’estero. Un personaggio simile lo troviamo nel carnevale parigino.

Il “Naso Rosso”, è una maschera prettamente ronciglionese che dà vita, il lunedì di Carnevale alla cosiddetta “pitalata”. I quasi trecento soci, in camicia da notte, intonando il loro inno, sfilano lungo le strade offrendo agli spettatori, spesso rincorrendoli o entrando nelle case anche per mezzo di scale poste sui balconi, fumanti rigatoni dal loro vaso da notte. Il Naso Rosso incarna l’anima buontempona, satirica e godereccia innata nel ronciglionese, è uno spirito indipendente dalla battuta pronta, ironico quanto basta e, soprattutto, dissacratore. “La Società dei Nasi Rossi”, nasce nel 1900 dall’idea di quattro bontemponi ronciglionesi che decisero di formare la società con lo scopo di far divertire la popolazione nella giornata del lunedì di Carnevale, distribuendo “rigatoni al pitale ben conditi al sugo di carne…, con forchetta di legno ed una camicia da notte color bianco ed un naso carnevalesco…e avrebbero organizzato la sera dello stesso giorno un veglione riservato a soci e famiglie”. Una tradizione ancora rispettata anche se si è adeguata ai tempi in quanto i “pitali”, ancora oggi realizzati sul genere degli antichi vasi da notte, sono in ceramica, dipinti ogni anno con uno scorcio caratteristico del borgo medievale e divenuti veri e propri oggetti da collezione e le forchette non sono più le poco igieniche in legno ma in materiale plastico monouso.

 

Sua Maestà il Carnevale

Ogni anno fa sempre una brutta fine:

– chi lo brucia in piazza,

– chi lo getta in un burrone,

– chi lo condanna a morte dopo uno strano processo pubblico,

– chi lo affoga in mare,

– chi lo viviseziona attraverso un divertente intervento chirurgico,

– chi lo sotterra,

– chi lo caccia dal paese,

– chi, infine, lo abbandona in aria con una mongolfiera.

Il personaggio sottoposto a questa lunga serie di torture e vessazioni non è un feroce criminale, ne la vittima sacrificale di una setta segreta, tanto meno è un terrificante mostro, ma è soltanto: “Sua Maestà” il Carnevale”.

 

Le corse a vuoto

L’antica cosa dei Barberi di Ronciglione deriva da quella romana istituita nel 1465 da Papa Paolo II. Sono due i momenti dell’anno in cui si vive questa appassionata corsa di cavalli senza fantino: per il periodo di carnevale e in agosto durante la festa di San Bartolomeo, patrono della città. Nove le scuderie che partecipano con i loro colori e denominazioni: Sant’Anna, Montecavallo, Pace, San Sever, Madonna di Loreto, Case nove, Campanone, Monumento, Fontana Grande.

Il suono a martello del campanone del comune chiama a raccolta le scuderie. La partenza è in piazza della Pace, percorre via Garibaldi oltrepassando Porta Romana proseguendo per via Roma, piazza della Nave fino alla curva del Gricio che immette in corso Montecavallo percorrendo 850 metri. Il Mossiere, il Lascino il Chiappino sono i personaggi essenziali per la buona riuscita della corsa. Il Palio è l’ambito premio conquistato dalla scuderia vincente. La Corsa consiste nel lanciare, liberi tre batterie di nove cavalli opportunamente addestrati, che percorreranno al gran galoppo le vie del centro, guidati unicamente dal loro istinto a superare le difficoltà naturali del percorso.

La Città è divisa in nove scuderie con propri colori, stendardi e costumi.

In gara diciotto cavalli, due per ogni scuderia, si contendono il Palio rappresentato da un artisticostendardo dipinto da vari maestri di pittura.

La partenza viene data in Piazza del Monumento, dal Mossiere, che al momento opportuno, facendo cadere il canapo, tra le urla e gli incitamenti del pubblico, da il via ai cavalli trattenuti a stento dai “lascini”. Dopo il via, i cavalli trattenuti a stento dai “lascini”. Dopo il via, i cavalli, incitati dalla folla, passano sotto l’arco, attraversano Piazza della Nave, ed affrontano così il momento più delicato della corsa: una curva a gomito e in salita, denominata: “Curva del Gricio”.

Ed è proprio in questo punto che il più delle volte si decide la corsa; il gruppo dei cavalli si snoda lungo la ripida salita di Montecavallo, da capo alla quale è situato il traguardo del Palazzaccio.

Momento non meno emozionante è la così detta “ripresa” dei cavalli, che al traguardo vengono ripresi da alcuni responsabili delle scuderie, che li abbracciano al collo, cloccandoli per ricondurli nelle loro stalle.

Le scuderie sono associazioni sportive senza fine di lucro che preparano i cavalli che parteciperanno alle corse a vuoto.

