Bracciano: Giuseppe Salsetta alla serata Fa.Rò. per ricordare Roberta Faiola.

Il giovane di “Amici” pronto a regalare un sorriso a costo 0 a “Ti Fa.Rò. ridere”: credeteci!

Giuseppe Salsetta, direttamente da Amici 2007-2008, ospite il 31 agosto 2013 della serata Fa.Rò, ass. Onlus per l’oncologia pediatrica, svoltasi a Bracciano, nel giardino comunale dietro alla stazione ferroviaria.

La manifestazione ha visto la presenza  di molti cittadini che hanno spontaneamente partecipato alla lotteria con premi offerti ( magliette, gadget) dalle società sportive ROMA e Lazio.

 

Salsetta dice di essere in attesa dell’Eurostar che lo porti fino al grande pubblico: quello di Sanremo. Sogna coi piedi per terra con gli occhi di chi ha costruito il successo con la gavetta e l’umiltà tipica della sua Sicilia, quella Gela a cui è tanto attaccato. Col sorriso smagliante, che lo contraddistingue e che disegna bene l’ottimismo che lo caratterizza e che infonde coi suoi spettacoli. Sale su palchi, anche minori come quello di Bracciano o Canale Monterano, con lo stesso entusiasmo che alimenta la sua passione per la musica. Il suo motto per i giovani è di credere nei propri sogni.

Un ragazzo semplice, con le idee chiare, allegro, socievole, cordiale e con tanta voglia di ridere, sorridere e far sorridere, non appagato, ma soddisfatto di quello che la vita gli ha dato; si ferma a parlare con noi dopo le prove; cena tra la gente allo stand installato nel parco comunale… perché lui non è Giuseppe Salsetta di “Amici”, ma Giuseppe: un ragazzo che non rinnega la trasmissione che gli ha dato enorme visibilità, ma a cui interessa solamente cantare, ovunque…fosse anche solamente pianobar. E che sente di non doversi esimere dal prendere parte ad iniziative in cui, con un piccolo gesto, si può dare un grande contributo ad una causa importante: la raccolta fondi, da destinare al Bambin Gesù di Roma, per l’oncologia pediatrica ad opera dell’Associazione Onlus Fa.Rò, fondata dopo la prematura scomparsa della giovane Roberta Faiola, rimasta nel cuore di tutti e ricordata con la messa in scena di un reale compleanno con tanto di torta, offerta al pubblico, candeline, spente poi, e la canzone “Tanti auguri” cantata da Giuseppe Salsetta, come se Roberta continuasse a vivere tra di noi…che è quello che tutti vorrebbero…

Uno dei tuoi brani, si intitola “Quello che vorrei”: cela un po’di rimpianto e nostalgia. Di che cosa hai nostalgia? E oggi, cosa vorrebbe Giuseppe?

Innanzitutto “Quello che vorrei” non è un pezzo autobiografico: non parlava di me, ma di una storia di un amore finito male, come mille altre.

Per quanto mi riguarda, invece, come si suol dire: uno aspetta sempre il treno migliore…ho fatto dei salti: sono passato da un regionale a un Intercity ora sto aspettando un Eurostar…quando arriva.

Nel videoclip di “Quello che vorrei” l’immagine è quella un po’ stereotipo del pugile: che valenza ha?

Beh nel video c’è l’immagine di questo uomo che ha tremila rimpianti, si maledice e maledice tutto. A un certo punto sembrano due, ma sono sempre io: perché è come se credesse di aver vinto tutto, quando invece ha perso solamente un grande amore. E la ragazza nel video è Camilla la mia fidanzata che è qui con me stasera.

E dal singolo sei giunto a realizzare il tuo primo album d’esordio: ce ne puoi parlare?

Beh è stato un grande passo in avanti, un gran sogno realizzato. Ad un “paesanotto” della Sicilia come me ha aperto tante nuove prospettive. Fare un disco mi sembrava una cosa irraggiungibile prima e la sua realizzazione mi ha portato a parecchie cose: una nuova tournée, tante nuove collaborazioni con dei giovani artisti molto in gamba tra cui Nicco Verrienti, uno dei maggiori autori di Annalisa, Emma Marrone, e tanti altri artisti.

Da “Amici” come è cambiata la tua vita?

