Beata principessa etrusca senza Trasversale, arsenico e… Zingaretti

di Edmond D. Dantes da viterbonews24 13/03/2016 – 02:01

Cari amici, tutti voi avrete letto su ViterboNews24, la notizia dell’eccezionale ritrovamento, nel parco archeologico di Vulci, della tomba funeraria detta della ”Principessa”. Una scoperta importantissima, specialmente per conoscere di più gli etruschi (come ha detto anche la soprintendente Alfonsina Russo). All’interno della tomba sono stati trovati resti umani di una giovane con il suo corredo, non solo, ma la presenza di scarabei egizi, confermano che apparteneva sicuramente ad una famiglia dell’aristocrazia.

La notizia del ritrovamento ha avuto una grande attenzione da parte della stampa nazionale ed internazionale, il che gioverà sicuramente al parco archeologico. Senza contare che il ritrovamento, ha anticipato una facile razzia dei tombaroli.

Vulci fu una delle più grandi città-stato dell’Etruria, con un importante sviluppo marinaro e commerciale con la Grecia e l’oriente. Nei secoli VI e VIII a.C. l’artigianato locale, anche grazie alla manodopera greca, diede vita ad una produzione di ceramiche, sculture e bronzi di ottima fattura. La civiltà etrusca è stata la prima, grande e potente civiltà italiana. Aveva un ricco bagaglio culturale e tecnologico, ma soprattutto era ben organizzata e strutturata nella vita politica e sociale. Alla fine del VI secolo a.C. la società etrusca si presenta prepotentemente ancora divisa sulle due classi: servi e padroni.

Uguale a quella attuale di civiltà, no? Non solo, ma si mantenne con il conservatorismo assoluto. Al vertice della gerarchia ci sono i re, i più noti: Porsenna, Muzio Scevola e Clelia che ebbero numerose vicende con i romani. Le città etrusche erano tutte unite da vincoli religiosi ma non da un vincolo politico univoco, piuttosto ad una federazione dove nessuna città poteva prevalere sulle altre.

I re non erano dei monarchi illuminati ma figure simili a tiranni che operavano nei loro regni con una piccola classe oligarchica (anche allora il famoso giglio magico?).

Poi c’erano i condottieri, le gerarchie militari di allora, e un’altra potente categoria: i magistrati. Molto potenti e molto gelosi delle proprie prerogative e privilegi, erano chiamati a deliberare in una specie di senato e rappresentavano la sola assemblea politica dello Stato etrusco. Poi, ovviamente, c’erano le cariche sacerdotali. Al di sotto di queste categorie, non vi erano che i servi. Di campagna e di città, domestici e animali da soma. Certo le notizie sono frammentarie, ma rendono bene l’idea.

La scoperta della tomba della giovane etrusca, ci permetterà di saperne di più.

Il vostro Dantes, condizionato dal cinismo e dalla disillusione dell’attualità storica, non poteva non trovare ironiche similitudini, con i nostri giorni. La giovane principessa non doveva preoccuparsi della Trasversale, non vedeva all’orizzonte la centrale dell’Enel, non beveva l’acqua all’arsenico, sicuramente. Magari al posto del nostro Zingaretti doveva sorbettarsi le passerelle di qualche novello condottiero, che rendeva reale l’effimero. In ogni caso, viveva anche lei in un mondo diviso tra padroni e servi. Un tratto sociale che non si è mai modificato nei millenni, mi pare. Oggi magari i servi si ammantano di ipotetiche teorie filosofiche, ma lo fanno per assomigliare di più ai padroni. I padroni invece, non cambiano mai. Paraculi eccelsi, pronti sempre a far credere tutto e il contrario di tutto. Anche a far credere ai servi di essere liberi.

Ma forse i padroni esistono perché ci sono i servi? Vallo a sapere…

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