L’iscrizione è aperta a tutti indipendentemente dalla contrada di appartenenza.Ronciglione_carnevale_3

In un ipotetico gioco, in cui rispondendo a criteri di affinità ideale, si dovrebbero abbinare alcuni colori e località geografiche prescelte, le tonalità che sceglieremmo per Ronciglione sarebbero senz’altro queste: il verde intenso, con riferimento alla vegetazione boschiva dei Monti Cimini, I’azzurro limpido, come simbolo delle acque incantevoli del Lago di Vico, senza tralasciare poi la manciata dei colori vivaci e festosi dei coriandoli, espressione dell’allegria che si fa regina a Ronciglione nel periodo di Carnevale. Un’euforia, un folklore, una partecipazione collettiva che hanno reso al Carnevale di Ronciglione grande fama, tanto da essere divenuta la capitale del divertimento della zona. In effetti, il prestigio e la risonanza del suo Carnevale, uniti alla invidiabile posizione geografica ed alla generosa ospitalità della popolazione, hanno incrementato il turismo ed il benessere di questa cittadina, in cui si respira davvero un’aria di modernità e di coesione. L’assetto urbanistico del paese, le cui origini sono probabilmente etrusche, rivela pienamente le vicende storiche che nel corso dei secoli vi si sono susseguite. Nella parte alta del paese, arroccata sul bastione tufaceo, c’è la Ronciglione medioevale, raccolta, segreta con i suoi Torrioni, le vie strette, gli angoli pittoreschi. Ed è questa parte del paese che testimonia e racconta gli eventi più lontani: di quando, nel 1243, la cittadina fu tolta a Federico II di Svevia, a cui era affidata, e fu riconsegnata al Potere Pontificio; o degli anni in cui Ronciglione fu nelle mani di potenti famiglie che a quel tempo imperversarono nel Viterbese, i Di Vico e gli Anguillara. Poi c’è la Ronciglione voluta dalla nobile famiglia Farnese: ariosa, piacevole, caratterizzata dall’amenità dell’architettura rinascimentale, con le vie diritte ed ampie, la bella Fontana Grande, l’armonia dell’insieme…

E questa parte del paese fa ricordare quando la cittadina nel 1537 venne inserita dal Papa Paolo III Farnese nel Ducato di Castro e Ronciglione, quella stessa cittadina che dieci anni prima aveva subito il tragico saccheggio dei Lanzichenecchi diretti a violare la Roma papale. Affidata al duca Pierluigi Farnese, figlio del Papa, ed elevata al ruolo di seconda capitale dello stato farnesiano, Ronciglione vive in questo periodo una vera rinascita, viene ingrandita, abbellita, e la sua economia rivive un forte incremento. Fu il duca Pierluigi a volere che si creasse un emissario artificiale nel Lago di Vico, da cui le acque lacustri fossero riversate nel torrente I Rio Vicano. Il 1799 rappresentò un’annata tragica per il paese, che alla fine della signoria dei Farnese nel 1649, era tornata sotto l’egida papale. lnfatti in quell’anno, in seguito agli sviluppi politici della prima Repubblica Romana, che aveva sostituito il millenario potere temporale dei Papi con un’amministrazione democratica, anche la popolazione di Ronciglione si ribella apertamente, ma la rivolta fu subito repressa nel sangue dalle truppe francesi, che spararono sulla folla provocando la morte di 80 persone. Inoltre i francesi incendiarono alcune case del paese; fu durante questo rovinoso incendio che andò distrutto l’Archivio Comunale e molti dei preziosi documenti, che oggi ci avrebbero illuminato sulla storia più antica del paese.

Le scuderie sono associazioni sportive senza fine di lucro che preparano i cavalli che parteciperanno alle corse a vuoto. L’iscrizione è aperta a tutti indipendentemente dalla contrada di appartenenza. Le scuderie sono attualmente nove. Il 1977 con la costituzione delle scuderie, la nuova regolamentazione delle corse e i premi più consistenti rappresenta per i ronciglionesi l’anno zero delle corse a vuoto. Viene modificato notevolmente lo spirito della corsa dei cavalli scossi. Le scuderie garantiscono cavalli più preparati e allenati. – La nascita delle scuderie coinvolge, attraverso l’adesione delle singole persone ad una delle nove associazioni,uno spirito di appartenenza che scatena antusiasmo e rivalità. – Le corse a vuoto, diventano molto più interessanti tanto che in pochi anni si trasformano in un evento a livello nazionale con relativa ricadute turistiche mentre precedentemente aveva una impostazione finalizzata a livello locale. Oggi sono circa ventimila le persone che vengono a Ronciglione per assistere alle corse a vuoto.

 

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La Cavalcata degli Ussari

Nell’ 800 (1860-65) un Capitano degli Ussari Francesi di stanza a Ronciglione (in difesa dello Stato Pontificio) innamoratosi di una bella dama, per pavoneggiarsi davanti ai suoi occhi sfilò più volte alla testa dei suoi dragoni, dando così origine alla Cavalcata degli Ussari.

La cavalcata degli Ussari, cavalieri vestiti con costumi del XIX secolo che partendo da Piazza della Nave, si lanciano in una cavalcata lungo Corso Umberto I, tradizionalmente apre ogni giornata del Carnevale. La cavalcata rievoca il periodo del dominio francese e l’origine della tradizione sembra sia da attribuire al comandante della guarnigione degli Ussari francesi che di stanza a Ronciglione, di presidio ai confini vaticani, cavalcò alla testa dei suoi più volte per pavoneggiarsi di fronte alla donna della quale era innamorato.

 

 

 

Programma

Programma_Carnevale_Ronciglione

 

Info

0761625460

www.prolocoronciglione.it

info@prolocoronciglione.it

 

 

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