Prima facevo l’idraulico, quindi cantavo con qualche bidet o con qualche wc (ride ndr); anche i clienti mi ascoltavano sempre cantare…scherzi a parte la mia vita è cambiata nettamente sicuramente anche se ho dovuto lasciare la mia Sicilia…non che sia un sacrificio stare a Roma, sebbene molte cose siano cambiate, considerando che la Capitale è un mondo totalmente diverso…il traffico ad esempio a cui non ero abituato. Decisamente, però, Roma mi ha cambiato tanto la vita dandomi un’opportunità di vita assolutamente differente.

Che ricordo hai di quell’esperienza? Hai mantenuto rapporti con gli altri ragazzi?

Un’esperienza sensazionale che ti occupava in toto la mente, parecchio stressante tanto quanto stupenda. Sicuramente la rifarei altre cento volte, anche se la affronterei in maniera totalmente diversa, giocandomi le carte in modo migliore a quanto non abbia fatto all’epoca. Con Antonino, con Cassandra, con Roberta, con Pasqualino ci incontriamo spesso nelle varie date. 

Rispetto all’edizione 2007-2008 molte cose ad “Amici” sono cambiate nelle successive edizioni: non c’è più la Casetta ed anche i ragazzi non si esibiscono più in tutte le discipline, ma prettamente in quella per cui si sono presentati e sono stati selezionati. Che ne pensi?

È cambiato il fine. Si cerca il talento specializzato in quella materia che possa subito dare qualcosa: più che allievi mi sembrano tutti già arrivati lì dentro. Sembra sempre meno scuola e sempre più Sanremo.

Non che non sia giusto che un cantante si formi esclusivamente in canto, però forse prima formava meglio. Anche nel tuo caso, ad esempio, come appare evidente dal tuo percorso, ti ha permesso anche di fare dei musical.

Sì assolutamente. Non che prima non formasse o che non sia giusto che un cantante non debba specializzarsi. Non snobberei questa strada comunque, poiché chi arriva in finale ha pur sempre un contratto discografico. Io son arrivato in semifinale e non ho avuto nulla da “Amici” se non tanta visibilità e molte opportunità di salire su molti palchi e diverse richieste per svariate serate. È cambiato il fine, però l’opportunità è sempre grande.

A proposito di tournée: in quale modo continuerai il tour e quali progetti futuri hai in programma?

Quest’anno con la Effegi Eventi, che è la mia agenzia, ci siamo prestabiliti un obiettivo che è quello di puntare molto sul live, sul passaparola, pensando di portare sul palco un racconto autoironico della mia vita.

Tra l’altro, il tuo tour ha fatto tappa a Canale Monterano il 19 agosto scorso: un commento?

Io andai a Canale lo scorso anno con il tour di Gianni Mazza e quest’anno è stato un gran successo, il pubblico ha risposto benissimo; ritengo si tratti di bella gente.

Che tipo di legame si è instaurato con la Effegi Eventi invece?

Il rapporto con la Effegi Eventi è nato lo scorso anno in occasione della tournée con Gianni Mazza. Sono stato chiamato da Giancarlo Falcioni, consigliato da qualche altra agenzia, ed ho accettato subito. Lavorare con un maestro quale Gianni Mazza, con 40 anni di tv alle spalle, è stato un onore. Poi c’è stata la voglia di entrambi di continuare e di intraprendere un percorso e un cammino diversi: una nuova avventura artistica che è quella di Giuseppe Salsetta in tour che si racconta; ed io son stato felicissimo che abbia voluto darmi questa opportunità, considerando che la Effegi Eventi è un’agenzia che segue tra gli altri Fabrizio Moro, Matia Bazar ed altri.

Ma non solo musica per te. Potresti parlare del tuo impegno nella Nazionale Calcio Attori?

Io ringrazio il presidente Livio Rossi che mi ha permesso di fare questa bellissima esperienza. Ci permette di portare sostegno a chi è meno fortunato di noi e, nel frattempo, ci diventiamo tanto. È un momento di aggregazione che ci dà modo di scambiare tra di noi i propri vissuti professionali nel campo lavorativo. Una grandissima esperienza, decisamente stupenda.

Quale connubio c’è tra musica e solidarietà, riallacciandoti anche all’esperienza con la Fa.Rò. di questa sera?

