L’odore del rosmarino aiuta la memoria

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Effetto sulle prestazioni cognitive

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Annusare un po’ di rosmarino potrebbe far bene alla memoria oltre che all’olfatto. È il senso di una ricerca condotta dalla Northumbria University e presentato nel corso della conferenza annuale della British Psychological Society.
Lo studio, coordinato da Mark Moss e Jemma McCready, mostra l’effetto benefico della pianta sulle prestazioni cognitive e sulla memoria, con un miglioramento di quella a lungo termine quantificabile in un 15 per cento.
I ricercatori hanno coinvolto un campione di 66 persone suddivise in due gruppi e sottoposte a una serie di test mnemonici. Il primo gruppo ha affrontato il test in una stanza “profumata” di rosmarino, mentre il secondo in una stanza normale.
I test erano studiati per verificare le capacità mnemoniche dei soggetti, e prevedevano ad esempio di ricordare un oggetto visto di sfuggita e trovare oggetti mostrati e poi nascosti.

Dai risultati emerge un esito migliore per i partecipanti che hanno affrontato il test nella stanza pervasa di rosmarino rispetto agli altri.
“Abbiamo voluto integrare la nostra precedente ricerca che indicava come l’aroma del rosmarino migliorasse la memoria a lungo termine e il calcolo mentale”, ha spiegato Moss.
Obiettivo dello studio, in particolare, è stata la memoria prospettica, ovvero la capacità di ricordare l’esecuzione di determinate attività in momenti specifici. 
“È un aspetto fondamentale per le attività quotidiane. Per esempio, quando qualcuno ha bisogno di ricordarsi di spedire un biglietto di auguri o di prendere le medicine in un momento particolare”, spiega Moss. Risultati che potrebbero ripercuotersi sul trattamento dei pazienti con deficit di memoria, come conferma la collega McCready: “è importante ricordare quando e dove andare, e per quali motivi facciamo le cose. Tutti possono soffrire di carenze minori che possono essere frustranti e talvolta pericolose. Sono necessarie ulteriori ricerche per indagare se questo trattamento è utile per gli anziani che hanno subito un declino della memoria”.
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10/04/2013 Arturo Bandini

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