Subito una commissione parlamentare d’inchiesta sui Pesticidi in Italia

di Giuseppe Altieri

Abbiamo tutti i dati disponibili sui responsabili del fallimento delle politiche agroambientali europee in Italia, miliardi di € che finanziano (dal 1992 e in forma obbligata e prioritaria dal 2000) la sostituzione dei pesticidi chimici in agricoltura (ovvero la loro reale riduzione, quale obiettivo dei regolamenti comunitari in materia agroambientale) e la coltivazione biologica,con previsto  pagamento agli agricoltori dei mancati ricavi, maggiori costi, più un 20% per i costi di transazione al metodo biologico (pratiche burocratiche), più fino a un 30% per azioni d’area collettive, che possano comportare un beneficio territoriale …ad esempio al Lago Tarsimeno, area di interesse naturalistico europeo strategico, che poteva godere anche di sussidi aggiuntivi ulteriori… mai utilizzati…

Soldi che, purtroppo, hanno sostenuto una falsa riduzione dei Pesticidi e una falsa Agricoltura Integrata, senza obbligo di utilizzo dei prodotti biologici sostitutivi dei pesticidi… come previsto dalla decisione CE del 30-12-1996 in materia di Produzione Integrata. Con disciplinari che prevedono trattamenti chimici molto superiori al normale uso in agricoltura convenzionale… Una truffa comunitaria, denunciata dagli agricoltori Umbri alla Corte dei Conti dell’Umbria, nel 2001 (procuratore Minerva) e alla Corte dei Conti UE nel 2007, al MIPAAF e alla Commissione UE, con uno studio inviato dal sottoscritto dopo la relazione durissima della stessa corte dei Conti UE sulla spesa agroambientale (Rel. n. 3/2005) e al Comando NAC, gia nel lontano 2001-2002, alle Trasmissioni Report e ad Ambiente Italia  negli stessi anni 2001-2002 e in svariate denunce pubbliche e convegni… fino ai giorni nostri, laddove le colline in primavera invece che verdi diventano arancio, per l’uso dissennato dei disseccanti totali, che prima non si utilizzavano in agricoltura ed ora sono inseriti nei disciplinari di Agricoltura Integrata con cui si prende il pagamento europeo agroambientale, con conseguenze disastrose sulla distruzione dell’humus dei terreni e le conseguenti alluvioni per mancanza di trattenimento dell’acqua…

L’Italia, in tal modo, ha costantemente aumentato le vendite di pesticidi chimici di sintesi negli ultimi 20 anni, acquistati spesso a scontrino, da agricoltori che hanno percepito e continuano a percepire pagamenti agroambientali, mentre l’agricoltura biologica ha visto ridurre i terreni a fine conversione (certificati) di oltre il 20% negli ultimi 10 anni.

Mentre i Sindacati Agricoli continuano a vivere un conflitto di interessi, essendo partecipi dei Consorzi agrari che vendono pesticidi chimici, mentre concertano le politiche regionali in materia agroambientale… invece di riconvertire i consorzi all’Agroecologia e vendere mezzi tecnici biologici, supportati dai pagamenti agroambientali comunitari (Convergenza di interesse per il bene collettivo, obiettivo della politica agroambientale europea, ndr). E manca ancora la necessaria assistenza tecnica specialistica nella difesa delle coltivazioni, mentre i tecnici divulgatori agricoli han finito per diventare burocrati dei sindacati stessi per le pratiche di contributi europei, in concorrenza (sleale?) nei confronti degli agronomi preposti e non adeguatamente difesi dagli albi professionali, in materia agroambientale. Agroecologi che dovevano essere invece da guida per le politiche agroambientali europee prioritarie ed obbligatorie…assistendo in maniera indipendetne gli agricoltori nella riconversione alle tecniche biologiche. Mentre i consorzi stessi e i venditori di pesticidi in generale, abusano della loro professione, prescrivendo direttamente agli agricoltori l’uso dei agrofarmaci chimici di sintesi, senza un consulto con agronomi indipendenti dalla vendita dei pesticidi chimici di sintesi, come previsto dalla circolare MIPAAF sull’atto fitoiatrico…

…e gli albi professinali stanno a guardare… mentre per comprare un semplice antibiotico bisogna andare dal veterinario.

