Non cacciamo i turisti da Civita di Bagnoregio

da lacittaeu

     

Mercoledì 10 Aprile 2013 

Civita di Bagnoregio, in gioiello mondiale

Viterbo Ho letto con sorpresa la proposta di mettere un ticket di tre euro come tassa di ingresso al piccolo borgo di Civita di Bagnoregio. 
Il paesino da fiaba, arroccato su di un cucuzzolo di pietra tufacea, da tanto tempo rischia di scomparire a causa dell’erosione continua del monolite che lo sostiene. Bonaventura Tecchi grande scrittore, figlio di questa terra, in un tempo ormai lontano, ebbe l’idea magica di battezzare Civita di Bagnoregio come “la città che muore”. Il nome ebbe così tanto successo che rimbalzò su tutta la stampa del mondo, e il piccolo borgo acquistò istantaneamente una grande fama a livello mondiale.

A valle dell’abitato di questo borgo da favola, scorrono e lo abbracciano due torrenti, il chiaro e il torbido. Due nomi che, come nelle simbologie esoteriche, danno al soprastante borgo, una doppia connotazione di purezza assoluta e di materia ancora da lavorare, ancora da purificare, ancora da pulire.

Quando Bonaventura Tecchi scriveva pagine meravigliose sulla sua terra e s’inventava “il paese che muore”, in quel piccolo e arroccato borgo, abitavano solo poveri agricoltori in dura lotta ogni giorno dell’anno, contro una natura avara, che concedeva alla coltivazione, appena pochi metri di terreno impervio.

Solo l’amore per la loro terra, e la forza della generazione di contadini di altre epoche, dava a questi poveretti, la costanza per lottare come leoni, cercando di trarre frutti da un terreno tufaceo e arido, distribuito su coste dove non si potevano usare i mezzi meccanici, ed era difficile lavorare anche agli uomini e agli asini.

Ma oggi il borgo di Civita di Bagnoregio non è più quello, esso è profondamente cambiato. Non è più abitato dalle famiglie contadine che vivevano di una agricoltura difficile, e si affidavano anche alle uova del pollaio per la sopravvivenza. 

Oggi la nuova popolazione è costituita da tanti vip. Possiamo citare ad esempio il regista Salvatore Tornatore, il famoso psichiatra Paolo Crepet, e poi altri vip. 

Oggi l’acquisto di una casetta in quel borgo se la possono permettere solo persone molto ricche. 

Ora l’idea di mettere il ticket di ingresso scoraggerà molti visitatori che si limiteranno a fare qualche foto al borgo dalla zona soprastante il parcheggio, risparmiando tre euro e la fatica di scalare il percorso in salita, che conduce alla porta del borgo. 

Anche perché all’interno del borgo non c’è molto da vedere.

A nostro parere l’idea di far pagare un ticket a chi varca la porta del borgo potrebbe allontanare i turisti, con conseguenze disastrose anche per le attività commerciali del luogo. Piuttosto si potrebbero organizzare mostre o altri eventi a pagamento all’interno dello stesso.

Per favore non cacciamo i turisti.

Giovanni Faperdue

 

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