Sono qui poiché sono venuto a conoscenza dell’importante iniziativa tramite il gruppo dei Sequestrattori, che si esibiranno in contemporanea stasera a Canale. Quando Barbara e Christian, due artisti eccezionali, mi hanno spiegato il motivo per cui chiedevano le presenze, ho subito accettato. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro sul rilievo che merita tale evento. Per quanto riguarda musica e solidarietà, credo siano fortemente legati poiché musica significa dare emozioni; dato che si possono regalare emozioni senza spendere nulla, non vedo perché non avrei dovuto non essere qui.  

Proseguendo nell’analizzare la tua carriera artistica, non si può non parlare delle tue esperienze da protagonista nel musical “Rimini anni ‘60”, e nella commedia musicale “Miracoli di seta”, insieme a Danny Mendez. Quale significato assume un musical nella carriera di un cantante e quali emozioni si provano a recitare accanto a Denny Mendez?

Una gran bella emozione, è davvero una gran bella donna sicuramente. Per un egocentrico come me, il musical ti permette di mettere in atto tutte le tue qualità, ti fa capire il senso del palco, la divisione, ti fa stare al proprio posto…però preferisco stare solo sul palco.

Hai partecipato allo spettacolo: “Ma perché non ci ho pensato prima”. Che ricordo ne hai? Attualmente, quali sono le cose a cui non hai pensato prima?

Ne ho un bel ricordo poiché ho lavorato con un maestro di 40 anni di esperienza con un bagaglio artistico veramente notevole. Non rimpiango nulla di tutto quello che è stato e che ho vissuto. Assolutamente va bene così poiché gli errori insegnano; sembra una battuta invece è esattamente così, seppur sembri una frase fatta.

Nonostante il tuo vasto percorso artistico ti è rimasto qualche sogno nel cassetto?

Solamente uno: Sanremo. Penso che dopo aver fatto il Festival posso anche ritirarmi dalle scene, avendo lasciato il mio segno.

Beh ovvio che di strada da Gela ne hai fatta molta e con Sanremo toccheresti l’apice. Raccontaci un po’ le sensazioni del trasferimento per lavoro dalla tua Sicilia a Roma?

Le impressioni sono di perdere tanto affetto: dei miei genitori cui sono legatissimo, degli amici più intimi, per cogliere le mille opportunità che ti dà la Capitale di stare in mezzo a molteplici artisti con cui confrontarti e crescere artisticamente.

Proseguiamo in questo viaggio artistico nella vita di Giuseppe. Ho letto che sei al lavoro per scrivere altri testi: qualche anticipazione? Progetti futuri oltre il tour?

Anticipazioni no (sob!). Però dico che in ballo ci sono il nuovo singolo e il nuovo album. Ho già scritto quasi tutti i testi personalmente ed è una grandissima soddisfazione poter dire sono un cantautore e non un interprete.

Uscita prevista?

Spero per ottobre.

E, parlando dei tuoi brani, in “Per sempre tu” dici: non arrenderti mai. Ci sono stati momenti in cui hai creduto di cedere, di volerti arrendere e di non potercela fare? Se sì, in che modo li hai superati?

Io sono una persona molto realista. So che è un mondo molto difficile, in cui le vicende della vita non dipendono solo da te. Fino ad un certo punto ci puoi arrivare da solo, dopo un po’ hai bisogno di altri….però credo che nella vita passano parecchie occasioni, parecchi treni importanti e allora mi chiedo: arrendersi, per quale motivo? Io mi alzo alla mattina cantando, vado a dormire cantando, canto anche sotto la doccia, perché dovrei arrendermi? Mal che vada vado a fare i pianobar. E perciò non mi arrenderò mai, punterò sempre in alto. Decisamente non è nella mia concezione arrendermi.

Ed è importante che un cantante diffonda questo tipo di messaggi di fiducia e speranza. Che tipo di rapporto hai coi tuoi fans e quali responsabilità senti nei loro confronti, soprattutto di quelli più giovani, più vulnerabili?

Secondo me la responsabilità è quella di dare sempre messaggi giusti, positivi, con sani principi. Nei miei spettacoli non mancano mai tale tipo di messaggi infatti. Voglio infondere la voglia di credere in qualcosa, nei propri sogni e non mollare, ma lottare per realizzarli. Io facevo l’idraulico eppure sono diventato un cantante. Certo la malizia è in ognuno di noi e pensare che i personaggi famosi siano tutti raccomandati è facile. Invece occorre crederci perciò dico ai miei fans: credeteci!