Insomma mi pare ce ne sia abbastanza per un’indagine parlamentare e una commissione d’inchiesta in materia, che metta un pò di ordine… oltre che per una denuncia alle Procure della Repubblica. Intanto, sono in corso ricorsi ai TAR (degli agricoltori biologici della Toscana) e appelli al Consiglio di Stato sulla materia agroambientale…

…e i nostri figli italiani hanno raggiunto il record mondiale dei tumori dell’infanzia (OMS), con allergie su oltre 2 milioni di bambini e l’aspettativa di vita sana Italiana è crollata di 10 anni dal 2003 ad oggi (Eurostat)… e la spesa sanitaria incide per oltre l’80% dei bilanci regionali (100 miliardi minimo per malattie degenerative all’anno, con conseguenze purtroppo spesso mortali)

I Pesticidi sono definiti dalla Dir. in materia di Uso sostenibile come Pericolosi per la salute e rappresentano concausa aggravante della maggior parte delle patologie degenerative gravi, co e dimostrano auterevoli entità di ricerca (IARC Lione, Ist Oncologico Ramazzini , Bologna, ecc)

Saluti cari

Prof. Giuseppe Altieri

Inquinamento, “I pesticidi contaminano metà delle acque di laghi e fiumi italiani”

Lo rileva il rapporto annuale dell’Ispra: “A rischio sia gli organismi acquatici che l’uomo”. Sotto accusa l’agricoltura, che detiene il record europeo di quantità d’impiego di fitosanitari

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/09/pesticidi-contaminano-meta-delle-acque-italiane/556074/

 

Inquinamento, “I pesticidi contaminano metà delle acque di laghi e fiumi italiani”

 

Più informazioni su: .

Metà delle acque di laghi e fiumi italiani è contaminata da pesticidi. E aumenta il numero di sostanze pericolose trovate nelle acque, sia superficiali che sotterranee: nel 2010 sono stati individuati ben 166 tipi diversi di pesticidi, a fronte dei 118 del biennio 2007-2008. L’aumento è anche segno che oggi i controlli sono più accurati rispetto a qualche anno fa. Una magra consolazione, però. Molti sono infatti i dati preoccupanti resi noti dall’Ispra (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale) nel “Rapporto nazionale pesticidi nelle acque 2013″, realizzato sulla base dei monitoraggi delle acque comunicati all’Ispra dalle Regioni e dalle Agenzie regionali e provinciali per la protezione ambientale.

Il 55,1 per cento delle acque superficiali (fiumi, laghi e paludi) e il 28,2 per cento di quelle sotterranee sono contaminati. A rischio sono sia gli organismi acquatici che l’uomo, esposto ai contaminanti attraverso il cibo e l’acqua. Le “acque utilizzate per scopo potabile – fa infatti sapere l’Ispra – spesso attingono agli stessi corpi idrici” degli ecosistemi acquatici. E superano i livelli massimi di pesticidi consentiti per le acque potabili il 34,4 per cento delle acque superficiali analizzate e il 12,3 di quelle sotterranee.

Sotto accusa è soprattutto la nostra agricoltura, che detiene il record europeo di quantità d’impiego di fitosanitari: 5,6 chili per ettaro (dati Istat), 350 sostanze tossiche diverse, 140mila tonnellate all’anno, che da sole fanno il 33 per cento del totale usato in tutta l’Unione europea. Nelle acque ci sono anche sostanze fuori commercio da anni, come le triazine atrazina e simazina. Vengano ancora usate illegalmente? “Non si può escludere in via di principio, ma penso invece che la loro rilevazione sia dovuta alla loro persistenza”, spiega Pietro Paris, coordinatore del rapporto. Incriminati anche i biocidi, cioè quei pesticidi che includono i disinfettanti domestici, i preservanti del legno, gli anti-incrostanti per le imbarcazioni e gli insetticidi domestici, che spesso hanno, anche se in dosi diverse, lo stesso principio attivo di quelli usati in agricoltura. “Per i fitosanitari abbiamo informazioni sulle vendite, ma non per i biocidi, per i quali un monitoraggio è più difficile”, dice Paris.

E spesso non aiutano a fare chiarezza le stesse Regioni e le Agenzie per la protezione ambientale, che in molti casi non comunicano all’Ispra i dati sulle contaminazioni oppure lo fanno in modo parziale. Nelle mappe Ispra infatti mancano i dati di Liguria e Calabria e sono troppo pochi per essere utili quelli di Campania, Sardegna, Basilicata, Lazio, Molise e più o meno di tutte le Regioni a esclusione di quelle della pianura padano–veneta, in cui di conseguenza l’inquinamento appare maggiore. “Se una Regione non ci invia i dati non possiamo farci niente: dal 2006 operiamo senza un contesto normativo definito e senza la possibilità di invocare adempimenti e scadenze”, dice Paris. E i dati che fine fanno? “Li comunichiamo ai ministeri dell’Ambiente, della Salute e delle Politiche Agricole. In certi casi di inquinamento conclamato ci sono stati interventi positivi, ma non basta. In Francia, già da prima del 2005, sulla base di risultati analoghi ai nostri, sono state revocate tutte le triazine. Noi abbiamo ancora il terbutilazine, che è la sostanza più rinvenuta in assoluto in Italia. Da noi – denuncia Paris – molte sostanze sono state revocate, ma solo perché è stato fatto a livello europeo”.

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