Il tango sociale di Kledi Kadiu

da corrieredelveneto

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Kledi Kadiu è lo sguardo e il corpo televisivo della danza. Con i suoi modi semplici e sinceri conquista ogni pubblico, a cominciare da Maria De Filippiancora agli inizi del 2000, fino a diventare il volto dei programmi di Rai Cinquededicati alla danza. Ma colpisce anche il suo continuo legame con la madrepatria e il suo orgoglio di danzatore formatosi all’Accademia Nazionale di Danza di Tirana, tanto ricevere nel 2004 dal Presidente della Repubblica d’Albania l’Alta Onorificenza di Ambasciatore della Nazione per aver contribuito alla divulgazione della danza a livello internazionale.

Viene scelto oggi dalla coreografa Milena Zullo come interprete diContemporary Tango, una contaminazione di gesti, stili e pensieri creati per celebrare i cinquant’anni di attività del Balletto di Roma. Lo spettacolo, che ha già riscosso applausi in tutta Italia, giunge domenica 2 Marzo al Teatro Toniolo di Mestre (0re 18:30) all’interno della rassegna Io Sono Danza.


I puristi del tango storceranno un po’ il naso, ma l’opera si propone di raccontare il tango sociale attraverso l’uso del linguaggio della danza contemporanea. I tratti tipici del tango fanno da fondale alla narrazione di un modo di vivere e sentire che contamina, unisce e condivide. Un ballo divenuto sociale, che nel suo diffondersi si è al contempo impreziosito e sporcato. Rimangono le musiche universalmente riconosciute di Astor Piazzola, Anibal Troilo, Osvaldo Pugliese, per raccontare l’Hora Zero, il tempo sospeso, dentro il quale gli incontri, le passioni, le gelosie, gli abbandoni, le fantasie, le tante e diverse anime vengono raccontate, come in un album fotografico.

L’opera creata per il Balletto di Roma esplora quindi una nuova contaminazione tra il linguaggio contemporaneo ed il minimalismo dell’incontro tra corpi che parlano di tango: incontro di un linguaggio popolare e sociale con il più ricco e variegato modulo del balletto. Lo spettacolo narra l’abbraccio del tango, dentro il quale si colmano bisogni, aspettative, sogni, desideri e oblii, un abbraccio che ciascuno esprime arricchendolo del proprio sé e portando in esso tutta quella memoria, consapevole e non, che la vita gli ha tracciato nel corpo.

Info: Teatro Toniolo

 

Pubblicato in data 05/nov/2013

coreografia Milena Zullo
musiche Astor Piazzolla, Lucio Demare, Anibal Troilo Juan D’Arienzo, Osvaldo Pugliese, Francisco Canaro, Angel Villoldo
costumi Giuseppina Maurizi
maître de ballet/
ass.te alle coreografie Piero Rocchetti
light designer Emanuele De Maria
video credits Matteo Carratoni Franco Cionini AvidigitalStudio44

L’opera, attraverso l’uso del linguaggio contemporaneo, vuole raccontare un ballo: il tango sociale, che sempre di più sembra diffondersi nel nostro pianeta. Segnale ulteriore del fenomeno della globalizzazione che ancora una volta anche in questo ambito, come nel linguaggio della danza tutta, contamina, unisce, condivide. Il Tango sociale vissuto non più semplicemente come un ballo, con i suoi passi tipici, ma capace di divenire “racconto” di un modo di sentire tanto diffuso e così capace anche di percorrere con la sua musica ormai tutti i continenti della terra. L’opera creata per il Balletto di Roma esplora una nuova contaminazione tra il linguaggio contemporaneo ed il “minimalismo” dell’incontro tra corpi che parlano di tango: incontro di un linguaggio popolare e sociale con il più ricco e variegato modulo del balletto. Lo spettacolo narra l’abbraccio del tango, dentro il quale si colmano bisogni, aspettative, sogni, desideri e oblii, un abbraccio che ciascuno esprime arricchendolo del proprio sè e portando in esso tutta quella memoria, consapevole e non, che la vita gli ha tracciato nel corpo. Preziosa e speciale diviene la partecipazione straordinaria di Kledi Kadiu, grazie al quale la virilità contenuta in questa danza diverrà protagonista. Intorno alla sua virilità si snocciolerà il racconto di una serata nella Milonga, come una scatola dentro la quale s’addentrano tante persone/personaggi, ove il tempo diviene Hora Zero, come più volte affermato da Piazzolla, l’attimo tra la fine e l’inizio, il tempo sospeso, dentro il quale gli incontri, le passioni, le gelosie, gli abbandoni, le fantasie, le solitudini, le tante e diverse anime verranno raccontate come un album di fotografie da sfogliare.


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