Ematologia non può aspettare il completamento di Belcolle

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Viterbo – Tonino Longo (Uil scuola) si schiera al fianco dell’Ail nella battaglia per il reparto in difficoltà

 

 

L'ospedale di Belcolle

L’ospedale di Belcolle

 

Riceviamo e pubblichiamo – Venuto a conoscenza della situazione del reparto di Ematologia di Belcolle e della mobilitazione cui si sta apprestando l’Ail, associazione contro le leucemie, per difendere il diritto dei pazienti ematologici a veder garantito un servizio sanitario efficiente, non ho potuto esimermi dall’intervenire sulla questione.

Il reparto di Ematologia, grazie al personale medico e infermieristico di assoluto valore riconosciuto, ha rappresentato per questo territorio un fiore all’occhiello nel campo delle cure ematologiche come dimostra la partecipazione a gruppi cooperativi regionali, nazionali e internazionali.

L’Ail da tempo si sta mobilitando per veder ripristinate le potenzialità del reparto in difficoltà anche per la mancanza di spazi idonei ad affrontare emergenze mediche che hanno bisogno di particolare attenzione. Nonostante i colloqui più volte interscorsi tra la stessa Ail e la dirigenza dell’Ausl, fino a questo momento non c’è stata alcuna risposta certa, dal momento che tutto viene subordinato al completamento del nuovo Blocco A3 dell’ospedale di cui non è però, nei fatti, possibile quantificare i tempi di realizzazione.

Nel frattempo, i dati che emergono danno una panoramica desolante della situazione: l’attività complessiva della Uoc di Ematologia dimostra una costante espansione sia in termini quantitativi che qualitativi in ogni settore di attività ed in ogni campo della patologia ematologica ad eccezione della terapia intensiva delle leucemie acute e dell’esecuzione di trapianti di cellule staminali che venivano eseguite di routine fino al giugno 2007.

L’azzeramento dell’attività in questi due settori è dovuto unicamente alla collocazione inadeguata e alla carenza di posti letto dell’area di degenza della Uoc di Ematologia, allocata dal giugno 2007 presso la Uoc di Oncologia nel presidio di Belcolle, ove non è possibile effettuare con la necessaria sicurezza questo tipo di procedure, che richiedono reparti idonei ed espressamente dedicati.

In termini sociali ed umani questa situazione costringe i malati e le loro famiglie a enormi disagi e sacrifici per ottenere le stesse terapie e gli stessi risultati che avrebbero ottenuto presso la nostra Uoc. In termini strettamente tecnico-professionali il personale, sia medico che infermieristico, in possesso di tutti i requisiti tecnici conseguiti in decenni di esperienza e di costante aggiornamento, si vede costretto a perdere la parte più impegnativa e gratificante della propria attività specialistica.

In termini economici tutto ciò si traduce in una rilevante perdita per la Ausl Viterbo, costretta a rimborsare elevate tariffe alle aziende ospedaliere che curano questi pazienti: è stato calcolato che l’emigrazione di questi malati è costata, dal 2007 ad oggi più di 2 milioni e 500mila euro. Una situazione che si ripercuote sul tutto il territorio provinciale e su tutta la cittadinanza.

Tonino Longo
Uil – Scuola

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