Ed allora raccontaci quale è il tuo rapporto col successo. Quanto pensi abbia contribuito la tua dote artistica e quanto il tuo aspetto fisico e quale rapporto hai con quest’ultimo?

Mi piace mangiare tanto, quindi il mio fisico lo vizio da questo punto di vista e non lo privo di nulla…anzi direi proprio che non gli faccio mancare nulla! (ride!). Certo l’esagerazione fa sempre male però. Invece il rapporto col successo lo sto coltivando e costruendo piano piano con la gavetta, poiché il successo ha bisogno di basi ben solide; in questi 5 anni ho girato veramente tantissimo ed ho imparato moltissimo: ho spaziato dai palchi più piccoli a quelli più grandi e prestigiosi. Il successo si costruisce poco alla volta; non è un programma, un talent o un Sanremo che ti porta al successo, anche perché lì, dopo un po’, crolli se non hai quella giusta base solida di cui parlavo.

Venendo alla tua musica, tu canti anche molte cover: con quale criterio le scegli? Preferisci eseguire cover o testi tuoi inediti ed originali?

Io ho scelto di cantare le cover poiché i miei pezzi inediti non li conoscono tutti e così lascio solamente delle chicche dei miei brani ogni serata. Il mio spettacolo è rivolto al pubblico e spero che abbia un ricordo piacevole di me finita la serata e che non si sia annoiato; sicuramente cantare solamente delle canzoni mie penso che sarebbe veramente difficile per la gente venuta ad ascoltarmi seguirmi durante l’esibizione live…si annoierebbe. Poi le cover per me sono un modo di rendere un tributo ed onorare grandi della musica italiana soprattutto. Io faccio in toto musica italiana e il mio è uno spettacolo per il pubblico non per me; molti artisti preferiscono cantare per sé, io voglio iniettare la mia musica lentamente, dolcemente, non voglio che sia un urto.

Quanto è difficile per un giovane cantare in questo momento?

Non è difficile assolutamente. Certo raggiungere il successo è difficilissimo;;; se si parla invece di passione ed amore per la musica, per il canto e per l’arte in generale da seguire e coltivare è un altro discorso e non bisognerebbe mai arrendersi e cedere dal seguire la propria passione: si può cantare ovunque per me, ci vuole molta fantasia. Ripeto, mi esibisco con la stessa intensità su palchi secondari quanto più importanti. Così come, con la stessa passione, canto in macchina, nell’ascensore, sotto la doccia.    

Ho sentito dire che, forse, introdurranno, nella nuova edizione di “Amici”, una sezione per gruppi emergenti…che ne pensi?

Credo che loro debbano rinnovarsi ogni anno. Ritengo che sia sempre arte, musica e, se si può dare visibilità a dei gruppi, è giusto che ci sia spazio anche per musicisti giovani. Pertanto la vedo come una grandissima cosa.

Avresti mai cantato in una band? Se sì, in caso, con quale dei gruppi musicali più famosi ti sarebbe piaciuto collaborare? E con quali solisti?

Io vorrei cantare con molti artisti italiani: ad esempio con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro o con Tiziano Ferro. Con Michael Bublé a livello internazionale…sognare non guasta: non sono un presuntuoso e non sono un illuso, però nella vita tutto è possibile; mi è successo di tutto nella vita, ti arrivano delle cose assurde quando meno te lo aspetti. Per ora sono in attesa dell’Eurostar che mi porti all’incontro col grande pubblico; intanto stasera mi delizierà questo splendido gruppo di Bracciano: non che mi basterà, ma per me già è tanto essere qui.  

Allora che messaggio vuoi lasciare a Bracciano?

Il mio messaggio è che bisogna darsi in toto per aiutare chiunque, soprattutto quando non ti costa nulla, anche perché con molto poco puoi rendere tante persone felici.

Pensi che in futuro porterai in tournée con te qualche amico di “Amici”?

Non è in programma, ma non lo escludo poiché sono dei grandi artisti. Entrare in una trasmissione del genere già presuppone che si abbia un talento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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