LA FORZA DEI VALORI

PIETRO STALLONE – Oggi 25 aprile 2020 vogliamo ricordare un uomo che ha speso la sua vita per l’affermazione dei valori e dei diritti civili

Ricordare l’opera di uomini che con disinteresse hanno speso la loro vita alla crescita del movimento operaio e sindacale è un compito che il giornale dei socialisti,  l’Avanti, non può disattendere.

Va fatto perché è importante oggi più che mai non dimenticare che le conquiste ottenute dai lavoratori e la conquista della democrazia sono frutto di azioni, di sacrifici e spesso della perdita della vita di uomini e donne. Persone che, a rischio della vita, hanno dedicato il loro tempo alla promozione della consapevolezza che i diritti umani vanno sempre assicurati ad ogni uomo, di qualsiasi nazionalità. Sono tantissimi e non vengono degnamente ricordati e onorati. Contribuire alla conoscenza delle loro gesta eroiche, può essere utile a farci riflettere sui nostri comportamenti attuali, spesso intrisi di egoismo, rivolti più all’avere che all’essere UOMINI. La liberazione dei popoli dalle oppressioni non è stata e non è una cosa facile, ora anche più di prima, eppure sono questioni di cui ci interessiamo molto poco.

La vita frenetica che fin d’ora abbiamo condotto, rallentata soltanto per l’espansione di questa tremenda pandemia, non ci ha fatto vedere la realtà dell’oppressione di uomini su altri esseri umani, trattati come schiavi, precari a vita, disoccupati, profughi abbandonati al loro destino o internati in campi di concentramento, dove subiscono violenze e torture.

La pausa di riflessione sarà servita?
Riusciremo a comprendere che abbiamo bisogno degli altri esseri umani e della convivenza pacifica con gli altri esseri umani?
Riusciremo a comprendere l’importanza di assicurare i diritti umani e civili a tutti gli uomini?
Riusciremo a comprendere che dobbiamo cambiare e smetterla di inquinare fiumi, laghi, mari, aria e terra?

Siamo ottimisti, dobbiamo esserlo! Usciremo da questa pandemia migliori.

Sono questioni da risolvere. I cittadini debbono pretendere che la politica metta in primo piano la salute e la qualità della vita da vivere in armonia con la natura e con gli altri esseri umani.

Guai se tornassimo ad agire allo stesso modo dando priorità agli aspetti esclusivamente economici, egoistici e alle spinte nazionaliste. Ciò porterebbe ad ulteriori guerre locali e al completo disastro ambientale.

I padri della patria non hanno offerto la loro vita per questo, essi volevano una nazione aperta al mondo, volevano il raggiungimento della estensione dei diritti umani a tutti gli uomini del mondo.

Dobbiamo ancora lavorare per raggiungere questo obbiettivo, ancora lontano, nonostante l’impegno di tanti uomini.

Fra questi Pietro Stallone, patriota e sindacalista. Così il Comune di Roma lo ha onorato dedicandogli ”largo Pietro Stallone”. Anche il Comune di Bari gli ha dedicato una piazza alla memoria. Manca ancora il riconoscimento della sua città natale, Bitonto, nonostante sia stato più volte richiesto. Ma è noto che nessuno è profeta in patria.

Pietro Stallone è stato un sindacalista, segretario generale dei postelegrafonici CGIL, lottò con determinazione contro la dittatura fascista. Era il 9 settembre 1943, Mussolini e il fascismo caduti, l’Italia occupata dai nazisti, che volevano distruggere tutti gli edifici della città di Bari e il Porto. L’azione contro l’edificio delle poste centrali di Bari era stata ben programmata dai tedeschi. Nelle sede operativa delle poste, Pietro Stallone, organizzò la resistenza, spingendo colleghi, antifascisti, militari sbandati ed anche militi fascisti ad imbracciare i fucili e respingere i tedeschi.
Presso la posta centrale si era costituito un comitato antifascista sindacale presieduto da Stallone.

“Nel momento in cui si venne a sapere che i tedeschi avrebbero attaccato il porto, la stazione, gli uffici principali – scrive Pietro Stallone, in appunti rintracciati dallo storico Vito Antonio Leuzzi – anziché panico, negli uffici della posta centrale si determinò un vivissimo fermento e una rapida saldatura delle forze che, sinceramente, avevano coltivato nell’animo un’avversione decisa al fascismo e a tutte le sue forme di corruzione e tradimento. Fu così creata quella spontanea reazione che immediatamente si manifestò appena i tedeschi spuntarono con alcuni autocarri carichi di uomini armati. Con una rapida consultazione di uomini vestiti col camice di lavoro, soldati, carabinieri e persino alcuni militi della milizia postelegrafonica, che non erano più disposti a seguire quel comandante Morabito che, molto prudentemente, tagliò la corda al momento opportuno, imbracciarono i fucili che avevano a disposizione e dalle finestre fecero fuoco contro i tedeschi. Il capitano dei carabinieri, che comandava il reparto della censura militare al telegrafo, e il capitano Spagnolo, che comandava i militari di truppa addetti ai reparti speciali di revisione e censura della corrispondenza postale, fecero causa comune con gli impiegati antifascisti che fiancheggiavano e sostenevano l’azione di fuoco”.

L’impegno sociale di Pietro Stallone continuò mantenendo costante la sorveglianza sugli edifici e, poi, alla liberazione dell’Italia, con l’azione sindacale in difesa del lavoro e dei diritti dei lavoratori. E fu proprio a Bari che i dipendenti della pubblica amministrazione si dettero convegno nel 43/44 per gettare le basi del sindacato unitario.

La città di bari così lo ricorda nella delibera istitutiva della piazza:
“Ricordare le donne e gli uomini che hanno operato nella terra di bari lasciando segni evidenti di impegno personale e progettualità preziose è la costante toponomastica cittadina. Fra le personalità che hanno contribuito attivamente alla ricostruzione sociale della città, bisogna sicuramente ricordare Pietro Stallone, cavaliere di Vittorio veneto, nonché della repubblica, dirigente sindacale, giornalista di origini contadine che tenne sempre fede con modestia ed umiltà ai suoi principi. 
Il suo nome rimane particolarmente legato all’impegno del movimento sindacale, alle lotte contro il fascismo, il razzismo, l’antisemitismo e soprattutto alla battaglia per la pace, la democrazia, l’indipendenza nazionale, il progresso sociale, l’affermazione della dignità umana, dell’uguaglianza e della libertà “.      

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