Lettera al presidente del consiglio dei ministri

“Tutti fra se confederati estima
gli uomini, e tutti abbraccia
con vero amor, porgendo
valida e pronta ed aspettando aita
negli alterni perigli e nelle angosce”
(Giacomo Leopardi, La ginestra, vv. 130-134)

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,

mi permetto di scriverle perche’ non vorrei che le accadesse di non
riflettere adeguatamente sulla terribile, scandalosa, flagrante
violazione dei piu’ fondamentali diritti umani da parte dello stato
italiano nei confronti dei migranti; violazione che il suo governo
puo’ e deve far cessare.
*
Le segnalo in particolare tre situazioni assolutamente inammissibili:
1. l’esistenza di campi di concentramento in cui persone che non hanno
commesso nulla di male sono detenute in condizioni disumane per mesi e
mesi;
2. le deportazioni di persone che non hanno commesso nulla di male e
che vengono brutalmente riconsegnate alle situazioni di violenza da
cui erano fuggite sperando di trovare salvezza, asilo e protezione in
Italia (salvezza, asilo e protezione che la Costituzione della
Repubblica Italiana esplicitamente prevede e garantisce);
3. il favoreggiamento da parte dello stato della riduzione in
schiavitu’ di esseri umani innocenti gettati ed abbandonati negli
artigli dell’economia illegale e dei poteri criminali.
Sono tre abominevoli crimini – i campi di concentramento, le
deportazioni, il favoreggiamento da parte dello stato della riduzione
in schiavitu’ – che devono cessare; e per farli cessare e’ sufficiente
che il suo governo proponga ed ottenga dal parlamento l’abrogazione
delle misure razziste ed incostituzionali che tali orrori hanno
introdotto nel nostro ordinamento, nel nostro paese.
*
Tralascio qui molti altri temi su cui pure avrei a cuore di richiamare
la sua attenzione: che ogni essere umano deve veder riconosciuto il
diritto di libera circolazione sul pianeta casa comune dell’umanita’;
che ogni persona che nasce in Italia deve essere riconosciuta ipso
facto come cittadino italiano; che chiunque deve godere del diritto di
voto nel luogo in cui vive, lavora e contribuisce al benessere comune;
ed altre questioni ancora su cui opportunamente invita alla
riflessione un recente assai utile documento, la “Carta di Lampedusa”
del primo febbraio 2014.
*
Sarebbe un buon inizio per il suo governo l’abolizione dei campi di
concentramento, delle deportazioni, del favoreggiamento da parte dello
stato della riduzione in schiavitu’; ripristinando cosi’ la vigenza
della Costituzione della Repubblica Italiana, ed il rispetto della
dignita’ e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Che possa non essere inutile averglielo segnalato.
Distinti saluti,

Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace e i
diritti umani” di Viterbo

Viterbo, 28 febbraio 2014

Mittente: Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace
e i diritti umani” di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo,
e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com,
centropaceviterbo@outlook.it, web:
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

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