Un incubo a puntate – Tratto dai miei sogni – Raimondo Chiricozzi

Questa notte ho fatto un brutto sogno, un incubo tremendo.
Ritenevo di essere immunizzato da certi fatti e comportamenti. Credevo che la mia storia politica e personale mi avesse preservato anche dai pensieri che prefigurassero idee poco propense al coinvolgimento della gente in scelte democratiche e lontane dalla ricerca dell’uguaglianza e dalla ricerca dello sviluppo economico della societa’ . Ed invece … la mia mente nel sonno si e’ immersa in una incredibile vicenda.

Dormo e sogno.
Mi ritrovo bambino all’asilo dalle suore Maestre Pie Venerini di Ronciglione; ho 5 o 6 anni. Accanto a me ci sono  miei coetanei che con me giocano. Un bambino poco più grande di me si comporta come se fosse il padrone dei giochi,  adesso lo definiremmo un bulletto, ricordo che non mi piaceva giocare con lui. Il nostro tempo è scandito dal cambiare giochi in continuazione, perché il “bulletto” fa ciò che vuole e le ragazze che aiutano le suore lo tollerano, fanno finta di non vedere cosa combina. Gino, così si chiamava è una peste. E’ meglio stare alla larga da Gino il Bullo.

Mi sveglio. Il sogno mi piace e lo accarezzo così tanto che mi riaddormento e dolcemente ci rientro.

Sono di nuovo all’asilo. Morfeo, però, chissà come e perché, mi ripropone il luogo, ma le scene sono diverse, opposte alle precedenti che sono state il mio vero vissuto. Stranamente il bulletto sono io. Gino e gli altri bambini sono le mie vittime sulle quali esercito incredibili angherie. Sono diventato anche più cattivo di Gino. Sono anche manesco, senza motivo prendo a pugni un bambino, capitatomi a tiro e solo quando ci dividono smetto, ma subito penso e preparo  un’altra mia cattiveria. Esco dall’asilo, non c’è nessuno ad aspettarmi, torno a casa da solo, non sono mica una femminuccia, penso. Cammino e tutti mi evitano. Ne sono contento. Voglio dimostrare a tutti che non ho paura di niente. Prendo a sassate le finestre e le vetrine dei negozi quasi tutti i giorni. Tutti chissà perché  accettano le mie violenze. Non sopporto nessuno. Continuo a cercare come poter far del male agli altri.

Dal sonno di tanto in tanto mi sveglio. Grondo sudore. Morfeo mi ha trasformato in una pessima persona. Non ho tempo di pensare ai motivi,  la mia mente vuole tornare nel sogno-incubo che sto facendo. Adesso mi piace, sento che mi appaga, voglio viverlo ancora. e mi riaddormento.

Morfeo mi ha ripreso e mi ha immerso nuovamente nell’incubo. Mi tuffo dall’alto, da sopra il mio corpo disteso e immobile e sto entrando dentro il mio corpo, che, non so come, si trasforma in un grande mare profondo: è il Mar Mediterraneo. Non mi rendo conto che non è acqua quella che tocca perché sto immergendomi nella grande cloaca che ho creato. In lontananza vedo le coste della Libia, l’isola di Malta, la Sicilia, l’Italia. Penso di poter morire affogato, solo per un attimo. Sono un grande nuotatore capace di attraversare il mare in largo e in lungo. Non sono come quegli uomini e donne che senza saper nemmeno nuotare vogliono attraversare il mare sui barconi, che spesso affondano e  muoiono come vermi. Io con poche bracciate sono al sicuro sulla terra ferma.  E’ una cosa che mi appaga, sono contento di viverla.  Ora non sono più un bambino, sono un grande personaggio politico. Sono il più bravo, il più intelligente, sono nettamente superiore a tutti gli altri uomini politici, anche degli stessi del mio partito, che pur vanta uomini duri e con capacità intellettive al di sopra della media. Io sono il più duro. Ho ho in mente una mia strategia vincente per conquistare il potere nel mio paese e poi nel mondo.

So che i cittadini ti seguono se riesci ad instillare nella loro mente, o meglio nella loro pancia, la paura del diverso e se riesci a seminare odio contro qualcuno. Non importa chi esso sia, meglio se un ebreo, un terrone, un gay, un nomade zingaro o un nero africano. Studio le mosse da compiere per procurarmi vantaggi e gloria e trovo sempre il modo di nascondere queste mie ambizioni presentandole come conquiste per tutti, per la preservazione della razza pura, per dare sicurezza al cittadino, concedendogli di sparare anche su coloro che ritiene pericolosi per la propria incolumità o perché ritengano possano minacciare la propria proprietà. Tutti ora mi esaltano e mi lodano in continuazione.

Ma eccomi nuovamente sveglio. Tento di capire cosa mi accade, ma non voglio abbandonare il sogno e mi rituffo contento in quella melma, che al contrario avrei dovuto allontanare immediatamente. E’ una lotta che si svolge in me in mia presenza assenza. Cosa mi sta accadendo? Il duro combattimento lo vince anche questa volta Morfeo, con il suo incubo e ricasco nel sogno. Mi ritrovo immerso a studiare la strategia per la conquista del potere messa in atto dai grandi dittatori. Sono divenuto un apprendista duce. Sento che ci riuscirò, perché sono capace di parlare alle masse, che sono inconsapevoli delle mie ambizioni; mi applaudono e hanno dimenticato quello che è stato per loro il doloroso passato. Io al contrario lo ritengo ancora oggi glorioso, superbo e imitabile. Nessuno potrà arrestare la mia corsa verso la conquista del potere assoluto.

Torno però a svegliarmi. Che cos’è questo continuo addormentarsi e svegliarsi. Cosa mi sta succedendo? Perché ? Non voglio svegliarmi. Voglio continuare il mio sogno glorioso. Il sogno mi piace e cerco ancora di chiudere gli occhi. Non riesco più a dormire. Abbandono la stanza da letto. Mi siedo in poltrona. Cerco di rivedere il film del mio incubo, anche quelle scene assurde che Morfeo ha voluto io girassi. La pellicola si riavvolge completamente ed il film riparte dall’inizio mentre io lo sto guardando ad occhi aperti e rifletto, rifletto.

Manca il finale al film. Corrono in mio soccorso le passate e recenti letture.

 

(Continua)

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