Carri e maschere in tanti posti della Tuscia

In programma decine di appuntamenti da Civita ad Acquapendente
17/01/2015 – 00:00 da viterbonews24

VITERBO – La Tuscia epicentro del Carnevale del Lazio e di un’ampia fascia di Italia Centrale. Un primato forse dovuto al fatto di essere la patria di Phersu, il personaggio etrusco abbigliato con una veste formata da piccole pezze di stoffa, ritenuto il padre di Pulcinella ed Arlecchino; o ferse dall’aver dato origine alla satira politica, nata dall’evoluzione dei ”fescennini versus”, una festa improntata sullo scherno e la canzonatura, celebrata nell’Agro Falisco in occasione delle principali scadenze della vita contadina.

Sono infatti una ventina su 60 i centri che organizzano manifestazioni carnascialesche più o meno corpose: Civita Castellana e Ronciglione in primo luogo. Poi Acquapendente, Sant’Angelo, Castiglione in Teverina, Farnese, Gallese, Gradoli, Grotte di Castro, Montefiascone, Nepi, Sutri, Vasanello, Vetralla, Viterbo, Canepina. Manifestazioni minori, alcune delle quali di recentissima istituzione, si tengono in altri comuni.

Tuttavia, i carnevali più carnevali di tutti restano quelli di Ronciglione e Civita Castellana che, oltre ad essere i più antichi e i più ricchi, sono anche i più vissuti e caratteristici. Pur essendosi allineati agli stereotipi degli altri carnevali, sfilate di carri allegorici, gruppi mascherati eccetera, le manifestazioni di Ronciglione e Civita Castellana conservano caratteristiche proprie, sedimentate nei secoli, che le rendono in larga parte unici nel loro genere.

RONCIGLIONE – Il carnevale ronciglionese, probabilmente il più grande e festoso della Tuscia, è caratterizzato dalle sfilate di cavalieri, maschere, balli, carri. Fino a qualche anno fa il fulcro della festa erano le celebri corse a vuoto (corse in salita di cavalli senza fantino, le cui testimonianze più antiche risalgono all’epoca di Papa Paolo III Farnese (1465). Corse che sono state vietate dopo la morte di alcuni cavalli durante la gara.

Altra caratteristica peculiare di Ronciglione è l’insediamento di Re Carnevale, che l’ultimo venerdì di festa riceve dal sindaco le chiavi della città. L’istituzione pubblica cede così il passo per cinque giorni alla trasgressione, alla baldoria e alla follia.

Nei giorni successivi, in particolare la domenica e il martedì grasso, ancora corse a vuoto e balli in piazza. Per l’occasione, agli spettatori vengono offerte forchettate di maccheroni contenuti nei ”pitali”. Oltre alle maschere ”ufficiali”, sfilano anche i cosiddetti ”nasi rossi”, un gruppo di buontemponi seguaci di Bacco. La sera del martedì grasso, al termine di un grandioso saltarello, il Re Carnevale, condannato a morte per gli eccessi dei giorni precedenti, viene accompagnato verso il luogo dell’esecuzione dai confratelli della compagnia della Penitenza e dato alle fiamme.

CIVITA CASTELLANA – Molti studiosi sostengono che quello di Civita Castellana sia uno dei pochi carnevali italiani ad aver conservato quasi per intero l’antichissima matrice originaria e che affossi le proprie radici nella civiltà Falisca. Il Carnevale civitonico inizia oggi, in concomitanza con la festa di Sant’Antonio Abate. L’atto d’apertura dei festeggiamenti è l’intronizzazione, cioe’ l’insediamento ufficiale dei Re Carnevale. Un enorme ”puccio” di cartapesta, panciuto e rubicondo, che troneggia sul suo effimero regno di bagordi e baldorie. Il suo trono, la sera del martedì grasso, si trasformerà in un gigantesco rogo.

Ma il Carnevale civitonico è fatto anche di sapori. In ogni famiglia e in alcuni caratteristici locali del centro storico, infatti, si preparano specialità gastronomiche in base a ricette secolari: gli ”scroccafusi”, castagnole di pasta dolce fritte e condite con miele; le ”frappe”, losanghe di pasta dolce fritte nell’olio bollente; i ”ravioli” ripieni di ricotta imbevuta di rum; i ”frittelloni”, sottile sfoglie di pastella passati velocemente in padella, cosparsi di pecorino e arrotolati su se stessi. Nell’ultima domenica di Carnevale e il martedì grasso, oltre alla tradizionale sfilata di carri allegorici, in piazza della Liberazione si svolge uno spettacolo continuo, al quale prendono parte migliaia di maschere, bande musicali precedute da majorette e gruppi folcoristici. Il rogo del Re Carnevale, la sera del martedì grasso, chiude i festeggiamenti.

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